Per correggere in modo ottimale le rughe naso labiali non basta riempirle, ma bisogna cercare di “distendere” le guance. Ne parliamo con il dottor Nino Favoriti, medico estetico e specialista in dermatologia.
C’è chi non ha dubbi: le rughe nasogeniene sono quelle che, più di tutte, danno un aspetto invecchiato al viso. A nulla vale chiamarle con l’eufemismo “rughe del sorriso”. Una volta comparsi i fatidici solchi ai lati del naso e delle labbra, ci si vedrà sempre con lineamenti appesantiti e segnati inesorabilmente dal tempo.
In realtà, le rughe naso labiali non sono una prerogativa esclusiva dell’età o del tempo che passa, a volte possono formarsi precocemente, anche prima dei 30 anni, a causa della morfologia del viso, soprattutto quando questo tende ad avere una struttura spigolosa o scarna. Di certo, alla base delle rughe nasogeniene ci sono le continue sollecitazioni a cui è sottoposta un’area così espressiva come quella attorno alla bocca. Si tratta, infatti, delle tipiche rughe di espressione che si generano in seguito alla contrazione dei muscoli facciali, e diventano fisse con il ripetersi del movimento.
Al di là della mimica facciale, i solchi ai lati del naso e delle labbra diventano permanenti in seguito a un complesso di fattori, dovuti al naturale processo di invecchiamento cutaneo:
- impoverimento del derma con riduzione delle sostanze della matrice extracellulare che conferiscono compattezza ed elasticità (collagene, acido ialuronico ed elastina);
- riduzione della capacità rigenerativa della pelle;
- perdita di densità ossea facciale;
- assottigliamento del tessuto adiposo sottocutaneo;
- alterazione dei muscoli facciali;
- forza di gravità.
I tempi dell’invecchiamento cutaneo sono individuali e dipendono sia dal corredo genetico che dallo stile di vita. Ad incidere sui processi degenerativi sono, in particolare, le abitudini poco sane, quali: il fumo, l’alcol, le esposizioni solari ripetute e senza adeguata protezione, l’alimentazione povera di nutrienti e la cronica carenza di sonno.
Una richiesta che il medico estetico riceve con frequenza è quella di riempire le rughe naso labiali con filler di acido ialuronico, ma in realtà questa metodica rappresenta una soluzione limitata. Riempiendo le linee di espressione in una zona così sollecitata dalla mimica espressiva e dalla forza di gravità, si rischia di gonfiare i tessuti e di ottenere così un viso “pieno”, spesso temuto dalle stesse pazienti. Perché accade questo? Il limite è rappresentato sia dal tipo di prodotto che dalla tecnica utilizzati. Alcune tipologie di acido ialuronico, una volta iniettate, richiamano acqua, volumizzando i tessuti circostanti. Inoltre, le rughe nasogeniene non sono semplici linee che solcano i lati del naso e della bocca, ma sono il risultato di fattori più complessi che, in estrema sintesi, determinano il cedimento delle guance.
Con l’invecchiamento, le guance cedono alla forza di gravità, subendo un “cambio di posizione”, tendono cioè a spostarsi sia verso il basso che in avanti. È un fenomeno che in gergo i medici estetici chiamano “anteriorizzazione” delle guance, che sta a indicare il tipico effetto del viso caratterizzato da guance cascanti e rughe nasolabiali. Da qui si comprende come un trattamento efficace di tali inestetismi debba seguire metodiche diverse dal “semplice” riempimento superficiale delle linee di espressione.
Per correggere le rughe nasogeniene, le nuove tecniche di medicina estetica mirano a sollevare i tessuti attraverso l’utilizzo di filler posizionati in punti precisi del volto che fungano da “trazione” delle guance. In particolare, si interviene sulla zona degli zigomi, iniettando in profondità filler di acido ialuronico molto denso e coesivo (è un requisito necessario per sostenere i tessuti). Una delle novità della tecnica consiste nel livello di profondità di iniezione del filler: non più nel sottocute ma sul periostio e sotto i muscoli facciali. In questo modo, il prodotto riesce a dare sostegno ai tessuti, riposizionando le guance nelle posizioni originarie. E di conseguenza, le rughe nasogeniene verranno distese.
L’obiettivo della tecnica - che potremmo chiamare “distensiva” - è appunto ridistendere la guancia, e non riempire selettivamente la ruga nasogeniena. Ciò consente risultati molto naturali e duraturi nel tempo, anche grazie all’acido ialuronico con tecnologia CPM (Cohesive Polydensified Matrix) che, iniettato così in profondità, si integra con i tessuti rimpolpandoli in modo significativo. Il viso risulta disteso, naturale, come se fosse liftato, ma senza bisturi.
La durata del trattamento è individuale, in genere supera i 6-8 mesi. È bene sapere che le sedute successive al primo intervento possono riguardare solo un semplice ritocco in termini di quantità di prodotto da utilizzare.
Dermatologia
Roma (RM)