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Autenticità nel rapporto col paziente e nei risultati

Autenticità nel rapporto col paziente e nei risultati


Lun 04/03/2024 | Dott. Francesca Palumbo

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Anche nella medicina estetica il rapporto medico-paziente può essere definito un’alleanza terapeutica. Ricordiamoci che è in gioco la nostra faccia, e poi si tratta pur sempre di interventi medici da non prendere alla leggera. Sottoporsi a un filler o ad altri trattamenti non è come bere un bicchiere d’acqua. Quindi, se tra medico e paziente si stabilisce una relazione di fiducia, è molto più facile parlargli dei propri dubbi ed esporgli le proprie aspettative.
Da tenere bene a mente è che il medico è lì pronto a suggerire per il meglio anche perché ha uno sguardo esterno che riesce ad intuire quale è il risultato che valorizza la bellezza individuale. Sentiamo cosa ci ha raccontato la dottoressa Palumbo Francesca, chirurgo plastico a Roma.

Le persone hanno ancora “timore” della medicina estetica?


Sì e no, perché fortunatamente la mentalità sta cambiando e anche la percezione delle persone. È sempre più chiaro a molti che le nuove tecniche di medicina estetica garantiscono risultati naturali. Semmai capita il contrario, cioè che arrivino pazienti con richieste esagerate.

Cosa si intende per aspettative esagerate in medicina estetica?


Risultati innaturali, io le chiamo ironicamente “labbra a canotto” o “maschere di gomma”, ma con un confronto chiaro e onesto si riesce a far capire che non è quella la medicina estetica di qualità, perché spesso il miglior filler è quello che c’è ma non si vede. Anzi i “ritocchi” soft e naturali regalano maggiore bellezza al viso.

Come si conquista la fiducia da parte del paziente?


Sicuramente il dialogo aiuta, ma più di tutto è l’autenticità del professionista a pagare. Oggi si parla tanto di autenticità intesa come risultati: il viso deve mantenere cioè i suoi connotati. Ma io traslerei il discorso anche dal punto di vista del rapporto medico-paziente: se il medico è schietto, sincero e attento, il paziente lo sente a pelle! 

Si può parlare di fidelizzazione in medicina estetica?


Certo! Il paziente torna se è stato soddisfatto del trattamento e del risultato, ovvio. Ma continuare a essere presenti DOPO la seduta fa la differenza! Mi riferisco ad azioni tipo: rispondere in prima persona all’eventuale messaggio di dubbio e far comprendere che il medico è sempre presente senza troppi filtri. Insomma, la parola chiave è mettere a proprio agio il paziente prima durante e dopo il filler.

Secondo lei, i social aiutano nel rapporto medico-paziente?


Se parliamo di pazienti acquisiti no, perché ormai il rapporto di fiducia è già stabilito: è l’ambulatorio o lo studio il luogo adatto per costruire una relazione proficua.
Se, invece, ci riferiamo a potenziali pazienti, non possiamo negare il ruolo della comunicazione social. Ed è per questo che il medico deve comunicare secondo la sua personalità: i pazienti ci scelgono anche se si rispecchiano nello stile comunicativo.
Però i social hanno un’arma a doppio taglio: rischiano di banalizzare il lavoro del medico chirurgo, chiedendo cioè una consulenza online che non è deontologicamente corretta. Anche in ciò c’è tanto lavoro da fare.

La medicina estetica aiuta il benessere mentale secondo lei?


Assolutamente sì!

Una frase che le hanno scritto per farle capire quanto si sta bene dopo un trattamento di medicina estetica?


Ce ne sono tante, ma una che mi ha sinceramente commosso è la dichiarazione di una donna che, dopo un trattamento agli arti inferiori, mi ha scritto che finalmente è riuscita a tornare a guardarsi le gambe che aveva smesso di vedere persino mentre si vestiva!

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

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Palumbo Francesca

Autore

Chirurgia plastica, Medicina estetica

Anzio (RM)


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