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Effetto “refresh” per la donna che vuole sentirsi più giovane

Effetto “refresh” per la donna che vuole sentirsi più giovane


Dom 28/07/2024 | Dott. Massimo Renzi |  Medico Certificato Ethigate

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“Cosa posso fare per dare una rinfrescata al mio viso? Esiste un trattamento di medicina estetica che mi tolga la stanchezza?” - Se ti stai ponendo queste domande, sappi che le risposte, concrete, esistono. Senza timore di ritrovarsi con la faccia trasformata.

Che cos’intende per full face in medicina estetica? Ne parliamo con il dottor Massimo Renzi, specialista in Chirurgia plastica, autore di pubblicazioni scientifiche nazionali ed internazionali. Oltre ad esercitare la professione medica, tiene corsi teorici e training rivolti a chirurghi plastici, dermatologi e medici estetici.

Chi è il paziente tipo del full face treatment?


Donna, dai 40 ai 60 e oltre. 

Con quale inestetismo?


In genere i visi magri son quelli che mostrano per primi i segni di invecchiamento: rughe, perdita di volume, lassità. I visi più pieni mascherano meglio, ma poi hanno il problema del cedimento cutaneo che, soprattutto nella linea mandibolare, può essere più marcato rispetto a un viso più sottile.

Perché suggerisce un trattamento come il full face?


In genere, si tratta di donne che, verso i 50 anni, mi riferiscono di vedersi con il volto stanco e le occhiaie più evidenti. Oppure notano un cedimento della pelle verso il basso che dà al viso una forma allargata rispetto a quando erano più giovani, quando la linea dalla mandibola al mento, se vista di fronte, somigliava a un triangolo.

In questi casi, un trattamento come il full face ristabilisce l’armonia dei lineamenti, in modo “soft”, ovvero senza che nessuno se ne accorga. Gli altri vedranno la paziente al proprio meglio, ma senza sapere cos’abbia fatto in realtà. Quella nuova luce potrebbe essere anche il risultato di una bella (lunghissima) vacanza!

In cosa consiste il full face?


In più trattamenti di medicina estetica, come ad esempio i filler a base di acido ialuronico o di idrossiapatite di calcio, oppure iniezioni di tossina botulinica. Ma ciò che conta non è tanto il prodotto, che deve essere sempre di altissima qualità, bensì le metodiche impiegate per intervenire su un viso in modo armonico. Spiego meglio: nel full face si interviene in piccoli punti del viso, molto ben studiati, per far sì che l’effetto finale sia il più armonico possibile. Ovvero, con un aspetto naturale.

In quali punti del viso si interviene per vedersi meno stanche?


Principalmente nell’area degli occhi, e poi nella regione inferiore del viso. Una volta corrette quelle che le pazienti chiamano impropriamente “occhiaie”, metà del lavoro è fatto.

Dopo i 50 anni aumentano le occhiaie, quindi?


Non esattamente. Non mi riferisco agli aloni scuri sotto gli occhi che anatomicamente definiscono le occhiaie, ma a un inestetismo che le pazienti riferiscono di notare verso i 50 anni. In pratica, l’area che va dalla regione sub-oculare alle radici del naso “si svuota”, per una serie di motivi dovuti all’invecchiamento cronologico. Ecco che alle pazienti sembra di avere le occhiaie più pronunciate, gli occhi infossati, ma nella realtà subentrano fenomeni più complessi che, fortunatamente, la medicina estetica può “tamponare”.

Come si interviene?


Con filler a base di acido ialuronico ad alto peso molecolare, quindi abbastanza densi ed elastici: se iniettati nei giusti piani anatomici del volto, riescono a sollevare la regione zigomatica (di cui fanno parte le famose occhiaie evidenti di cui abbiamo parlato poc’anzi). Il viso apparirà già più disteso e riposato.

Di quante sedute consta il full face treatment?


In genere, preferisco dividere il trattamento in 2 sedute. Nella prima tratto la regione dello sguardo con filler di acido ialuronico, ma anche con iniezioni di tossina botulinica, che ha un’azione decontraente dei muscoli con cui stringiamo gli occhi o aggrottiamo le sopracciglia. Ciò vuol dire aver migliorato gran parte del viso.
Dopo circa 20 giorni, preferisco trattare la regione inferiore del viso, utilizzando prevalentemente filler a base di idrossiapatite di calcio, una sostanza naturale che aiuta a ridefinire la linea mandibolare che, nella fascia 50-60 anni, perde un po’ di definizione. Il vantaggio dell’idrossiapatite di calcio è che, oltre a liftare, ha un effetto curativo della pelle, poiché stimola la produzione di collagene, la proteina che dà sostegno alla pelle. E così il risultato dura nel tempo.

Quanto durano i risultati


Occorre fare una distinzione tra l’effetto finale e i singoli trattamenti: la tossina botulinica dura, secondo la scheda tecnica, circa 4 mesi. I filler di acido ialuronico di buona qualità e con una formulazione specifica, anche 8 mesi. I filler a base di idrossiapatite di calcio anche 12-18 mesi.

Ogni quanto bisogna fare un “ritocco” del full face treatment?


Non c’è una risposta univoca: all’inizio occorrerà tornare dal medico estetico dopo un annetto, sempre se lo si desidera. Ma solo per effettuare alcuni piccoli retouch. La vera “impalcatura” sarà già stata impiantata, poi occorrerà solo un lavoro di “cesellamento”. Nel full face è valido il concetto: più si effettua, meno si interviene nel tempo.

Al di là del discorso estetico nel breve termine, qual è il vantaggio del full face?


La prevenzione dei segni dell’invecchiamento. Sembrerà incredibile, ma è così: se si inizia a “tamponare” lo svuotamento e i cedimenti del viso prima che si manifestino del tutto, a poco a poco ci si manterrà con un bell’aspetto negli anni a venire. Ma questo è valido solo per trattamenti con device di qualità e tecniche avanzate che, oltre al fine estetico, perseguono un fine curativo.

Un esempio? Sharon Stone, 66 anni (è nata nel 1958) che ha dichiarato di essere ricorsa nel tempo a piccoli trattamenti di medicina estetica che, come si vede, non hanno stravolto la sua indubbia bellezza.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

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Renzi Massimo

Autore

Chirurgia plastica,Medicina estetica

Dott. Massimo Renzi

Medico Certificato Ethigate

Genova (GE)

Albenga (SV)


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