Gio 05/09/2019 | Dott. Rocco Carfagna
La mastoplastica additiva è un intervento attraverso il quale modifichiamo esclusivamente il volume della ghiandola mammaria senza inficiare nessuna funzione fisiologica dell'organismo della paziente.
Ad oggi è l'intervento maggiormente richiesto al chirurgo plastico, grazie all'alta qualità dei materiali utilizzati che consente di ridurre al minimo le possibili complicanze e ai miglioramenti tecnici apportati alle modalità attraverso le quali viene eseguito.
Ricorrono a mastoplastica additiva donne che vogliono migliorare la forma o la dimensione del seno (chirurgia estetica), ma anche ricostruirlo a causa di malformazioni congenite, traumi o in seguito ad intervento di mastectomia (chirurgia plastica- ricostruttiva).
Questa operazione permette di correggere un seno piccolo, ma anche cadente e poco tonico, ad esempio in seguito a dimagrimento improvviso, gravidanza o allattamento. L’aumento del volume viene realizzato grazie all’inserimento di protesi che variano per i materiali da cui sono costituite, per forma e dimensione.
L’obiettivo della mastoplastica additiva è quello di creare un effetto armonioso e naturale, che possa risultare gradevole e soddisfare esteticamente la paziente: per questo è molto importante affidarsi ad un chirurgo plastico esperto, che tenga conto delle richieste e per donare un seno all’altezza delle aspettative.
Innanzitutto, prima di eseguire una mastoplastica additiva, la paziente deve essere preventivamente visitata, effettuando opportune misure antropometriche, in modo da utilizzare la tipologia di protesi e la tecnica maggiormente adatte, esattamente come quando si decide un abito su misura.
La tipologia di intervento che offriamo ai pazienti oggi è la Rem Tecnique. Questa tecnica ci consente di studiare e decidere l’intervento di mastoplastica additiva più idoneo per ciascuna paziente, affinché venga assicurato il risultato personalizzato più adatto, in maniera “tailor made”: la scelta dell’impianto protesico è di fondamentale importanza affinché l’effetto visivo al termine dell’intervento possa risultare il più naturale ed armonico possibile.
A tal proposito la misura desiderata va attentamente valutata in base all’anatomia di partenza e al risultato estetico atteso: essa dovrà essere proporzionata al resto del corpo, al fine di garantire risultati ottimali ed evitare di creare un effetto di “seno finto”. Il chirurgo deve guidare la paziente nella scelta della protesi (forma e volume) e della tipologia di posizionamento maggiormente adatta.
Prima dell’intervento di mastoplastica additiva la paziente deve essere valutata idonea e questo richiede una serie di esami a cui essa si deve sottoporre: vengono richiesti esami del sangue, elettrocardiogramma, ecografia mammaria e mammografia (in donne con più di 40 anni). Alcuni giorni prima dell’operazione deve essere interrotta l’assunzione di qualsiasi farmaco e 12 h prima, l’assunzione di cibo. La paziente viene poi ricoverata, sottoposta all’intervento e successivamente, dopo qualche ora, dimessa.
La durata dell’intervento è di circa 1 ora. La mastoplastica additiva può essere effettuata in anestesia loco-regionale o generale, la quale comunque risulta essere preferibile per il decorso post-operatorio meno doloroso e la più rapida ripresa. Le incisioni vengono suturate con un punto di sutura che viene rimosso dopo alcuni giorni. Non ci sono, di norma, né drenaggi né fasce.
L’incisione può avvenire a livello del solco sottomammario o attorno all’areola (emi-areolare), in funzione alla conformazione fisica e alla tipologia/dimensione dell’impianto.
Le protesi mammarie utilizzate nell’intervento di mastoplastica additiva sono dispositivi medici di classe III (Ministero della salute). Attualmente l’offerta è molto ampia e si possono scegliere protesi con diverse caratteristiche fisiche e texture. Di solito quelle maggiormente utilizzate sono protesi di silicone, contenenti un gel coesivo di silicone.
Le forme sono variabili:
La scelta della tipologia di protesi è dipendente dalle dimensioni del torace, dalle mammelle e dalla specifica fisicità di ciascun paziente affinché l’intervento risulti il più naturale possibile.
La struttura superficiale della protesi ne determina la risposta del tessuto mammario:
La protesi utilizzata nell’intervento di mastoplastica additiva può essere inserita in posizione retro-ghiandolare (dietro la ghiandola mammaria, sopra il muscolo pettorale) se è presente sufficiente tessuto ghiandolare o sotto-muscolare (sotto il muscolo pettorale). Tuttavia, oggi viene molto utilizzata la “Dual Plane”, una tecnica mista che prevede un posizionamento per metà dietro la ghiandola e per metà dietro il muscolo gran pettorale. Questo tipo di mastoplastica additiva assicura, unitamente al volume desiderato, una forma piacevole e naturale.
In seguito all’intervento di mastoplastica additiva è necessario utilizzare un reggiseno contenitivo chirurgico, il quale ha duplice funzione: da un lato riduce il dolore, dall’altro, tenendo compresso il seno, favorisce la guarigione.
Nel post-operatorio possono manifestarsi i seguenti disturbi:
La contrattura capsulare è la complicanza maggiormente frequente, per quanto sia estremamente rara (3/5%). In che cosa consiste? In seguito all’intervento di mastoplastica additiva e all’impianto di una protesi, l’organismo reagisce alla presenza del corpo estraneo scatenando una risposta immunitaria che porta allo sviluppo di una capsula fibrosa di collagene. Questa normalmente svolge una funzione “positiva”, in quanto isola la protesi dal resto dell’organismo e contribuisce a tenerla in sede. Talvolta, però, essa può contrarsi intorno alla protesi e indurne deformazioni e dislocazioni importanti, con indurimento e indolenzimento del seno.
Attualmente la percentuale con cui si verificano contratture conseguenti a mastoplastica additiva è comunque molto bassa, sia per protesi posizionate al di sotto del muscolo pettorale, che per quelle inserite mediante tecnica Dual Plane.
Le cicatrici possono essere più o meno visibili, a seconda della sede di incisione: quelle che si formano a livello del solco sottomammario sono di fatto poco visibili, perché nascoste dal seno, mentre quella attorno all’areola mammaria sono più visibili. I punti di sutura vengono rimossi dopo circa 7 giorni dall’intervento di mastoplastica additiva, pertanto in questo lasso di tempo vanno evitati traumi nei punti di incisione ed è necessario non lavare la zona, per favorire la cicatrizzazione.
Periodicamente è necessario eseguire i controlli prescritti, per assicurarsi che non si siano verificate rotture della protesi o contratture capsulari invisibili.
Dopo l’intervento di mastoplastica additiva è necessario stare a completo riposo per circa 24 h. A partire dal terzo giorno è possibile riprendere una vita normale, evitando sforzi delle braccia e attività fisica per circa un mese. Successivamente è possibile svolgere anche attività sportiva. Durante il tempo di recupero devono essere utilizzate specifiche fasce toraciche e reggiseni.
Dopo l’intervento di mastoplastica additiva vanno evitati sforzi e attività fisiche che possano indurre complicanze, come il dislocamento delle protesi. In particolare, l’utilizzo delle braccia induce la contrazione del muscolo pettorale e può spostare l’impianto dalla sede in cui è stato inserito.
Questa precauzione va sempre seguita, in particolare se si utilizzano protesi anatomiche, inserite a livello sotto-muscolare.
Chirurgia plastica, Medicina estetica
Salerno (SA)
Roma (RM)