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Medicina estetica al maschile: una nuova realtà

Medicina estetica al maschile: una nuova realtà


Lun 24/06/2024 | Dott. Andrea Corona

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Cresce il ricorso alla medicina estetica da parte degli uomini. Negli ultimi 5 anni, le richieste sono aumentate del 18% in tutto il mondo (fonte ISAPS, International Society of Aesthetic Plastic Surgery). Un trend che vede coinvolta anche l’Italia, dove la fascia di età maggiormente interessata va dai 30 ai 60 anni, con picchi dopo i 40 anni.

I trattamenti più richiesti dagli uomini? La tossina botulinica (49%), seguita dai filler (34%), in terza posizione troviamo la biorivitalizzazione cutanea (35%). La classifica, stilata dall’Osservatorio Agorà, riflette un lento ma costante cambiamento di rotta: da qualche anno gli uomini sono più attenti ai bisogni estetici. Ecco che si informano sulle tematiche beauty, poiché desiderano essere aggiornati e, di conseguenza, curati nell’aspetto. Inoltre, sono più sensibili alle prime avvisaglie dello scorrere del tempo e non solo.

Ma la medicina estetica “al maschile” è lo specchio di un altro fenomeno sociale degli ultimi tempi, ovvero la ricerca di una mascolinità più gentile, che però non va in conflitto con la virilità. Di questo e altri temi abbiamo parlato con il dottor Andrea Corona, medico estetico, esperto negli interventi di correzione estetica non invasiva per uomini.

Quanti anni ha il paziente maschile?


Va dagli under 30 ai 60 anni. Ciò che cambia è il tipo di richiesta: quando superano i 50, gli uomini chiedono soprattutto di sembrare più giovani, possibilmente con naturalezza, per loro è importante cioè che non sia riconoscibile la mano del medico.

In fatto di medicina estetica, gli uomini temono il giudizio degli altri?


Dipende: se l’obiettivo è “ringiovanire”, sì. In particolare, questi pazienti temono che il filler o il botulino femminilizzino il loro volto, ma in realtà oggi si riesce ad attenuare le rughe o i cedimenti cutanei senza snaturare i lineamenti.

I pazienti desiderano accentuare la mascolinità del viso?


Sì, una richiesta frequente è enfatizzare la mascolinità, per esempio attraverso trattamenti che accentuano la linea mandibolare, uno dei tipici tratti maschili del volto. Tuttavia, seppur limitato c’è un target di pazienti che non desidera alcuna enfatizzazione poiché non vogliono appartenere a un canone di “uomo ideale”. Sono di solito pazienti giovani, sotto i 40 anni, anche se non è possibile uniformarli e categorizzarli sotto un unico prototipo estetico. 

Quanto contano i fenomeni sociali come la fluidità di genere?


I cosiddetti pazienti maschili “fluidi” frequentano molto gli ambulatori di medicina estetica: si tratta di giovani e giovanissimi che vogliono essere in ordine e in armonia con i tratti del volto, anzi spesso chiedono che il viso rispecchi la loro natura fluida, appunto, dove non c’è distinzione tra maschile e femminile.

Le capita di dover frenare le richieste?


Sì, ricordo spesso che dal medico estetico non si acquistano beni e servizi come se si fosse in un supermercato. Spiego, quindi, che alcuni interventi non sono necessari.

E di curare un disagio che va oltre la sfera estetica?


Sì, certo. Con le donne lo si dà un po’ per scontato, ma è nella sfera maschile che la medicina estetica esprime maggiormente la sua funzione “psicologica” di risolvere un disagio. Un paradosso se si pensa che il sesso forte (ma lo è ancora?) deve nascondere i suoi disagi. O forse proprio per questo.

Riceve feedback di carattere più “esistenziali”, quindi?


Sì, magari gli uomini sono meno espansivi delle donne, ma di sicuro riferiscono di sentirsi più a proprio agio dopo la risoluzione di una piccola grande problematica estetica.

Cosa spinge un uomo al “ritocchino”? Un partner, forse?


No, l’uomo si rivolge al medico estetico in solitaria. Dietro non c’è una moglie o un fidanzato, ma una ricerca di rassicurazione di essere ancora giovani e belli. In molti casi, sono spinti dal bisogno di essere competitivi. Con se stessi e con gli altri uomini. 

Come vivono l’invecchiamento gli uomini?


Non c’è una risposta univoca per tutti: c’è chi ne fa un dramma e chi sorvola. Senz’altro oggi l’uomo ha voglia di recuperare il tempo che in passato non ha speso in trattamenti e cura di sé, cosa che ha sempre riguardato il mondo femminile. Ad un certo punto si è reso conto che è ora di colmare questa distanza, tanto nessuno più gli dice che non è macho. Anzi, le donne apprezzano l’uomo curato, e lo dicono!

Scendendo nel particolare, cosa chiede un uomo?


A differenza delle donne, l’uomo non sa precisamente di cosa ha bisogno per sembrare più giovane e bello (è un campo ancora troppo sconosciuto per i pazienti maschili). Ed è qui che entra in gioco il medico estetico che deve comprendere la domanda “interiore” del paziente oltre a quella riferita all’aspetto estetico.

In genere, ci troviamo a definire il contorno mandibolare per avere un volto più mascolino, sempre per chi lo desidera. Eseguiamo trattamenti di rinofiller che ci consentono di regolarizzare un profilo senza ricorrere alla chirurgia. E poi c’è la tossina botulinica, molto apprezzata dagli uomini perché toglie la stanchezza dal viso (oltre alle rughe di espressione) con naturalezza. È infatti al primo posto tra le richieste estetiche dei pazienti maschili.

I trattamenti di medicina estetica al maschile hanno controindicazioni in particolare?


Le effettive controindicazioni sono legate alle allergie ai prodotti. Se pensiamo che l'uomo non va incontro a gravidanza e allattamento, ha un vantaggio in più. Pazienti ipertesi o che assumono cardioaspirina? Non ci sono controindicazioni particolari, ma ogni caso va valutato in sede di visita.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

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Corona Andrea

Autore

Medicina estetica

Cagliari (CA)

Porto Rotondo (SS)


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