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Le protesi mammarie e il loro impiego

Le protesi mammarie e il loro impiego


Mar 03/05/2016 | Dott. Fabio Caviggioli

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Le protesi mammarie sono dei presidi medici utilizzati per riempire gli spazi vuoti della mammella. Le esigenze di impiego delle protesi mammarie si dividono in due obiettivi:



  • aumento estetico del volume mammario

  • ricostruzione mammaria post mastectomia


 


Nel corso degli ultimi decenni – afferma il Dott. Caviggioli – sono numerosissimi i casi di impiego delle protesi mammarie scritti e studiati in letteratura per evidenziare un’eventuale correlazione tra l’insorgenza di tumori al seno e l’utilizzo delle protesi mammarie.


I numeri relativi alle pazienti che nel corso di questi anni si sono sottoposte all’intervento di mastoplastica sono altissimi, e dagli studi effettuati non è mai emersa e stata dimostrata una correlazione con l’insorgenza di specifiche forme di cancro mammario.


Pertanto allo stato attuale, spiega il Dott. Caviggioli, le protesi mammarie utilizzate si possono definire sicure per la salute.


Il silicone, inoltre, impiegato nella realizzazione delle protesi mammarie, è un materiale bio-compatibile: è perfettamente in grado di integrarsi con il sistema immunitario del paziente e pertanto è privo di rischi connessi all’emergere di reazioni immunitarie.  Poiché inerte, il silicone è insensibile verso l’attivazione del sistema immunitario; non sono descritti infatti casi di allergie al silicone nell’impiego delle protesi mammarie.


Una delle evenienze maggiormente sgradite nell’impiego delle protesi mammarie è rappresentata, come afferma il Dott. Caviggioli, dalla contrattura capsulare: quando la capsula che normalmente compare intorno alle protesi in determinate condizioni e in alcuni soggetti può non essere più sottile e morbida ma al contrario dura, tenace e adesa ai tessuti circostanti. In questa condizione avviene un’alterazione della forma della protesi mammaria, con un risultato che esteticamente appare meno soddisfacente e che provoca fastidiose tensioni e dolori nella zona interessata.


 


Come spiega il Dott. Caviggioli, nell’ambito delle protesi mammarie esistono dei miti da sfatare.




  •  Le protesi mammarie non si rompono facilmente.




 Numerosi sono i test di schiacciamento a cui le protesi mammarie vengono sottoposte prima di essere immesse sul mercato. I test hanno determinato una grossa solidità dell’involucro esterno e sviluppato la coesività, una caratteristica propria del gel in silicone impiegato nelle protesi mammarie che consente, in caso di rottura dell’involucro della protesi, di non disperdere il contenuto e anzi di renderlo conglobato su se stesso e facilmente rimovibile.


In tale situazione, sostiene il Dott. Caviggioli, si può facilmente intervenire per ripristinare la situazione precedente mediante la rimozione del contenuto in silicone e la sostituzione della protesi.



  •  Le protesi mammarie non hanno una scadenza.


Le protesi mammarie attualmente impiegate hanno una garanzia con validità a vita. Non è infatti la protesi mammaria a subire una modifica nel tempo. Al contrario, un’alterazione può verificarsi in base alle caratteristiche fisiche del paziente.


Ad esempio, spiega il Dott. Caviggioli, una protesi mammaria inserita nella tasca sottostante al muscolo pettorale può subire un logoramento dell’involucro mediante sfregamento in una paziente con un torace particolarmente spigoloso.


Allo stesso modo alcune tipologie di traumatismi, come l’incidente con scoppio di airbag, possono determinare un alteramento della forma delle protesi mammarie.



  • Le protesi mammarie non sono riconoscibili al tatto.


Il silicone, essendo un materiale inerte, acquisisce la temperatura propria dei tessuti circostanti.


 
Le protesi mammarie si dividono morfologicamente in due categorie:



  1. protesi mammarie tonde, con sezione sferica

  2. protesi mammarie anatomiche, con sezione a goccia


 


Il Dott. Caviggioli sottolinea che, nell’ambito della tipologia delle protesi mammarie da impiegare, occorre valutare attraverso una precisa indicazione chirurgica quale tipologia morfologica sia più adatta per il paziente nel raggiungimento di un risultato ottimale.


 




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Caviggioli Fabio

Autore

Chirurgia plastica,Medicina estetica

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