Mar 30/06/2015 | Dott. Antonella Gallodoro | Medico Certificato Ethigate
Nel processo di invecchiamento concorrono due tipologie di cause, il cronoaging ed il fotoaging. Entrambe determinano, con il passare del tempo (cronoaging) e con l’esposione ai raggi solari e agli inquinanti ambientali, un assottigliamento della cute, un’atrofia dei tessuti adiposo, muscolare e osseo. Questo determina la comparsa di rughe e solchi, perdita di volume di alcune regioni del volto quali l’area temporale e l’area zigomatico-malare, accentuazione del solco naso lacrimale, perdita di elasticità e tono delle guance con accentuazione dei solchi labio-mentonieri e comparsa del bargiglio. Tutto questo determina una scheletrizzazione del viso che appare stanco e segnato da un’espressione triste.
L’approccio attuale nel ringiovanimento del viso tiene conto di tutte queste dinamiche anatomo-funzionali e prevede l’utilizzo di tecniche combinate, cioè l’utilizzo di tossina botulinica per il terzo superiore del viso associata a filler a base di acido ialuronico o idrossiapatite di calcio per il terzo medio-inferiore; oppure tossina butulinica e fili in pdo di trazione; o ancora biostimolazione con collagene o cokctails di acido ialuronico,aminoacidi e vitamine e fili in pdo. La scelta delle differenti tecniche dipende dal tipo di invecchiamento e dall’obiettivo che sia la paziente che il chirurgo plastico vogliono raggiungere nonché dal budget.
Questo è stato il caso Cristina, una paziente di 52 anni, che alla prima visita presentava una cute con crono e photo-aging moderato, pelle sottile e poco tonica, area malare-zigomatica appiattita, qualche ruga sulla fronte in condizioni statiche, una ptosi lieve della coda del sopracciglio e un principio di codice a barre. Il tutto rendeva il suo viso triste e stanco. Il planning che le ho proposto è stato quello di cominciare con la tossina botulinica per la fronte e gli occhi. Dopo 15 giorni ho rivisto Cristina e abbiamo deciso di continuare con il ripristino dei volumi mancanti delle aree malare-zigomatica, del solco lacrimale e ridefinizione del contorno mandibolare e con il trattamento del codice a barre. In questo caso ho utilizzato un filler a base di acido ialuronico di media densità per le labbra approfittando anche a dare un leggero volume e l’idrossiapatite di calcio per i volumi. Ho rivisto la paziente dopo 1 mese.Il risultato era a mio parere soddisfacente sebbene la paziente lamentava ancora una certa lassità nella zona del bargiglio. Le ho proposto un ciclo di sedute di collagene bioristrutturanteo dei fili in pdo di trazione. Abbiamo optato per i secondi. A parte qualche ecchimosi scomparsa nel giro di alcuni giorni, Cristina è tornata a studio dopo 15 giorni riferendomi di essere soddisfatta del lavoro eseguito sul suo viso.
Ciò che ricordo sempre ai miei pazienti è che i trattamenti di medicina estetica non danno lo stesso risultato su tutti i visi. Occorre rivolgersi a un medico specialista che possa valutare la situazione clinica del paziente e spiegargli le varie opzioni di trattamento, approfondendo sia i benefici che gli eventuali rischi di ognuna.
A cura della dott.ssa Antonella Gallodoro ⇓ CONTATTA ⇓
Chirurgia plastica,Medicina estetica
Medico Certificato Ethigate
Taormina (ME)
Acireale (CT)