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Tossina botulinica per un viso più disteso

Tossina botulinica per un viso più disteso


Mer 22/06/2022 | Dott. Milena Di Vito Francesco

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Un trattamento che riduce le rughe di espressione. E che nel tempo le previene, poiché aiuta a ritrovare un’espressione più rilassata. Ne parliamo con la Dr.ssa Milena Di Vito Francesco, medico estetico e specialista in Chirurgia Vascolare e Chirurgia Plastica Estetica. 

“Il tempo, grande scultore”, così recita un noto romanzo di Marguerite Yourcenar. In effetti scolpisce anche il viso, con rughe e segni d’espressione. Eppure, un modo per fermare quest’azione “scultorea”, propria del passare degli anni, c’è. Si chiama neuromodulazione estetica, un trattamento che si effettua con la tossina botulinica. Agisce come se rallentasse iltic tac” delle lancette. La verità è che – più che rallentare – allenta la forza della mimica facciale, uno dei fattori responsabili dell’invecchiamento. Ma andiamo con ordine, entrando nel dettaglio del trattamento.

Che cos’è la neuromodulazione estetica


La neuromodulazione estetica è un trattamento che si effettua con la tossina botulinica per ridurre la forza contrattile dei muscoli del viso. Aiuta a distendere le rughe di espressione che si generano con i movimenti, ripetuti e continui, anche involontari o durante il sonno. Si chiama neuromodulazione estetica perché il farmaco impiegato – la tossina, appunto – è specifico per l’uso estetico; e poi perché modula, nel senso che “regola” il movimento dei muscoli. È importante comprendere che la tossina botulinica non ha un effetto paralizzante. Il viso conserva così la sua espressività. 

Dove si inietta la tossina botulinica


La zona indicata per la tossina botulinica è Il terzo superiore del volto, cioè l’area che va dalla fronte fino all'inizio degli zigomi. Questo trattamento è molto efficace, in particolare, per distendere le rughe del contorno degli occhi, le cosiddette zampe di gallina, anche quelle più piccole che “increspano” tutta l’area dello sguardo. Inoltre, con la tossina botulinica si riesce ad aprire lo sguardo perché aiuta a “recuperare” qualche millimetro dalle sopracciglia, che con l’età tendendo ad abbassarsi, conferendo un’espressione triste.

Come si effettua il trattamento


Prima di procedere all’iniezione vera e propria di tossina botulinica, si analizza il volto del paziente, invitandolo a effettuare alcuni movimenti specifici, come ad esempio corrugare la fronte, stringere gli occhi o aprire la bocca in un sorriso molto aperto. Questa valutazione di tipo dinamico aiuta il medico a comprendere il modo in cui il paziente muove i muscoli, così da permettergli di individuare i punti precisi che necessitano della modulazione con la tossina botulinica. 

Una volta effettuata la mappatura del viso, si procede al trattamento, ma solo dopo aver diluito e ricostituito la tossina botulinica con la soluzione fisiologica. Si procede così a iniettare il farmaco in piccole dosi allo scopo di ottenere risultati naturali. Attorno agli occhi si possono effettuare iniezioni sottocutanee perché il muscolo orbicolare (quello attorno agli occhi che determina le rughe ndr), è molto aderente alla cute. Negli altri punti, invece, come ad esempio sulla fronte, si agisce più in profondità.

Come ottenere effetti naturali con la tossina botulinica


Chiariamo subito che la tossina botulinica di per sé non trasforma il viso: è l’uso eccessivo o in punti non corretti ad alterare la mimica facciale! Un esempio è lo sguardo mefistofelico, caratterizzato dalle sopracciglia “appuntite” che si inarcano troppo verso l’alto. Per evitarlo, bisogna studiare bene la mimica del paziente: solo così si può essere in grado di iniettare il farmaco nel punto corretto, in modo da permettere alla coda del sopracciglio di alzarsi in maniera morbida. Lo sguardo preserva così un’espressione non solo naturale, ma anche più dolce.

Del resto, la muscolatura si muove in modo compensatorio: se si riduce la forza di un muscolo, per compensazione si attiva quella di altri muscoli cosiddetti antagonisti.

Questo meccanismo si evidenzia per esempio nella correzione delle rughe della fronte: un uso “massiccio” della tossina botulinica può determinare ptosi, cioè la caduta delle palpebre. Un effetto che, se dovesse verificarsi, può essere rimediato in breve tempo, ma il punto è sapere come evitarlo! Ciò è possibile solo osservando il modo in cui il paziente muove i muscoli del viso mentre parla o sorride, anche nei movimenti più banali e insignificanti.

I tempi della tossina botulinica


Dopo quanto tempo si vedono i risultati del trattamento con tossina botulinica? A partire dai 3-4 giorni successivi per poi manifestarsi appieno nel giro di 2 settimane. Ciò permette al paziente di abituarsi alla sensazione di una muscolatura più “contenuta” che, ripetiamo, è solo transitoria e lieve.

I risultati durano 4-6 mesi, ma questo non vuol dire che bisogna correre a ripeterlo. Quanto più ci si sottopone al trattamento, tanto si può distanziare l’intervallo di tempo tra una seduta e l’altra. Il motivo? La tossina botulinica ha anche un effetto preventivo sulle rughe. Se per diversi mesi, il paziente non strizzerà gli occhi continuamente (e involontariamente), perderà l’abitudine a contrarre i muscoli con così tanta forza. E la pelle, di conseguenza, reagirà distendendosi sempre di più, con il risultato di non generare rughe molto profonde.

Tossina botulinica pura


Tra un trattamento di tossina botulinica e l’altro devono passare almeno 3 mesi, altrimenti si rischia di sviluppare anticorpi, soprattutto alle proteine accessorie che compongono il farmaco. Ci sono, tuttavia, alcuni tipi di tossina botulinica composti solo dal principio attivo. Si tratta di formule pure, prive di proteine complessanti, cioè dei componenti che di solito vengono aggiunte alla formulazione per consentirne la stabilità. La purezza della formula scongiura il rischio di sviluppare reazioni immunitarie che renderebbero il farmaco inefficace.

Usi off-label della tossina botulinica


Per usi off-label si intende trattare le zone che in scheda tecnica non sono indicate al trattamento con tossina botulinica. Nella mia pratica di medico estetico, trovo molto efficace l’uso della neurotossina negli interventi di rinoplastica non chirurgica. Alcune persone, quando parlano o sorridono, tendono a muovere la punta del naso verso il basso. Ebbene, la tossina botulinica controlla questo movimento involontario. 

Ci sono poi situazioni in cui i pazienti tendono a muovere il mento, generando solchi e rughette su tutta la zona inferiore del viso. Con la tossina è possibile ridurle.

E usi combinati con l’acido ialuronico


Per ottenere risultati ancora più efficaci, in caso di rughe marcate si può combinare l’uso della tossina botulinica con alcuni filler a base di acido ialuronico molto fluido, in modo da riempire ulteriormente le zone segnate. Il tutto pur sempre con grande naturalezza.

Analisi attenta del paziente


Insomma, l’osservazione del paziente è molto importante: a volte basta lo sguardo clinico del medico che, a colpo d’occhio, individua dove bisogna intervenire. Sicuramente la tecnica è molto importante, così come l’uso sapiente dei vari prodotti, ma molto dipende anche dal senso estetico del medico. Perché se il tempo è un grande scultore, il medico a volte può essere un piccolo artista.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

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Di Vito Francesco Milena

Autore

Chirurgo plastico, ricostruttivo ed estetico

Firenze (Firenze)


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