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Neuromodulazione del viso per un aspetto più fresco

Neuromodulazione del viso per un aspetto più fresco


Lun 08/05/2023 | Dott. Mariarosa Romeo

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La neuromodulazione è una nuova parola chiave della medicina estetica. Fa riferimento alla possibilità di ottenere un viso più giovane con risultati naturali. Ne parliamo con la specialista.

«Le rughe vanno curate, non del tutto cancellate. Perché denotano consapevolezza ed esperienza di vita, soprattutto dopo i 50 anni». È questa la filosofia della Dr.ssa Mariarosa Romeo, chirurgo plastico a Torino, che sulla naturalezza ha fondato i capisaldi dei suoi protocolli di medicina estetica.

Il ruolo del medico en neuromodulazione


Mantenere l’espressività e perseguire risultati naturali non vuol dire lasciare le rughe così come sono, bensì attenuarle per renderle più gradevoli. Il segreto è nell’ascolto del paziente: c’è chi si è affezionato ad alcuni segni di espressione sulla fronte, ma non gradisce i solchi attorno alla bocca; e viceversa, c’è chi non tollera la fronte rugosa ma si vede bene con le pieghe naso-geniene. Il punto è che spesso i pazienti non riescono a trovare le parole per esprimere i loro desideri. Oppure si vergognano di parlare chiaro o di fare le domande che ritengono più banali. Ed è qui che entra in gioco il medico, che deve appunto aiutare il paziente a chiarire le sue vere richieste.

Del resto, quella del “ritocchino” è una tematica delicata perché afferisce all’immagine che si ha di sé, ma anche all’immagine che si vuole inviare all’esterno, nelle relazioni con gli altri. Il medico dovrebbe entrare nella mente del paziente e cercare di capire il “grado di ringiovanimento” che desidera. C’è chi, seppur in maniera inconsapevole, sposa la famosa frase di Silvano Mangano che a me ha sempre colpito: “non cancellarmi tutte le rughe, c’ho messo una vita a farmele!”

I desideri del paziente e neuromodulazione


Il 90% dei pazienti desidera risultati naturali. E la maggior parte teme di ritrovarsi un viso dall’aspetto che io chiamo “di cera”, cioè statico, come l’attrice Nicole Kidman dei primi ritocchini (di cui poi si è pentita ndr). La paura è circoscritta soprattutto intorno alla tossina botulinica di cui in passato è stato fatto un uso esagerato, alimentando così timori e falsi miti che perdurano sino a oggi. Eppure, è un trattamento con cui si possono ottenere risultati soddisfacenti, in termini di freschezza e luminosità dello sguardo. Cosa di cui beneficia tutto il viso.

A chi mi chiede delucidazioni sulla sicurezza del “botox”, rispondo che la tossina botulinica mantiene l’espressività del viso, compresa quella non verbale che ci caratterizza come persone. Semmai elimina quell’aria arrabbiata e quasi cattiva che con l’età sembra essersi incollata sul viso - come spesso mi riferiscono i pazienti in sede di visita.

Tutto consiste nelle quantità e nelle tecniche di utilizzo della tossina botulinica che consentono di dosare il grado di intervento sui muscoli facciali responsabili delle rughe di espressione. In gergo, si chiama “neuromodulazione estetica”, ovvero la possibilità di regolare la forza contrattile dei muscoli allo scopo di attenuare le rughe, anziché cancellarle. E così si preserva l’espressività del viso.

Tecniche di impiego di tossina botulinica


Oggi abbiamo a disposizione diverse tecniche che ci permettono di personalizzare l’uso della tossina botulinica in medicina estetica. Oltre che sulla fronte e attorno agli occhi (le zone indicate per il trattamento), il botulino si può iniettare anche sulle altre zone del viso, come il terzo medio e inferiore. Ciò richiede però una formazione specifica da parte del medico che deve conoscere le potenzialità del farmaco e quanto diluirlo per i vari scopi. Non dimentichiamo che la tossina botulinica è un farmaco, autorizzato da AIFA, e pertanto ritenuto sicuro.

Esempi off label della tossina botulinica


Uno dei protocolli che definisco “non standardizzati” della tossina botulinica è quello sulle rughe attorno alle labbra, il cosiddetto “codice a barre”. Lo si può trattare in 2 sedute: nella prima si iniettano piccolissime unità di tossina botulinica per distendere il muscolo ipertrofico che ha dato origine alle rughette. Poi, a distanza di 15 giorni, si riempiono le suddette rughette con il filler all’acido ialuronico. In questo modo tutta l’area si distende con maggior efficacia e durata. La durata arriva fino a 12 mesi. A volte, dopo 8 mesi dalla prima seduta sarà necessario effettuare un richiamo con il solo filler di acido ialuronico.

Tossina botulinica sul viso e neuromodulazione


Se la pelle è molto “avvizzita” e presenta rugosità diffusa, utilizzo la tecnica del microbotox: si tratta di iniezioni a livello intradermico di tossina botulinica molto diluita. Serve per distendere la pelle del viso e avere così un buon substrato su cui intervenire con altri trattamenti. Qualche esempio? Dopo 15 giorni dal microbotox si può procedere con i filler biorivitalizzanti a base di acido ialuronico e vitamine che danno freschezza alla cute, poiché la idratano nel profondo. Oppure si può effettuare una bioristrutturazione con filler a base di idrossiapatite di calcio iperdiluito, che stimola la pelle a produrre nuovo collagene, la proteina responsabile del tono e dell’elasticità, e che quindi aiuta a contrastare i cedimenti cutanei.

Tossina botulinica sul collo


La tossina botulinica può essere utilizzata anche sul collo per migliorare l’aspetto della pelle “avvizzita” e cadente. In questo caso utilizzo la tecnica del microbotox, iniettando tossina botulinica iperdiluita a livello subdermico per inibire le terminazioni nervose superficiali dei muscoli del collo. Se, invece, il paziente presenta le bande platismatiche, cioè dei cordoni verticali lungo il collo, procedo con la tossina botulinica diluita secondo le indicazioni standard. È un metodo per allentare la contrazione muscolare di questi muscoli che danno un’aria invecchiata e un po’ pesante all’immagine nel suo complesso.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

 

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Romeo Mariarosa

Autore

Chirurgia plastica,Medicina estetica

Torino (TO)

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