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Novità: filler ibridi per un viso rimodellato con eleganza

Novità: filler ibridi per un viso rimodellato con eleganza


Ven 07/06/2024 | Dott. Andrea Lazzarotto

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La medicina estetica scopre il concetto di “ibrido”, cioè la metodica di combinare sostanze iniettive in una “miscela” vantaggiosa per la pelle. Con i filler di nuova generazione si possono mixare più principi attivi per contrastare l’invecchiamento del volto a più livelli. Ne parliamo con il dottor Andrea Lazzarotto, specialista in Chirurgia Maxillo-Facciale, membro di società scientifiche quali EAFPS (European Accademy Facial Plastic Surgery) e AICEFF (Associazione Italiana Chirurgia Estetica e Funzionale della Faccia).

Che cosa vuol dire filler ibridi?


Per filler ibridi si intende la possibilità, studiata scientificamente, di mischiare due filler che di solito vengono iniettati in modo singolo. Nel mio caso, in particolare, si tratta della combinazione: idrossiapatite di calcio + acido ialuronico formulato con l’associazione di glicerolo. Le 2 sostanze vengono letteralmente mixate all’interno della stessa siringa, poiché sono compatibili tra loro, come hanno dimostrato gli studi più recenti. Abbiamo condotto dei follow-up a sei mesi, tempo, secondo me, ragionevole quando si parla di medicina estetica.

Perché suggerisce i filler ibridi?


Perché l'invecchiamento del volto è un processo multifattoriale, che coinvolge più strutture: cutanea, ossea, adiposa, muscolare. Da un lato la pelle si impoverisce di tutte le sue funzioni, come per esempio quelle protettive, dall’altro lato inizia a cedere. A ciò si aggiunge il fenomeno, proprio dell’età, che in medicina si chiama riassorbimento osseo, cioè una sorta di “riduzione” delle ossa facciali, come se diventassero più piccole. Inoltre, il tessuto adiposo sottocutaneo, quello che è in parte responsabile del turgore tipico della giovinezza, si assottiglia. Come se non bastasse, anche le fasce muscolari del viso subiscono un cambiamento, andando incontro all’atrofizzazione. Infine, la generale disidratazione fa da corollario a tutti questi fenomeni.

Dato il coinvolgimento di più strutture nell’invecchiamento fisiologico, si comprende bene l’efficacia dei filler ibridi, come il mix di idrossiapatite di calcio e acido ialuronico con glicerolo.

Come agiscono?


I filler ibridi curano sia le problematiche degli strati profondi dei tessuti del volto, dove si producono le proteine responsabili del sostegno cutaneo (collagene ed elastina), che gli strati più in superficie dove compaiono le linee e le alterazioni dei lineamenti. In altri termini, i filler ibridi mentre fortificano le “fondamenta” dei tessuti del volto, si occupano contestualmente anche del suo involucro, un po’ come accade con una ristrutturazione di una casa che sta per cadere a pezzi.

In particolare, il filler a base di idrossiapatite di calcio stimola la produzione di collagene e di elastina; e il filler con acido ialuronico e glicerolo idrata intensamente, rendendo la cute più levigata e turgida. Entrambe le sostanze si rinforzano l’un l’altra, agendo in sinergia. E i follow up a distanza di 6 mesi lo dimostrano.

Dove si iniettano?


Nella parte inferiore del volto, che in gergo medico chiamiamo terzo medio e terzo inferiore, quindi dall’area malare (dalla zona delle guance) al mento, trattando tutta la linea mandibolare.

Quali sono i risultati del filler ibrido?


Nell’immediato c’è un delicato effetto riempitivo con risultati eleganti e raffinati, cioè tutt’altro che gonfi e “gommosi”. A distanza di qualche settimana, l’idrossiapatite di calcio fornisce un potente input ai fibroblasti affinché producano più collagene ed elastina, con il risultato di rendere la pelle, più tonica e compatta. Nel frattempo, l’altra sostanza del filler ibrido, cioè l’acido ialuronico mixato al glicerolo, fornisce un potente booster al processo di “ringiovanimento” della cute, per il suo potere idratante. In sintesi, il viso appare come rimodellato e con una pelle più bella, che riacquista più idratazione e turgore.

A chi è consigliato questo trattamento?


In genere a chi ha un volto con i primi cedimenti cutanei, con i lineamenti un po’ alterati dalla lassità o dallo svuotamento dei tessuti. Ma è indicato soprattutto per chi desidera risultati eleganti, raffinati, che non stravolgano il viso. Sembra fatto apposta per chi teme (ed è legittimo!) il giudizio degli altri.

A che età?


Dai 35-40 anni in poi.

Quanto durano i risultati?


La risposta al trattamento è soggettiva, ma in genere arriva anche sino a 12 mesi. E poi eventualmente sarà necessario un piccolo “ritocco”, ma intanto la pelle si sarà risvegliata grazie al nuovo concetto di filler ibrido della medicina estetica.

Ci sono delle controindicazioni?


Nessuna in particolare, ma è importante che il trattamento iniettivo con i filler ibridi venga eseguito solo ed esclusivamente da medici esperti e formati in queste metodiche, poiché sono le uniche figure in grado di miscelare bene le sostanze e utilizzarle nel modo corretto, come da indicazione scientifica.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

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Lazzarotto Andrea

Autore

Chirurgia Maxillo Facciale,Medicina estetica

Udine (UD)

Montano Lucino (CO)


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