Full Face Treatment, un’espressione sempre più ricorrente nella medicina estetica di moderna concezione, ma di cosa si tratta? È un trattamento, composto da più tecniche, che si esegue sull’intero volto. Il tutto in un’unica seduta.
Per full face si intende un approccio medico-estetico combinato che mira a trattare più punti del viso all’interno della stessa seduta. Si compone di varie tecniche che il medico sceglie in base all’esigenza di correzione. Questo fa la differenza rispetto alla medicina estetica del passato che era orientata semplicemente a riempire le rughe, specie le nasogeniene (i solchi lungo naso e bocca ), ottenendo un risultato simile per tutte le pazienti. Non solo, spesso l’approccio riempitivo non risolveva i problemi di invecchiamento che spesso riguardano i cedimenti dei tessuti, oltre che le linee di espressione.
Nel corso di un’unica seduta si può intervenire su più punti del viso, attraverso l’impiego di vari prodotti iniettivi, come ad esempio:
- tossina botulinica sulla fronte: oltre a “spianare” le rughe, è efficace nel sollevare le sopracciglia che con l’età tendono ad abbassarsi, conferendo un aspetto triste al volto;
- filler di acido ialuronico a vari pesi molecolari per rivitalizzare la cute o riempire i punti più svuotati;
- filler di idrossiapatite di calcio per rimodellare l’ovale del volto, ridefinendo in particolare la linea mandibolare (jawline);
- ritocco delle labbra con possibilità di aumentarne il volume o solo di dare più definizione al contorno poco definito per motivi di fisionomia o di invecchiamento;
- rinofiller per “livellare” un’eventuale gobba del naso o per sollevarne la punta.
L’idea di fondo del trattamento è nascondere qualche piccolo difetto, ed esaltare le caratteristiche individuali della paziente.
Il full face può essere definito anche come una sorta di lifting medico non chirurgico che mira a sollevare i piani del volto anziché riempire le aree svuotate, per poi lasciarle al loro destino di cedimento a causa del tempo. Anzi, è proprio la vecchia concezione “riempitiva” della medicina estetica a generare visi omologati e iper-gonfi dal risultato spesso poco gradevole.
Combinando più trattamenti in una sola seduta, si ottiene un risultato naturale che beneficia anche della sinergia tra i prodotti iniettati (acido ialuronico, tossina botulinica, idrossiapatite di calcio). Ciò implica che le varie sostanze si assorbano più lentamente, perché chimicamente non vanno in antagonismo, e poi è come se si “alleino” tra loro per lavorare con maggiore efficacia.
I risultati possono arrivare alla durata di un anno, che in medicina estetica è un tempo enorme. Ricordiamo sempre che si tratta di interventi non invasivi e completamente reversibili. Nel frattempo, la pelle avrà beneficiato degli effetti curativi dei filler poiché sarà stata spinta a produrre più collagene, con il risultato di diventare più tonica e compatta.
L’obiettivo ultimo del trattamento full face è quello di ristabilire le proporzioni del viso, che con gli anni tende a perdere la sua forma originaria. Se si confronta una foto di quando si era più giovani, è normale notare i lineamenti alterati. All’altezza degli zigomi si assiste a un appiattimento, come se i volumi fossero stati svuotati, nella zona della mandibola, invece, prevale un cedimento verso il basso che fa sembrare il viso più largo rispetto al passato.
Ecco che attraverso il full face si cerca di restituire l’armonia di una volta, anche se non è un trattamento rivolto esclusivamente a pazienti over 40. In molti casi, bastano piccoli interventi mini-invasivi per regalare anche ai più giovani una forma di riequilibro, come una maggiore tridimensionalità in tutto l’ovale. Insomma, la medicina estetica moderna persegue lo scopo non tanto di ringiovanire la paziente, quanto di renderla più bella.
Oggi si parla tanto di personalizzare i trattamenti di medicina estetica, ma l’analisi del volto con cui offrire consulenza non basta. È importante saper usare i vari prodotti iniettivi in base alle zone di intervento del volto. Fondamentale è la conoscenza da parte del medico del g-prime di un filler, cioè la caratteristica che indica se può essere iniettato più o meno in profondità. È sbagliato, per esempio, inserire sulle labbra un po’ di prodotto avanzato dalla fiala di acido ialuronico usata per gli zigomi è così che accadono i disastri estetici.