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C.a.c. complesso areola-capezzolo


Mer 26/10/2022 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

Il complesso c.a.c., o complesso areola-capezzolo, è l’insieme di due strutture anatomiche presenti sul seno, rappresentando il capezzolo la piccola estroflessione di forma conica sporgente dal centro della mammella, e l’areola la zona circolare di colore più pronunciato (rosso o tendente al marrone) che circonda il capezzolo. Durante interventi chirurgici particolarmente aggressivi, come la mastectomia demolitiva dovuta a carcinoma della mammella, molto spesso il complesso areola-capezzolo viene escisso e sovvertito nella sua morfologia. Grazie ad interventi chirurgici di natura estetica, è possibile procedere però alla ricostruzione dell’intero complesso c.a.c., restituendo alla donna un risultato estetico decisamente migliore.

COS’È

Il complesso areola-capezzolo rappresenta l’area esterna del seno e si colloca al culmine della mammella. La forma e le dimensioni del complesso sono molto variabili tra uomo e donna e tra individuo e individuo; I capezzoli possono presentarsi molto pronunciati ed ingombranti o quasi del tutto assenti, così come l’areola può essere delimitata intorno al capezzolo di alcuni millimetri o estendersi per molti centimetri intorno al capezzolo.

I capezzoli sono generalmente di forma cilindrica o conica e ospitano i dotti galattofori. Negli individui di sesso femminile i capezzoli sono, di norma, più grandi per permettere l’allattamento della prole. L’areola è di forma circolare e racchiude il capezzolo. Le funzioni dell’areola sono quelle di proteggere l’area predisposta all’allattamento e favorire la suzione del neonato.

MASTOPLASTICA RICOSTRUTTIVA DEL COMPLESSO C.A.C.

La mastoplastica ricostruttiva del complesso c.a.c., o complesso areola-capezzolo, è l’intervento di chirurgia plastica che mira a ricostruire per intero la conformazione e la funzionalità sia dell’areola che del capezzolo, entrambi disposti al centro della mammella femminile; questo intervento, svolto da un chirurgo plastico specializzato, può essere eseguito nel contesto di un intervento demolitivo della mammella, oppure successivamente a quest’ultimo e risponde a precisi fini di natura estetica e legati al benessere della persona. Molto spesso, infatti, le donne a cui è stata asportata gran parte del tessuto mammario accusano un’immagine di sé distorta e ricorrono a questo intervento per ottenere nuovamente un seno morfologicamente normale.

INDICAZIONI

Come si diceva, le donne che ricorrono alla ricostruzione plastica del complesso areola-capezzolo desiderano ritornare ad avere un seno allineato alla normale fisiologia dell’organismo, ottenendo anche un notevole beneficio psicologico e un miglioramento dell’autostima.

In particolare, le donne che potrebbero ricorrere all’intervento ricostruttivo del c.a.c. sono:


  • Pazienti che sono state sottoposte a chirurgia demolitiva del tessuto mammario, in seguito a carcinoma della mammella o altra patologia neoplastica;

  • Pazienti che hanno subìto un grave trauma di natura meccanica (come il trafiggimento da oggetto contundente) oppure di natura chimica, come un’ustione da agenti caustici;

  • Pazienti che presentano un quadro genetico che ha portato ad alterazione e ipotrofia del tessuto della mammella, come nell’agenesia mammaria o nella Sindrome di Poland.


PREOPERATORIO

Prima dell’operazione, la paziente deve effettuare una visita con il chirurgo plastico (specializzato in mastoplastica correttiva o chirurgia plastica oncologica) per valutare la tecnica ricostruttiva da applicare per il complesso areola-capezzolo e per individuare eventuali controindicazioni alla procedura.

Durante la visita pre-operatoria, il medico prescrive alla paziente degli esami ematochimici di laboratorio in cui sono da analizzare soprattutto la conta piastrinica e il panel della coagulazione, per scongiurare eventuali emorragie intra-operatorie.

ESECUZIONE DELL’INTERVENTO

L’intervento di ricostruzione del complesso areola-capezzolo è di norma eseguito in regime ambulatoriale con anestesia locale e ha una durata media compresa tra 30 e 60 minuti, a seconda di quanto deve essere ricostruito.

La tecnica dell’intervento varia in base alla sede della ricostruzione, ovvero se concentrata prevalentemente sul capezzolo oppure sull’areola; la ricostruzione del capezzolo avviene o prelevando parte del tessuto sano del capezzolo controlaterale oppure utilizzando un lembo di cute che, opportunamente teso, mima la forma capezzolare.

L’areola viene invece ricostruita o con prelievo di tessuto sano contro laterale se l’areola non demolita è abbastanza grande oppure per innesto cutaneo: in quest’ultimo caso si preleva dalla stessa persona una piccola porzione di cute da una zona di norma più pigmentata come dalla regione inguinale, e successivamente la si trapianta al centro della mammella su cui si interviene. In breve tempo, la nuova zona di cute trapiantata assumerà la stessa gradazione cromatica di una normale areola, integrandosi con il resto del tessuto mammario.

POST OPERATORIO

Dopo l’operazione, si deve tornare in visita dal chirurgo plastico per la rimozione dei punti di sutura utilizzati per l’innesto cutaneo dell’areola e per il monitoraggio post-operatorio consueto; si deve dimostrare particolare accortezza nel rinnovare le medicazioni che vengono applicate nel complesso areola-capezzolo e si possono utilizzare dei particolari unguenti per favorire il riassorbimento delle cicatrici. In alcuni casi viene anche prescritto l’utilizzo di un paracapezzolo in silicone per proteggerlo dall’attrito con gli indumenti nelle settimane seguenti l’operazione.

Usualmente, vengono anche prescritti farmaci anti-infiammatori non steroidei per controllare eventuali dolori, come l’ibuprofene o il ketoprofene.

RISCHI E COMPLICAZIONI

Le complicanze più frequenti che si possono riscontrare dopo una mastoplastica ricostruttiva del c.a.c. sono:

  • Edema del capezzolo e dell’areola;

  • Mancato attecchimento dell’innesto areolare;

  • Comparsa di un processo atrofico del c.a.c.;

  • Perdita di proiezione del capezzolo ricostruito;

  • Deiscenza delle ferite chirurgiche;

  • Reazione allergica alla sostanza anestetizzante.


FONTI:

  • Valerio Cervelli, Benedetto Longo. Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Pisa: Pacini; 2021.

  • Nicolò Scuderi. Manuale di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Padova: Piccin; 2014

  • Stefano Modena, a cura di. Trattato di senologia. Padova: Piccin; 2006.


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