Accesso
Dottori
Cos'è il “Digital Ageing”?

Cos'è il “Digital Ageing”?


Mar 31/10/2023 | Dott. Massimo Vitale

Condividi su Facebook Condividi su Twitter

L’esposizione alla luce blu degli schermi dei nostri device elettronici può favorire l’invecchiamento cutaneo: in questi ultimi anni stiamo assistendo ad una crescita del fenomeno conosciuto come “Digital Ageing”.

In medicina estetica ultimamente si parla sempre di più del fenomeno del “Digital Ageing”, termine che letteralmente vuol dire “invecchiamento digitale”. Insomma, teniamo bene a mente che più a lungo guardiamo il display del nostro smartphone, e più velocemente potremmo invecchiare.

Attenzione, perché non è uno scherzo: che l’esposizione prolungata alla luce blu favorisca la comparsa degli inestetismi dell’invecchiamento cutaneo è stato ampiamente dimostrato. Il motivo per cui se ne parla di più adesso è perché negli ultimi anni l’utilizzo di computer e smartphone è aumentato notevolmente. Complice lo smart working, corsi di formazione e riunioni sempre più on line che in presenza, abitudine alle videochiamate, ecc.: rispetto a qualche anno fa passiamo mediamente molto più tempo davanti ai display dei nostri dispositivi elettronici. Non solo per lavoro, ma anche nel tempo libero: tra lo shopping on line ed il tempo passato sui social, lo smartphone è diventato veramente parte integrante della nostra routine giornaliera. 

La luce blu


Dobbiamo però sapere che i display di tutti i device elettronici emettono luce blu, composta nello specifico dai raggi HEV (High-Energy Visible Light – Luce Visibile ad Alta Energia), i quali sono i responsabili del “Digital Ageing”, analogamente a come i raggi UVA e UVB che compongono la radiazione solare sono implicati nel fotoinvecchiamento. Invecchiamento digitale e fotoageing sono due fenomeni paragonabili, perché sono entrambi causati da una prolungata esposizione a radiazioni: nel caso del fotoageing entrano in gioco le UVA e le UVB del sole, mentre nel “Digital Ageing” i raggi HEV (High-Energy Visible Light – Luce Visibile ad Alta Energia), radiazioni emesse per l’appunto dalle lampade e dagli schermi di computer, smartphone o televisioni.

Tutti sappiamo che è importante proteggere la pelle dai raggi solari: in estate facciamo attenzione (chi più e chi meno, ma tutti siamo consapevoli) a non esporci al sole nelle ore più calde, indossiamo cappelli a tesa larga e applichiamo una crema solare con SPF adatto al nostro fototipo di pelle. 

Se ci pensiamo bene però, ai raggi HEV siamo esposti in maniera più costante rispetto ai raggi UVA e UVB. Sono ormai sempre più le categorie che per lavoro passano buona parte della giornata davanti al monitor del PC. Non solo gli uffici, ma anche molte attività commerciali richiedono l’utilizzo del computer. Se poi non è quello, dello smartphone non si riesce ormai più a fare a meno. Dall’utilizzo sul lavoro a quello nella vita privata, ormai è diventato parte integrante della vita di tutti noi.

L’esposizione della nostra pelle alla luce blu è senza dubbio cresciuta e così continuerà ad essere. Dobbiamo quindi capire come proteggerci per prevenire una precoce comparsa di rughe ed altri segni dell’invecchiamento cutaneo.

Luce blu, stress ossidativo invecchiamento cutaneo


L’invecchiamento cutaneo è un processo biologico naturale le cui cause sono di natura fisiologica e di natura ambientale. Sulle cause fisiologiche, il cosiddetto crono aging, possiamo fare ben poco: nell’organismo con il passare degli anni si assiste ad un rallentamento nella produzione di collagene, una proteina del derma con un ruolo chiave nel mantenimento della compattezza e dell’elasticità della pelle. Sulle cause ambientali invece possiamo perlomeno agire in termini di prevenzione. Tra queste rientrano l’esposizione cronica e prolungata sia alla luce solare e sia alla luce blu: entrambe incrementano la produzione di radicali liberi ed il livello di stress ossidativo nell’epidermide, condizione che predispone all’invecchiamento cutaneo.


I raggi HEV che compongono la luce blu agiscono in maniera analoga agli UVA del sole, e come questi ultimi possono accelerare il processo di invecchiamento cutaneo, favorendo la comparsa delle rughe e delle macchie senili.

I raggi HEV come i raggi UVA incrementano nell’organismo la produzione di radicali liberi, e di conseguenza i livelli di stress ossidativo che predispongono le cellule all’invecchiamento. I radicali liberi sono molecole altamente reattive, prodotte normalmente nell’organismo con il normale metabolismo aerobio cellulare e altrettanto normalmente degradate. Se però essi vengono prodotti in quantità più elevate, l’organismo potrebbe non riuscire ad eliminarli efficacemente. 

L’accumulo dei radicali liberi predispone all’invecchiamento attraverso principalmente due meccanismi:

  1. Distruggendo le fibre di collagene e di elastina, componenti della rete di sostegno dell’epidermide e responsabili del mantenimento di compattezza ed elasticità della pelle

  2. Attivando la ialuronidasi, enzima che degrada l’acido ialuronico. Quest’ultimo è un disaccaride che ha la caratteristica di poter legare a sé moltissime molecole di acqua. Forma quindi una matrice gelatinosa nel derma che conferisce idratazione alla pelle, mantenendo i volumi del volto.


Un accumulo di radicali liberi fa sì che la pelle possa perdere più velocemente elasticità e compattezza, lasciando spazio alle rughe ed alla lassità cutanea.

Come prevenire il “Digital Ageing”


Per prevenire il “Digital Ageing” bisogna fare attenzione innanzitutto a quanto tempo si passa davanti ai dispositivi elettronici. In secondo luogo, dato che ormai essi sono parte della nostra quotidianità, è utile contrastare i radicali liberi con delle sostanze antiossidanti, che possiamo assumere anche attraverso l’alimentazione.

Cibi che contengono molecole antiossidanti in buone concentrazioni sono ad esempio frutta e verdura di stagione, la frutta secca ed i semi oleosi. Anche l’olio extravergine di oliva ed il tè verde contengono ottimi antiossidanti. Cerchiamo quindi di introdurre questi cibi nella nostra alimentazione giornaliera, facendo attenzione in particolare a quei periodi nei quali sentiamo la pelle molto secca, quali ad esempio i cambi di stagione e le settimane nelle quali sentiamo di aver accumulato troppo stress.

Cerchiamo inoltre di utilizzare con più consapevolezza i dispositivi elettronici. Tolte le ore nelle quali li utilizziamo per lavoro, poniamoci un limite di tempo per l’utilizzo nel tempo libero, ad esempio per lo shopping on line o per scorrere sui social.

A letto, prima di dormire, meglio leggere un buon libro e lasciare lo smartphone lontano dal comodino.

Trattamenti di medicina estetica per contrastare il “Digital Ageing”


Il maggiore utilizzo dei dispositivi elettronici ha portato anche ad un incremento delle richieste nei trattamenti di medicina estetica: per vedere il proprio viso più “bello” nelle call di lavoro, per postare foto migliori, e non ultimo, per il “Digital Ageing”.

I trattamenti di medicina estetica eseguiti più di frequente per migliorare la qualità della pelle e contrastare i segni dell’invecchiamento sono senz’altro i filler, trattamenti che rientrano nella medicina estetica non invasiva o mini invasiva.

Attraverso degli aghi sottilissimi si iniettano nel sottocute, a profondità che possono variare in base al trattamento ed al risultato che si desidera ottenere, prodotti a base di sostanze solitamente biocompatibili, ossia molecole naturalmente presenti nell’organismo (ad esempio il collagene, o l’acido ialuronico) ma in ogni caso ampiamente tollerabili e completamente riassorbibili dall’organismo stesso.

Trattamenti per la qualità della pelle


Trattamenti a base di acido ialuronico vengono ad esempio utilizzati come Skin Saver, per migliorare la qualità della pelle. Idratando in profondità, i filler a base di acido ialuronico aiutano a migliorare la texture cutanea e ad eliminare le piccole rughe di espressione.

Altre sostanze agiscono invece in modo più strutturale, andando a ripristinare le riserve di collagene e di elastina. Molto promettente è l’idrossiapatite di calcio, molecola che fornisce uno stimolo meccanico ai fibroblasti del derma per produrre nuovo collagene. Diversa dall’acido ialuronico, dall’azione principalmente correttiva, l'idrossiapatite di calcio permette di ottenere una biostimolazione collagenica a medio-lungo termine. Il risultato è una pelle sana e luminosa, e un effetto lifting naturale del volto.

Il trattamento a base di idrossiapatite di calcio è indicato particolarmente per le pelli più adulte, perché agisce sia sulle rughe e sia sulle lassità cutanee, aiutando a ripristinare l’ovale del volto.

 

 

 

Vuoi avere maggiori informazioni?
CONTATTA IL MEDICO


Articoli correlati

Iscriviti alla newsletter TuaMe
Scarica la nuova app TuaMe

Accesso contenuti completi

x