Il 2020 è stato l’anno delle videoconferenze: che sia per ragioni di lavoro o private, più di una volta ci si è trovati davanti alla videocamera del proprio PC o smartphone per poter interagire con le persone, vista la pandemia globale che ci ha necessariamente imposto un distanziamento sociale ed ha incrementato il ricorso allo smartworking.
Una riunione di lavoro o un brainstorming, un aperitivo con le amiche o un compleanno: tutto rigorosamente in videocall, con il volto in primo piano. La webcam è diventata improvvisamente la nuova versione dello specchio. Il nostro volto è sempre davanti a noi, con i suoi punti di forza ma anche con i suoi difetti, che prima magari venivano alla luce solo al mattino o al termine della giornata, durante le operazioni di skin care quotidiano.
Questo ha portato inevitabilmente ad un fenomeno che ha preso il nome di “zoom boom”, ossia a un vero e proprio “boom” di richieste di ritocchi al volto per correggere difetti di natura estetica come ad esempio lassità cutanee e rughe, ma anche perdita dei volumi e dell’ovale del volto. Sono aumentate anche le richieste di trattamenti per occhiaie, borse e rughe intorno agli occhi (le cosiddette “zampe di gallina”) essendo lo sguardo sempre al centro dell’attenzione, sia in videocall che fuori, essendo l’unica parte del volto non coperta dalla mascherina.
È inoltre dimostrato che la luce blu emanata dai dispositivi elettronici come pc, tablet e smartphone influisce negativamente sulla qualità della pelle del viso. La luce blu naturale è una componente della radiazione solare che fa parte della radiazione visibile, e che normalmente ci arriva con un’intensità costante ma molto debole, per cui non arreca danni quanto i raggi UVA e UVB.
Se prendiamo però in considerazione la luce blu artificiale, ossia quella emanata dagli schemi LED e in generale dagli apparecchi elettronici, in relazione a quella che è la soglia di comfort visivo, vediamo che essa può generare un’intensità di luce fino a 1000 volte superiore rispetto a tale soglia. La luce blu è in ogni caso meno dannosa delle radiazioni UV, ma visto il tempo che mediamente si trascorre davanti ai dispositivi elettronici, il suo effetto sull’invecchiamento cutaneo potrebbe non essere trascurabile.
Gli effetti della luce blu si possono ricondurre in primis ad un aumento dello stress ossidativo (effetto analogo a quello dei raggi UV), che comporta un aumento dei radicali liberi che rappresentano molecole implicate nel processo di invecchiamento cellulare. In seconda battuta, è stato visto che la luce blu può penetrare in profondità fino a raggiungere il derma e colpire collagene ed elastina, con conseguenti danni come comparsa o accentuazione di rughe, cedimenti cutanei e iperpigmentazione cutanea.
Non è un caso se le richieste di ritocco al viso in medicina estetica sono aumentate nella seconda metà del 2020: dopo mesi di smartworking e videocall, in molti hanno riferito di sentirsi più stanchi e affaticati, nonché a disagio perché non si sentono in armonia con il proprio volto quando questo viene inquadrato dalla videocamera del PC.
Fortunatamente oggi la medicina estetica mette a disposizione tecniche e protocolli non invasivi o mini invasivi, quali ad esempio i filler oppure gli innovativi ultrasuoni microfocalizzati, che permettono di ottenere attraverso anche una sola seduta ottimi risultati in termini di miglioramento della qualità della pelle e della forma del viso.
Dermatologia,Medicina estetica
Roma (RM)