Quasi tutte le procedure estetiche possono avere un diverso grado di dolore o fastidio per il paziente, anche se il dolore è un fenomeno estremamente soggettivo. Ciascuno di noi infatti ne ha una ‘soglia’ più o meno alta che rende più o meno sopportabili gli stimoli.
Una soluzione personalizzata al dolore
Alcune persone
rinunciano ai trattamenti di
medicina estetica proprio per
paura degli aghi e della sofferenza. In realtà le soluzioni non solo esistono, ma sono numerose, vediamo allora quali sono con la collaborazione del
Dottor Domenico Piccolo, Medico Dermatologo.
“Definire una strategia per
limitare il dolore durante e dopo il trattamento rende più
facile il
lavoro al
medico che opera su una persona rilassata
e più confortevole per il
paziente. La prima tecnica, quando la procedura è breve e non troppo dolorosa, è quella di
distrarre il paziente parlando di argomenti diversi e
facendo domande su argomenti di suo interesse. La chiamano
‘talkesthesia’ ossia
anestesia con la parola e agisce perché il cervello non è in grado di concentrarsi contemporaneamente su due cose. Se il paziente è impegnato a raccontare qualcosa che lo riguarda, sarà meno concentrato sulla paura del trattamento.
In realtà infatti, in
molti casi il
dolore non è oggettivo ma viene
amplificato dall’ansia e della
paura che lo anticipano. Parlare, fare domande e chiedere al paziente cose piacevoli interrompe la trasmissione dell’ansia e spesso basta a svolgere il trattamento senza problemi”.
La vibrazione che distrae il cervello
Una alternativa alla parola è utilizzare un
massaggiatore facciale vibrante in una
zona lontana da quella in cui si sta
eseguendo il trattamento: lo stimolo
confonde le
fibre nervose e
chiude le porte dei
segnali dolorosi che raggiungono il cervello.
Alternativa economica e spesso efficace è quella di far schiacciare una pallina di gomma. Se il cervello è bombardato da più stimoli contemporaneamente silenzia alcuni segnali tra cui quelli del dolore.
Sono stati anche messi a punto
dispositivi iniettivi che
generano contemporaneamente
una vibrazione al fine di creare un’esperienza del trattamento quasi indolore, producendo una leggera vibrazione sulla parte. Quando la
vibrazione e le sensazioni di
iniezione si verificano nello
stesso tempo, la sensazione di
vibrazione raggiunge
prima il
cervello, impedendo che l’iniezione venga percepita.
Un fenomeno ben noto nella percezione del dolore è l’interferenza inibitoria prodotta da uno stimolo doloroso su un altro: un dolore intenso o di lunga durata che affligge una parte del corpo - può sopprimere una percezione in un’altra sede - come una lieve scarica elettrica su una mano o un altro dolore che appare in concomitanza al primo.
Lidocaina mon amour
In alternativa prima di iniettare un filler o fare una seduta laser è possibile
applicare una crema anestetica (principalmente
lidocaina, tetracaina e prilocaina in differenti concentrazioni) sulla parte da trattare e attendere una ventina di minuti che faccia effetto.
La
lidocaina, il più comune principio attivo usato in questi casi, è spesso anche
aggiunta ai
filler dermici in commercio in modo da rendere la procedura il più delicata possibile. L’effetto combinato rende i
trattamenti assolutamente
indolori con buona pace di tutti. Considerato anche che ci sono zone del volto molto più sensibili al dolore perché innervate intensamente, tra queste sicuramente il contorno delle labbra e la base del naso, i filler contenenti lidocaina sono ora particolarmente utilizzati a causa delle numerose richieste di aumento del volume del vermiglio e dal
rinofiller per alzare la punta del naso e ingentilire il profilo.
Il buon vecchio ossido nitrico e tutto passa con una risata
Un
rimedio molto noto in
odontoiatria è l’uso dell’
ossido nitrico, anche conosciuto con il termine di ‘gas esilarante’: la sua
somministrazione con una
mascherina genera un
senso di calma e euforia per alcuni minuti e in qualche modo agisce sul dolore che rimane sullo sfondo, mitigato e perfettamente sopportabile.
Le donne soffrono di più, colpa degli ormoni
Va detto che il
dolore nelle donne viene
percepito diversamente a seconda del periodo del ciclo mestruale: i test di laboratorio hanno stabilito che le donne, a parità di stimoli, hanno una
soglia più bassa nella percezione del dolore ed una
minore tolleranza della sofferenza fisica. Differenza determinata anche dagli ormoni sessuali:
durante il
ciclo mestruale infatti la maggiore percezione del dolore si ha in genere in corrispondenza del
periodo ovulatorio, quando aumenta il livello del progesterone e quello degli estrogeni è ancora abbastanza alto.
Paura e ansia: argomenti che migliorano la comunicazione medico-paziente
“
Limitare al massimo il
dolore e il
disagio del trattamento è un argomento da tenere ben presente nel
rapporto con il paziente e che va discusso prima di qualsiasi intervento favorendo l’emergere di dubbi e domande. Un
trattamento che risulti
doloroso diventa sgradito e verrà
evitato in futuro per quanto buono possa essere stato il risultato estetico” - conclude il Dottor Piccolo - “
sottovalutare e liquidare le paure e le
ansie dei
pazienti non è etico e deteriora il rapporto. Il dolore risulta ancor più inaccettabile in funzione del fatto che le procedure di cui ci occupiamo non sono necessarie a curare una patologia ma sono in qualche modo ‘volontarie’, e se è vero che chi chiede ritocchi estetici è in genere fortemente motivato, non è corretto non dare una risposta adeguata al suo bisogno di effettuare la procedura nella maniera più rilassata e indolore possibile”.
di Johanna Rossi Mason e Francesca Frediani
Con la consulenza scientifica del Dottor Domenico Piccolo, Dermatologo e titolare degli Skin Center di Pescara, L’Aquila e Avezzano. Vice Presidente della Società Italiana di Laser Dermatologia (SILD).
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