Accesso
Dottori
Bioristrutturazione: non chiamatela “punturine”!

Bioristrutturazione: non chiamatela “punturine”!


Lun 22/07/2024 | Dott. Milena Castorina

Condividi su Facebook Condividi su Twitter

La bio-ristrutturazione è un trattamento mini-invasivo di medicina estetica che, come dice la parola stessa, ristruttura la pelle dalle “fondamenta”, poiché stimola la produzione di nuovo collagene, cioè la sostanza proteica che costituisce l’impalcatura cutanea. Quella che dà sostegno ed elasticità, quella che permette che la cute non cada (letteralmente) e resti adesa alle ossa e ai muscoli del volto.

Il prefisso bio, invece, è da intendersi alla greca (da bios, vita), poiché è un trattamento che rivitalizza, o meglio rigenera la cute. Non a caso, un suo sinonimo è bio-rigenerazione estetica o cutanea.

Ne parliamo con la dottoressa Milena Castorina, medico estetico, autrice di oltre 30 pubblicazioni in riviste scientifiche e relatrice a congressi nazionali e internazionali di Medicina Estetica e Dermatologia.

Chi è il paziente ideale per la bio-ristrutturazione? 


Come medico rispondo che il paziente ideale per la bio-ristrutturazione è una donna ma anche un uomo, over 50 con una pelle sciupata dai fattori ambientali (sole, smog, fumo ecc.) o “impoverita” dall’età. Mi riferisco a quelle pelli che si presentano sottili, con micro-rugosità diffusa e perdita di elasticità. In gergo medico, definiamo spesso questa condizione “atrofia cutanea”.

Esulando un po’ dall’ambito clinico, invece, direi che il paziente-tipo per la bio-ristrutturazione è una persona che ha compreso che la medicina estetica sta cambiando approccio, mirando alla valorizzazione dell’aspetto del viso, e non più alla sua alterazione. Sì alla cura della skin quality, quindi, no agli “impianti” che modificano i lineamenti.

Di solito questo tipo di paziente, che chiamerei evoluto, cerca un professionista capace di ottenere risultati armoniosi, gradevoli, eleganti. Evitando il più possibile quegli effetti artificiosi che tanto spaventano chi vorrebbe provare la medicina estetica ma teme di uscire trasformato.

Quali trattamenti propone per raggiungere questi obiettivi di valorizzazione del volto?


Uno dei più indicati è appunto la bio-ristrutturazione che può essere considerato anche un punto di partenza, in quanto migliora sia l'aspetto (la skin quality) che la funzionalità della pelle. Questo tipo di trattamento agisce non solo sull'estetica ma anche sul benessere cutaneo, stimolando l’attività dei fibroblasti, le cellule produttrici di collagene.

Cosa significa miglioramento funzionale della pelle? 


Il miglioramento funzionale della pelle implica l'uso di sostanze iniettate a livello intradermico per riattivare i fibroblasti, aumentando sia il loro numero che la loro attività, la produzione di nuove fibre di collagene, più forti e resistenti, capaci di ricompattare la pelle. Grazie alla bio-ristrutturazione, l’elasticità e la densità cutanee risultano decisamente migliorate (rigenerate, appunto), poiché si contrasta l’atrofia cutanea, che si manifesta come perdita di spessore e lassità.

Quali sono le sostanze utilizzate nella bio-ristrutturazione? 


Tra le principali sostanze utilizzate vi sono gli acidi ialuronici debolmente cross-linkati, che, a differenza di quelli con un cross linking maggiore, non danno volume, ma rivitalizzano la cute a livello superficiale.

Molto utile per ristrutturare la pelle a un livello più profondo, invece, è il filler a base di idrossiapatite di calcio diluito o iperdiluito: si tratta di una sostanza naturale, presente anche nel nostro organismo (in particolare in ossa e denti) che stimola fortemente i fibroblasti a produrre nuove fibre di collagene. Essendo una sostanza affine a quella endogena, l’idrossiapatite di calcio è ben tollerato e si riassorbe completamente. Ma prima di “svanire” dalla pelle, per così dire, questa preziosa sostanza ha portato a termine il suo compito di stimolare la rigenerazione cutanea, che avviene all’incirca dopo 3-4 settimane dalle infiltrazioni nel derma. Nell’immediato, il paziente vede già un primo miglioramento della texture e della grana della pelle, ma il vero miglioramento si evidenzierà nel corso dei mesi seguenti.

La durata dei risultati?


Supera i 12 mesi e oltre, ma è importante ricordare che ognuno risponde in maniera individuale al trattamento. In alcuni casi possono occorrere 2-3 sedute a distanza ravvicinata per ottenere risultati rilevanti.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

Vuoi avere maggiori informazioni?
CONTATTA IL MEDICO


Articoli correlati

Iscriviti alla newsletter TuaMe
Scarica la nuova app TuaMe

Accesso contenuti completi

x