La fotobiomodulazione, o fototerapia a LED, è un trattamento finalizzato alla stimolazione dei tessuti indotti a sintetizzare nuovo collagene ed elastina. Il procedimento, inoltre, inibisce la collagenasi per cui diventa particolarmente opportuna per la biostimolazione cutanea ed il fotoringiovanimento. La fotobiomodulazione è utilizzata soprattutto nel trattamento dell’invecchiamento cutaneo, alopecia, acne e lesioni cutanee. Rispetto ad altre tecniche affini, è un trattamento non invasivo ed atermico.
Introduzione
La scoperta teorica del LED risale all’inizio del XX secolo e, nel corso dei decenni successivi, molti scienziati cercarono di realizzare dispositivi funzionali ed efficienti, con scarso successo. Nel 1962 fu realizzato il primo LED da Nick Holonyak Jr. e fu aperta ufficialmente la strada alla commercializzazione del prodotto. La tecnologia a LED, oggi, è utilizzata in ogni campo ed ha radicalmente cambiato molti settori, tra cui quello medico. Proprio in questo campo, le peculiarità del LED hanno permesso di raggiungere importanti risultati nell’evoluzione delle tecniche e dei dispositivi medicali.
Che cos’è la fotobiomodulazione
La
fotobiomodulazione è una innovativa tecnica di
stimolazione cellulare capace di agire in modo concreto sugli effetti dell’
invecchiamento cutaneo, la
calvizie, le
adiposità localizzate, la
cellulite nonché
lassità cutanee e
tono muscolare. Il funzionamento di questo trattamento è basato sull’azione della
luce LED capace di generare un effetto
fotobiologico sulle cellule portando all’attivazione della
catena respiratoria nei mitocondri. Questo meccanismo innesca una lunga serie di reazioni biochimiche in stretta relazione con i parametri dell’irradiazione.
Le zone del corpo che possono essere trattate con la fotobiomodulazione sono:
- Viso
- Contorno labbra e occhi
- Decolté
- Seno
- Braccia
- Addome
- Gambe
- Glutei
Quali sono gli effetti della fotobiomodulazione?
La fotobiomodulazione ha effetti concreti su:
- Aumento della produzione di elastina e collagene
- Riduzione della pigmentazione
- Azione antinfiammatoria
- Azione cicatrizzante
Per cosa è indicata la fotobiomodulazione?
Le principali applicazioni della fotobiomodulazione sono:
- Fotoringiovanimento
- Adiposità localizzata
- Cellulite
- Lassità cutanee
- Tono muscolare
- Calvizie
- Acne
- Psoriasi
- Rosacea
- Recupero da ferite chirurgiche
Come funziona la fotobiomodulazione
La fotobiomodulazione utilizza la luce LED per ottenere una risposta dei
fotorecettori presenti nei tessuti. Al contrario del
laser e della
luce pulsata, i LED sono
atermici e non esercitano alcun effetto ablativo. I dispositivi utilizzati in questo tipo di trattamento sono numerosi e diversi tra loro ovvero esistono strumenti dotati di manipoli che erogano luce LED, cabine per i
trattamenti total body, caschi per i trattamenti del capo o bracci semoventi che possono essere posizionati sull’area da trattare.
Il trattamento non è dunque standardizzato ed è modulato in base al dispositivo, alla lunghezza d’onda utilizzata e alle sostanze adoperate per aumentare la fotosensibilità. Il trattamento può essere inoltre utilizzato in combinazione con altri trattamenti di medicina estetica.
La fotobiostimolazione può essere accompagnata a:
- Filler
- Botox
- Peeling
- Radiofrequenza
- Elettroporazione
- Luce pulsata
- Microdermoabrasione
Fotobiomodulazione: le sedute
La fotobiostimolazione è una tecnica sicura e consolidata che non comporta alcun rischio per la salute. È altresì opportuno, però, rivolgersi sempre a strutture e personale qualificato dopo aver consultato un medico per valutare possibili interazioni del trattamento con cure farmacologiche o condizioni patologiche esistenti.
Le sedute hanno una durata variabile in funzione della zona e del problema da trattare. Mediamente,
una seduta ha una durata di circa 30 minuti mentre l’irradiazione è contenuta in 10/15 minuti. Il trattamento non prevede alcuna anestesia ma, in base alle necessità, possono essere applicate sulla cute sostanze in grado di migliorare la risposta alla luce.
Per ottenere risultati è fondamentale articolare il trattamento su più sedute con un minimo di 4 per il trattamento del collo ad un massimo di 15 sedute per il trattamento di cosce, glutei e gambe. Al termine del trattamento, e dopo le dovute valutazioni, possono essere eseguite sedute di mantenimento mensili.
Fotobiomodulazione: i pro e i contro
I pro della fotobiomodulazione sono rappresentati dall’
assenza di effetti collaterali e controindicazioni oltre che a minori costi per seduta rispetto ad altri trattamenti. Il trattamento inoltre è assolutamente indolore e non ha alcuna limitazione in base al fototipo o alla stagionalità come invece avviene nei trattamenti laser, luce pulsata, ecc. Infine, non vi è alcun tempo di recupero ed
i soggetti che si sottopongono a fotobiomodulazione possono riprendere le loro normali attività al termine di ogni seduta.
Di contro, vi è da sottolineare che non sono presenti al momento protocolli standardizzati e questo limita fortemente i risultati che possono essere ottenuti. Un altro aspetto che potrebbe rappresentare un limite è la necessità di effettuare più sedute prima di ottenere risultati visibili oltre alla possibilità che vi sia una risposta radicalmente diversa a seconda dell’area trattata.
In definitiva, è possibile concludere che la fotobiomodulazione sia un trattamento efficace e sicuro sebbene necessiti di un intervento concreto di organi sanitari e/o amministrativi al fine di elaborare dei protocolli standardizzati e condivisi.
In collaborazione con Pasquale Ambrosio
Fonti:
- Gianni Forcolini, “Illuminazione a LED Funzionamento-Caratteristiche-Prestazioni-Applicazioni”, editore Ulrico Hoepli , Milano,2008
- Angela Capponi, Fotobiomodulazione, Accademia Dermatologica Italiana, Roma, 2010.
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