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Tatuaggi, rimozione


Mar 13/09/2022 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

La rimozione dei tatuaggi è un procedimento di natura estetica che ha il fine di eliminare in maniera permanente e, sfruttando diverse tecniche, la pigmentazione apportata dal tatuaggio. Molto spesso, infatti, le persone tatuate si pentono del proprio tatuaggio in quanto non è più di gradimento estetico, perdono di significato o sono incompatibili con il proprio lavoro. La rimozione del tatuaggio è tuttavia un atto medico e per tale motivo va eseguita solo in centri specializzati, dopo l'accurata visita preliminare e l’idoneità all'intervento stabilita dal medico.

COS’È

La rimozione dei tatuaggi è un processo attivo che permette di eradicare ed eliminare in maniera permanente la pigmentazione introdotta con un tatuaggio sulla cute. Tale procedura, che può essere attuata sfruttando diverse tecniche, va a cancellare del tutto la presenza del tatuaggio in qualsiasi regione del corpo.

Le ragioni che portano una persona a voler rimuovere per sempre il proprio tatuaggio sono da ritrovare nel fatto che il tatuaggio abbia perso di significato, che non sia più di gradimento, che sia sbiadito, oppure che risulti incompatibile con la propria attività lavorativa o per motivi di salute. Il processo di rimozione del tatuaggio assume in genere una certa invasività e deve pertanto essere valutato da un medico specializzato del trattamento, il quale guida il paziente verso la tecnica più efficace per la riuscita dell'intervento.

I fattori che portano a rendere l'intervento pienamente efficace vengono a dipendere dalle dimensioni del tatuaggio, dalla sede in cui il tatuaggio è stato impresso nonché dagli eventuali rimaneggiamenti da parte del tatuatore sullo stesso tatuaggio, ad esempio per renderlo più appariscente e meno sbiadito nel corso del tempo.

INDICAZIONI

Come detto, il processo di rimozione del tatuaggio è indicato a quei soggetti che:


  • Non trovano più di proprio gusto estetico il tatuaggio impresso;

  • Non associno più un particolare significato al tatuaggio;

  • Percepiscono il proprio tatuaggio come sbiadito o poco evidente;

  • Trovano il tatuaggio incompatibile con l'attività lavorativa eseguita;

  • Devono eliminare il tatuaggio per ragioni puramente di salute.


PREOPERATORIO

La fase preoperatoria dell'intervento di rimozione del tatuaggio è assolutamente obbligatoria e va effettuata presso un centro medico di riferimento, specializzato proprio nella rimozione attiva dei tatuaggi. Inizialmente, il medico si preoccupa di comprendere perché il soggetto abbia effettuato il tatuaggio, da quanto tempo il tatuaggio è stato impresso sulla cute e se ha subito dei rimaneggiamenti successivi da parte del tatuatore per rendere più evidente il disegno sulla pelle.

Dopo aver chiesto al paziente se soffre di particolari malattie, il medico si concentra sull'esame obiettivo della regione cutanea su cui il tatuaggio è stato impresso, facendo caso alla presenza di eventuali zone eritematose e alla presenza di noduli infiammatori o indicativi di patologie cutanee.

Alla fine della visita il medico prescrive al paziente degli esami da effettuare sul sangue e gli raccomanda di astenersi completamente da fumo e alcol nelle due settimane precedenti la data dell'intervento di rimozione del tatuaggio.

ESECUZIONE DELL’INTERVENTO

La metodica di rimozione del tatuaggio può essere eseguita sfruttando varie modalità:

  • Con la dermoabrasione il medico va a escoriare lo strato superficiale della cute fino a giungere al pigmento custodito all'interno della cute sfruttando l'azione di frese particolari.

  • La criochirurgia prevede l'applicazione in situ di azoto liquido a temperature molto basse, il quale va a distruggere in maniera selettiva i tessuti e, in questo caso, le aree cutanee interessate dalla pigmentazione artificiale del tatuaggio.

  • Asportazione chirurgica. L'exeresi chirurgica delle aree cutanee interessate dalla pigmentazione del tatuaggio viene effettuata in caso di tatuaggi di piccole dimensioni in sedi cutanee facilmente accessibili dall'operatore. Questa operazione non viene sempre praticata in quanto sono possibili eventuali reazioni allergiche da parte della cute del paziente.

  • Abrasione salina. L'abrasione salina, o salabrasione, permette di eliminare il pigmento sfruttando l'azione di sostanze caustiche sul tessuto cutaneo, basate sull'applicazione di cloruro di sodio. Questa pratica è oggigiorno desueta in quanto tende a formare delle cicatrici evidenti sulla cute.

  • Tecnologia laser. La fototermolisi selettiva, o frazionata, è il metodo più impiegato attualmente per la rimozione attiva dei tatuaggi, in quanto ritenuto più sicuro per la salute e dalle complicanze più rare. Il laser prevede di applicare dei fasci di luce con lunghezze d'onda predeterminate in grado di denaturare localmente il tessuto interessato dalla pigmentazione del tatuaggio.


POST OPERATORIO: RISCHI E COMPLICAZIONI

Nella fase postoperatoria, il paziente può presentare delle particolari complicazioni ed effetti collaterali, come:

  • Formazione di croste e vescicole;

  • Alterazioni evidenti della pigmentazione cutanea;

  • Sanguinamento modesto di piccoli vasi sanguigni e capillari;

  • Dolore;

  • Eritema.


 

FONTI:

  • Istituto Superiore di Sanità. Rimozione dei tatuaggi.

  • David J. Goldberg. Laser e luce nella terapia dermatologica. Milano: Elsevier Italia; 2006.

  • Alberto Massirone, Trattato di Medicina Estetica, Piccin Nuova-Libraria, 2010.


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