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Bellezza a lungo termine con la biorivitalizzazione

Bellezza a lungo termine con la biorivitalizzazione


Ven 24/05/2024 | Dott. Maria Cristina Orlandini

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Il segreto di una bella pelle? In molti casi è l’idratazione costante. Ma spesso una crema cosmetica e un’alimentazione corretta (unita all’abitudine di bere almeno un litro e mezzo al giorno) non bastano.
Ipotizziamo che tu abbia dai 40 ai 50 anni, una pelle curata ma già con qualche segno dell’età. Oppure che abbia superato i 50 anni, un aspetto non ancora invecchiato, ma della freschezza di un tempo non c’è più l’ombra. Anzi, la pelle accusa disidratazione, come se fosse perennemente assetata e la texture è poco levigata. In questi casi, quali trattamenti di medicina estetica “soft” sono maggiormente indicati? L’obiettivo è migliorare la qualità della pelle, che può avere due connotazioni: ritrovare la skin quality, e poi mantenerla nel tempo. La risposta si chiama: biorivitalizzazione. Ne parliamo con la dottoressa Maria Cristina Orlandini, medico estetico.


Una definizione di biorivitalizzazione, per chi non la conosce.


È un’iniezione, anzi più di una, di acido ialuronico mixato con glicerolo. Le “punturine” vengono effettuate nel derma superficiale, in maniera diffusa su tutte le guance. Sono abbastanza tollerabili, poiché non provocano dolore. Ma non chiamatele “vitamine” (come si faceva una volta ndr): il trattamento di biorivitalizzazione è come un’infusione di nutrimento che rinfresca la pelle dall’interno, donandole un aspetto luminoso, levigato e decisamente sano. È questo il concetto di skin quality o skin vitality. Il valore aggiunto è dato dalla combinazione di acido ialuronico debolmente cross-linkato e di glicerolo, una sostanza che permette che l’acido ialuronico resti a lungo nella matrice cellullare della pelle. In altre parole, gli effetti durano oltre i 6 mesi.

Quali sono gli effetti concreti della biorivitalizzazione?


Rende la pelle più levigata, livellando le micro-linee superficiali, le eventuali depressioni, e i postumi dell’acne. Nel tempo, se il trattamento viene ripetuto, la biorivitalizzazione mantiene la bellezza della pelle a lungo.

Possiamo definire la biorivitalizzazione come un prolungatore di giovinezza?


Se le condizioni di partenza lo permettono, sì, la biorivitalizzazione è uno skin saver che evita che la pelle si sciupi a causa del tempo. Essendo un trattamento molto soft, non è indicato in caso di segni importanti di invecchiamento come ad esempio i cedimenti cutanei. Ma la biorivitalizzazione rientra senz’altro nelle metodiche di medicina estetica a bassissima invasività a cui ricorrere in modo preventivo.

Chi è il paziente ideale della biorivitalizzazione con acido ialuronico e glicerolo?


È trasversale, donna o uomo non fa differenza. In genere, ha dai 40 ai 50 anni, ma può aver superato i 50 anni o essere sui 30. In base all’età, si calibra la quantità di prodotto da iniettare. Alcuni “sintomi” che possono indurre a chiedersi se sia il caso di regalarsi un trattamento di biorivitalizzazione sono:

- la disidratazione perenne, nonostante le buone abitudini;
- il grigiore diffuso che richiederebbe tanto trucco;
- una generale stanchezza impressa sul viso, che non va via nemmeno dopo il riposo.

In tutti questi casi, un ciclo di biorivitalizzazione restituisce idratazione, luminosità e turgore.

Quante sedute sono consigliate?


Inizialmente 3 sedute a cadenza mensile, e poi circa 2 volte l’anno. Ma è un trattamento che si può eseguire più spesso, soprattutto se il paziente non è predisposto agli ematomi. 

La biorivitalizzazione riempie le rughe?


Quelle superficiali sì, ma è stato osservato che la ripetizione periodica del trattamento biorivitalizzante rallenta la formazione delle rughe naso-geniene o lo svuotamento del viso, tipico dell’invecchiamento. Naturalmente è necessario che la struttura morfologica del viso sia compliante.

Ma poi ci si ritrova con il viso gonfio?


No, perché la biorivitalizzazione non procura edemi, è come se fosse paragonabile a una potente maschera di idratazione sottocutanea che dà quell’effetto glow o glass skin che piace tanto oggi. In molti casi, migliora anche il colorito che diventa più uniforme e meno tendente ai rossori. E questo è ciò che appare in superficie. In profondità, invece, la matrice extracellulare viene animata, ricevendo input a produrre acido ialuronico (il nostro naturale) e fibre elastiche di collagene e di elastina.

Quando è più indicato fare un trattamento biorivitalizzante.


Non c’è una vera e propria stagionalità, ma se dobbiamo indicare un momento, quello è prima e dopo l’estate. Non a caso all’estero parlano già di summer skin quality.

 
In collaborazione con Alessandra Montelli.

 

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Orlandini Maria Cristina

Autore

Medicina estetica

Rodengo Saiano (BS)

Brescia (BS)


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