DEFINIZIONE
Il termine autologo indica, nel linguaggio tecnico della medicina, qualcosa che “proviene da sé” e, per estensione, indica tutte quelle procedure e quegli interventi chirurgici che prevedono la donazione di una componente del proprio organismo all’organismo stesso, in maniera tale da trarne dei benefici duraturi. Il trapianto autologo può essere effettuato con varie modalità e sfruttando tessuti diversi dell’organismo, incentrandosi per lo più nel recupero delle cosiddette cellule staminali, in grado di replicarsi indistintamente. Oltre che apportare benefici il trapianto autologo spesso non mostra i fini sperati e può concludersi con insuccesso.
COS’È
In medicina, il termine autologo si riferisce come aggettivo per il trapianto: in questo senso il trapianto autologo è il trasferimento di una porzione di tessuto vivente prelevata da un organismo e innestata nell’organismo stesso, con il fine di acquisire dei vantaggi nel lungo termine.
Il trapianto si definisce autologo in quanto il tessuto ricevente e il tessuto donatore fanno parte dell’organismo della stessa persona; questa accezione viene utilizzata per distinguere il trapianto di tipo autologo da altri tipi di trapianto come il trapianto eterologo, o allotrapianto, in cui si preleva una certa quantità di tessuto da una persona e la si trasferisce ad un’altra. Il vantaggio apportato dal trapianto autologo è quello di evocare, in via potenziale, un basso rischio di GvHD (Graft versus Host Disease) e di fenomeni di risposta immunitaria anche molto gravi.
INDICAZIONI PER IL TRAPIANTO AUTOLOGO
Il trapianto autologo può essere sfruttato sia per fini estetici che per fini terapeutici nella lotta alle neoplasie e alle malattie degenerative.
In questo senso, i pazienti candidabili a un trapianto autologo come procedura di medicina estetica sono quei pazienti che vogliono ripristinare la consueta fisiologia del cuoio capelluto (nel trapianto autologo di capelli) o recuperare la staminalità delle cellule adipose (come nel trapianto autologo di tessuto adiposo).
Nei casi più gravi, il trapianto di cellule staminali emopoietiche può considerarsi un rimedio salva-vita in varie neoplasie come le leucemie mieloidi acute e i linfomi non-Hodgkin.
ESEMPI E TIPOLOGIE DI TRAPIANTO AUTOLOGO
Le tipologie più frequenti di trapianto autologo sono rappresentate da:
- Trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche
Il
trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche (HSC) si effettua prelevando e conservando campioni di
cellule staminali precorritrici delle cellule mature del sangue, nel trattamento contro neoplasie come il mieloma multiplo, la leucemia mieloide acuta e vari linfomi.
- Trapianto autologo di capelli
Il
trapianto autologo di capelli consiste nel prelevare campioni di capelli da una zona in cui sono più fitti e innestarli in una zona glabra del
cuoio capelluto; generalmente sono necessarie più sedute di trattamento per evidenziare le prime migliorie. La parte del cuoio capelluto, sede principale di prelievo dei capelli per il trapianto, è in genere rappresentata dalla cosiddetta
Corona di Ippocrate, ossia la porzione nucale della testa: in questa sede, infatti, i bulbi piliferi sono meno sensibili all’azione atrofizzante della
forma attiva del testosterone.
- Trapianto autologo di grasso
Il
trapianto autologo di grasso, o (auto)
lipofilling, è una tecnica di medicina estetica che consente di prelevare piccoli campioni di cellule adipose dal tronco e di innestarle in aree designate, al fine di ricevere un
gradevole incremento volumetrico (ad esempio nelle guance, nei glutei, nei polpacci, nelle mani).
ESECUZIONE DEL TRAPIANTO AUTOLOGO
Il trapianto autologo per fini estetici prevede dei
test preventivi da effettuare sul paziente per verificare la corretta funzionalità del sistema immunitario e, in un secondo momento, si procede alla
disinfezione dell’area da cui effettuare il prelievo e la sua successiva
immissione in altra area, in genere con un’anestesia eseguita localmente.
L’effettuazione dei
test immunitari prima del trapianto è un evento fondamentale e imprescindibile per la corretta riuscita dell’intervento: sia che si tratti di un trapianto di capelli, sia che si tratti del trapianto di tessuto adiposo, le
cellule sentinella del sistema immunitario sono abituate a riconoscere i propri tessuti ma, in alcune circostanze, possono esibire comportamenti anomali, dando seguito a complicanze anche molto gravi.
RISCHI E COMPLICAZIONI
Le uniche
complicazioni, rare, che potrebbero sorgere come esito di un trapianto autologo per fini estetici sono:
- Permanenza delle cicatrici, che non vengono riassorbite;
- Reazione avversa ai farmaci utilizzati per l’anestesia;
- Infezione nel sito di prelievo o nel sito di innesto;
- Sepsi iatrogena.
FONTI:
- Nicolò Scuderi. Manuale di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Padova: Piccin; 2014
- Valerio Cervelli, Benedetto Longo. Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Pisa: Pacini; 2021.