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Seno tuberoso, cosa significa?

Seno tuberoso, cosa significa?


Lun 20/12/2021 | Dott. Tania Basile

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Il seno tuberoso è una condizione che si manifesta con l’arrivo della pubertà e si caratterizza per malformazioni ad una o entrambe le mammelle. In tale condizione la mammella si sviluppa con una forma tuberosa o tubolare con una risalita del solco mammario ed un iposviluppo di uno o più quadranti. Le cause di questo disturbo sono ancora poco chiare mentre la patogenesi è da inquadrarsi nella costrizione indotta alla ghiandola mammaria da parte dell’iposviluppo del quadrante, o i quadranti, infero interno. Il trattamento di tale condizione è affidato alla chirurgia.

Introduzione

Le malformazioni del seno sono un disturbo assai comune, se si considerano come tali anche le condizioni di lieve entità. Ciononostante, la diagnosi risulta, spesso, molto complessa a causa di una serie di fattori che vanno dalla difficoltà nell’esporre il problema, da parte delle pazienti, all’errata valutazione da parte del medico, che tende a sottovalutare i casi di seno tuberoso.

I primi studi sul seno tuberoso risalgono agli anni ’30 del ‘900, tuttavia le prime descrizioni accurate e la terminologia in uso oggi risalgono agli anni ’70 ed al lavoro di Aston e Rees. I dati in possesso oggi testimoniano come il seno tuberoso rappresenti il 10%, circa, di tutte le malformazioni della mammella.

L’impatto psicologico di questo disturbo sulle pazienti è particolarmente gravoso ed insorge già in età puberale. La diagnosi precoce e un intervento mirato alla risoluzione della condizione rappresentano un percorso obbligato al fine di evitare un progressivo deterioramento del quadro psicologico del paziente e ripercussioni sulle relazioni sociali e nella vita di coppia.

Cos’è il seno tuberoso


Il seno tuberoso è un disturbo a carico della mammella che si sviluppa in modo anomalo. Questa malformazione può affliggere uno o entrambi i seni implicando un coinvolgimento della struttura dell’areola e del capezzolo. La definizione richiama la forma che il seno assume ovvero una forma oblunga, tuberosa oppure tubolare. La ghiandola mammaria, in questa manifestazione, è costretta da una anomalia al quadrante infero interno con risalita del solco mammario ed un generale iposviluppo dell’area.

Il seno tuberoso si associa alla presenza di:

  • Iposviluppo dei quadranti inferiori del seno

  • Anomalie del solco mammario (risalita, costrizione, mancanza)

  • Asimmetria dei seni (circa il 70% dei casi totali)

  • Malformazione dell’area del capezzolo e dell’areola

  • Concentrazione del tessuto ghiandolare dietro il complesso areola-capezzolo

  • Seno o seni cadenti

  • Spaziatura eccessiva tra i due seni


Cause del seno tuberoso


Le cause del seno tuberoso sono sconosciute ed i tentativi di indentificarle in fattori di tipo ambientale o legati alla dieta alimentare non hanno prodotto riscontri. Un aspetto centrale dell’evoluzione del disturbo è la presenza di un anello fibroso basale inestensibile che costringe il tessuto mammario a crescere verso l’esterno e non in modo uniforme.

I sintomi del seno tuberoso compiano nel passaggio all’età puberale in concomitanza con l’aumento del volume della ghiandola mammaria. Le anomalie riscontrabili nello sviluppo del quadrante infero interno configurano la costrizione del tessuto mammario. Questa condizione aumenta la tensione sulla placca areo-capezzolare provocandone la malformazione in una crescita a tubo che si configura secondo livelli di diversa gravità.

Classificazione del disturbo del seno tuberoso


Il seno tuberoso si presenta attraverso 3 gradi in cui la malformazione può riguardare un singolo distretto o evolversi implicando un seno oblungo, con l’areola ed il capezzolo rivolti verso il basso e la base del seno più piccola rispetto al tessuto prominente.

I gradi del disturbo sono identificati in:

  • Grado I


In questa categoria sono da ricomprendersi oltre la metà delle manifestazioni del disturbo. La manifestazione tipica è l’assenza di adeguato tessuto nel quadrante infero interno ed un maggiore sviluppo nella parte superiore ed esterna.

  • Grado II


Nel secondo grado vi è una mancanza di tessuto mammario nei due quadranti inferiori. La condizione è tipica del 25% dei casi totali e in soggetti dal seno normale o piccolo.

  • Grado III


Il terzo grado si riferisce ai casi dove tutti e quattro i quadranti sono interessati con una forma del seno tipicamente a tubercolo. L’areola è solitamente dilatata ad occupare una rilevante porzione del seno e rivolta verso il basso.

Trattamento del seno tuberoso


L’unica strada percorribile nelle diverse manifestazioni di seno tuberoso è il ricorso alla chirurgia estetica. L’azione principale degli interventi è rivolta all’aumento della base del seno e modellazione dello stesso, comprese le aree dell’areola e del capezzolo. Il rimodellamento della ghiandola mammaria è un procedimento complesso tuttavia le moderne tecniche chirurgiche permettono di raggiungere risultati positivi.

La grande varietà di condizioni specifiche della malformazione implica un approccio soggettivo in base alle necessità della paziente. Affianco a mastoplastica e mastopessi, negli ultimi anni si è affermato il lipofilling, una tecnica che prevede il prelievo di grasso autologo da una zona donatrice ed il successivo reimpianto nel seno.

La mastopessi è indicata per le condizioni in cui è necessario un sollevamento del seno e una modifica radicale dell’areola e del capezzolo, con riposizionamento. Nella mastoplastica additiva si procede, invece, al miglioramento della condizione del seno con l’impianto di protesi per aumentare il volume. È possibile che le due tecniche siano utilizzate in combinazione per favorire un modellamento della base del seno, ovvero la reale limitazione presente in tale disturbo.

Il lipofilling è utilizzato nei casi di lieve entità o come tecnica di supporto ai procedimenti chirurgici. L’ausilio di questa tecnica si è rivelata particolarmente importante poiché priva di rischi legati a reazioni allergiche, diffuse con l’utilizzo di protesi artificiali.

Per valutare al meglio la propria condizione e pianificare un intervento risolutivo è indispensabile rivolgersi ad un medico o ad un chirurgo estetico. Il consulto professionale risulta incisivo nella corretta diagnosi e nell’adeguata valutazione del disturbo presente.

 

In collaborazione con Pasquale Ambrosio

 

Fonti:

  • Carlo D’Aniello, Manuale di Medicina Estetica, Masterbooks, 2019.

  • Alberto Massirone, Trattato di Medicina Estetica, Piccin Nuova-Libraria, 2010.

  • Davide D’amico, Manuale di Chirurgia Generale. Piccin 2018.

  • Angelo Faga, Chirurgia plastica. Ricostruttiva ed estetica, Elsevier, 2008.


 

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