Il processo di invecchiamento cutaneo si manifesta soprattutto a livello del volto, che essendo la parte del corpo più esposta risente, oltre che del processo di cronoaging, anche dell’azione degli agenti atmosferici. Radiazioni ultraviolette, vento, freddo e sbalzi termici sono tutti fattori stressogeni per la pelle, che con l’esposizione cronica si assottiglia e tende a perder il suo naturale strato protettivo che ne preserva l’idratazione e l’integrità.
L’epidermide è rivestita da una sorta di pellicola, che prende il nome di film idrolipidico superficiale. Come si può intuire dal nome stesso, esso è composto da una parte idrofila e una parte lipidica, in parole più semplici è uno strato di acqua e sebo. Più nello specifico, la componente idrofila è costituita dall’NMF, il fattore naturale di idratazione, che ha la funzione di trattenere l’umidità e mantenere idratata la pelle. La parte lipidica è invece formata per la maggior parte dal sebo prodotto dalle ghiandole sebacee e in minor parte da lipidi epidermici prodotti dai cheratinociti dello strato corneo, ossia lo strato più superficiale dell’epidermide.
I fattori atmosferici tendono a danneggiare il film idrolipidico superficiale: l’epidermide è meno idratata e meno protetta. In più, se a questo si unisce il naturale processo di cronoaging, il risultato è che la pelle si indebolisce e si assottiglia, rendendo più evidenti i segni dell’invecchiamento, quali rughe e lassità cutanea.
La prima porzione del volto che ne risente è proprio quella delle tempie, dove la pelle è già più sottile, e subito dopo la fronte. In questa parte del volto si formano poi anche le prime rughe di espressione, chiamate comunemente le rughe del pensatore. Sono quelle rughe orizzontali che si estendono lungo la fronte, e che normalmente si formano quando si assume un’espressione corrugata o concentrata. Come tutte le rughe di espressione, anche le rughe frontali quando la pelle è giovane si formano e poi scompaiono una volta che i muscoli mimici si ridistendono. Quando la pelle invecchia, esse tendono invece a fissarsi e con il tempo ad accentuarsi.
Il processo di cronoaging invece è il fisiologico processo di invecchiamento legato al tempo che passa. Esso coinvolge lo strato più profondo dell’epidermide: il derma. Tessuto connettivo di sostegno e riempimento, nel derma è presente una fitta rete formata da collagene ed elastina, due proteine fibrose prodotte dai fibroblasti del derma stesso. Questa rete costituisce una vera e propria “impalcatura” per l’epidermide, e permette alla pelle di mantenersi compatta ed elastica.
Con l’avanzare dell’età l’organismo rallenta la produzione di collagene ed elastina, e quindi si assiste ad una deplezione progressiva delle riserve presenti nel derma. Il collagene neo prodotto non riesce più e sopperire a quello vecchio che va incontro a degradazione, per cui il ricambio è inefficace. Il tessuto cutaneo perde così gradualmente compattezza ed elasticità, accentuando i segni dell’invecchiamento.
In medicina estetica si può sopperire alla carenza di collagene attraverso dei protocolli che utilizzano tecniche mini invasive. I prodotti più moderni utilizzati per i trattamenti iniettivi agiscono infatti non solo andando semplicemente a riempire, ma andando invece a stimolare i fibroblasti a produrre collagene. Così facendo si potranno ottenere risultati più naturali ed armoniosi in termini di ringiovanimento cutaneo, con sostanze ampiamente tollerabili in quanto completamente riassorbibili da parte dell’organismo stesso attraverso meccanismi fisiologici.
Deplezione di collagene e invecchiamento di fronte e tempie
Nella porzione del volto che comprende fronte e tempie, la deplezione fisiologica di collagene porta ad accentuare le rughe e a rendere la pelle meno compatta. I segni dell’invecchiamento sono più visibili sulla fronte, ma in realtà le prime ad invecchiare sono le tempie. Spesso però, esse passano in secondo piano perché, in particolare nelle donne, sono spesso facilmente coperte dai capelli.
Oltre alla diminuzione di collagene nel derma, fronte e tempie risentono anche della progressiva atrofizzazione e conseguente assottigliamento dello strato di tessuto adiposo che si trova tra derma e muscolo, a livello quindi di quello che è il tessuto sottocutaneo o ipoderma.
Il tessuto adiposo è quello che dà alla fronte giovane quell’aspetto leggermente “bombato”: quando esso si assottiglia, cosa che avviene in tutto il tessuto cutaneo con l’avanzare dell’età, la pelle sulla fronte appare più sottile. Sulle tempie, a volte si rileva un vero e proprio accenno di concavità. Tutto questo porta ad accentuare anche gli altri segni dell’invecchiamento, quali le rughe.
I trattamenti di medicina estetica più moderni hanno come obiettivo non più quello di distendere semplicemente le rughe, ma di ottenere un effetto ringiovanimento di tutto il volto nel suo complesso.
Invecchiamento fronte e tempie: i trattamenti di medicina estetica
Come tutto il viso, anche la fronte, e più in generale il terzo superiore del viso, va incontro ad un processo di invecchiamento.
I segni legati al passare del tempo che possiamo riconoscere in questa zona sono sostanzialmente l’accentuazione delle rughe di espressione a livello frontale, nella zona tra le sopracciglia e intorno agli occhi; lo svuotamento della regione temporale e della regione frontale.
La medicina estetica ci mette a disposizione diversi strumenti per andare a combattere questi inestetismi.
TOSSINA BOTULINICA
È sicuramente il trattamento principe per il terzo superiore del viso, ove le rughe di espressione rappresentano la problematica principale.
Permette di andare ad inibire la contrattilità dei muscoli frontale, procero, corrugatore del sopracciglio e orbicolare dell’occhio. Cosi facendo le rughe determinate dalla contrazione di questi muscoli si attenuano, e la cute assume un aspetto più liscio e disteso.
Parallelamente la tossina botulinica ci consente di ottenere un’apertura dello sguardo, grazie al sollevamento del sopracciglio e alla riduzione delle cosiddette zampe di gallina.
La tossina botulinica può essere impiegata anche a diluizione maggiore per trattare le micro-rugosità che si possono osservare sotto agli occhi, distendendo ulteriormente la cute della zona.
FILLER
L’utilizzo dei filler nel terzo superiore del viso è senza dubbio più limitato rispetto ai terzi medio ed inferiore, in quanto lo svuotamento di questa regione è meno rappresentativo che nelle altre regioni del volto.
Possono essere utilizzati filler sia a base di acido ialuronico, sia a base di idrossiapatite di calcio.
Il loro impiego è da prediligere nella correzione dello svuotamento frontale e temporale, o ancora per rendere meno evidenti eventuali bozze frontali prominenti.
L’acido ialuronico può essere inoltre utilizzato in associazione alla tossina botulinica nel trattamento di rughe molto pronunciate. In questo caso, è necessario eseguire il trattamento in due sedute separate a distanza di circa 10/15 giorni.
LASER TERAPIA
Anche i laser ci possono essere d’aiuto nel trattamento del terzo superiore del viso.
In particolare, si possono impiegare laser frazionati, ablativi o non ablativi, al fine di ridurre ulteriormente rughe profonde.
Il loro utilizzo a questo scopo può essere inteso come integrazione al trattamento con tossina botulinica e/o acido ialuronico, per ridurre i segni più persistenti.
ULTRASUONI MICROFOCALIZZATI
La tecnologia a ultrasuoni micro-focalizzati permette di ottenere un lifting non chirurgico dell’area trattata: ciò è possibile grazie all’azione rigenerativa che il calore generato dagli ultrasuoni stessi ha sul collagene sottocutaneo.
Grazie a questo tipo di trattamento, è possibile ottenere non solo la distensione della cute della regione frontale, ma anche e soprattutto il lifting non chirurgico del sopracciglio, con il risultato di uno sguardo più aperto e riposato.
Tutti questi trattamenti medico-estetici possono essere combinati tra di loro, generalmente in diverse sedute, per ottenere un risultato ottimale.
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