In questi ultimi anni ho visto aumentare in modo considerevole il numero delle mie pazienti interessate ad interventi di mastoplastica addittiva. Molto spesso le donne desiderano aumentare la taglia del proprio seno, senza però tener in considerazione la propria fisionomia.
Affinché il risultato sia naturale ed esteticamente armonioso occorre, invece, che proprio le proporzioni anatomiche siano poste alla base dell’esame del caso specifico e che su di esse sia sviluppato il progetto relativo all'intervento da effettuare.
Così ho pensato che sarebbe stato interessante raccontare ai lettori una mia esperienza clinica affinché potessero conoscere le dinamiche poste alla base del rapporto tra medico e paziente. Esso deve basarsi sul confronto tra le parti, volto ad accogliere le proposte della paziente, valutarle congiuntamente alla luce delle caratteristiche della stessa, con un dialogo aperto e propositivo da entrambe le parti, affinché le conoscenze tecniche del professionista si
incontrino con i reali desideri della paziente e portino al miglior risultato estetico ottenibile.
- DR "Buongiorno Signora, come si chiama e qual'è il motivo della sua visita?"
AF "Buongiorno, sono qui perché
vorrei realizzare un mio sogno, quello di avere
un seno più grande. Da sempre mi sono vergognata di questa mia condizione fisica vestendo maglie larghe che non segnassero il mio petto, sin da ragazzina ho assunto l'atteggiamento di coprirmi il torace con le braccia, quasi a nascondermi".
- DR "Va bene, ma quanto lo vorrebbe aumentare, quale taglia vorrebbe avere?"
AF "Mi piacerebbe portare una quinta".
- DR "Dunque, Signora, ragioniamo insieme. Più le mammelle sono grandi, più sono pesanti, e questo si ripercuote negli anni successivi perché si aggrava
la ptosi, la discesa verso il basso delle mammelle, dovuta inevitabilmente alla forza di gravità, proporzionalmente al loro peso.
Inoltre, lei ha un torace minuto ed un volume molto grande delle mammelle stonerebbe nel contesto del suo tronco superiore. La chirurgia estetica, come ho scritto a caratteri cubitali sul mio sito internet,
deve esprimere naturalezza. Sicuramente spesso si modificano dei tratti somatici in modo importante, ma si deve sempre ricordare che il risultato deve essere assolutamente naturale, altrimenti si producono quei pessimi risultati che purtroppo notiamo sempre più numerosi, che io sono solito chiamare "
fenomeni da baraccone". Se si esce da questi canoni estetici il risultato sarà inestetico e colpirà sì i suoi amici, ma in modo negativo! Contrariamente, un risultato estremamente naturale passa quasi inosservato e spesso si ricevono complimenti tipo: "ti vedo bene", "ti vedo riposata", "ti sta bene questo vestito", "oggi ti vedo più alta, più slanciata", ecc..
AF "Dottore, è vero che ad oggi gli
interventi di chirurgia estetica sono divenuti molto semplici e privi di rischi?"
- DR "Un intervento chirurgico non è mai un passeggiata. Nonostante i settimanali femminili, internet ed i vari articoli pubblicati qua e là recitino che gli interventi chirurgici per estetica siano ormai diventati una consuetudine e, quindi, siano privi di rischio,
ciò non corrisponde assolutamente al vero; mai pensare di affrontarlo con leggerezza.
Bisogna sempre eseguire gli esami pre-operatori che certificano il buono stato di salute, e se un solo valore fosse fuori dai parametri, si deve attendere che rientri nella norma posticipando l'intervento del tempo che si necessita.
La percentuale di rischio non deve essere zero, ma -10."
AF "Ho letto che Lei esegue l'intervento di
mastoplastica additiva per via ascellare in videoendoscopia, cosa significa?"
- DR "Normalmente le vie di accesso, cioè le incisioni che fanno accedere al tessuto sottostante le mammelle per impiantare le protesi, si realizzano sulla mammella e, precisamente, o nel solco mammario oppure intorno al capezzolo. Ovviamente in tal modo si producono cicatrici evidenti che si noteranno per sempre. L'accesso ascellare permette, invece, di
non lasciare cicatrici proprio sulla parte anatomica che si vuole migliorare e questo è un indubbio vantaggio, anche perché nell'ascella la cicatrice sarà coperta dal braccio stesso, dai bulbi dei peli, ecc. quindi anche a seno scoperto
non ci sarà traccia dell'intervento.
La videoendoscopia utilizza una telecamera ad altissima definizione, che permette di vedere non solo attraverso l'incisione chirurgica ma entrando direttamente nel campo chirurgico, con una visione diretta di ogni angolazione che viene ingrandita diverse volte permettendo quindi, grazie alla visione totale, di essere molto precisi sia nel confezionare la tasca periprotesica, sia nell'evidenziare il più piccolo sanguinamento.
Oltre alla telecamera si utilizzano pinze e forbici derivanti dalla
tecnologia destinata agli interventi endoscopici (a cielo chiuso).
Il risultato è molto naturale e di grande soddisfazione".
AF "Ma allora perché non viene utilizzata da tutti i chirurghi?".
- DR "Il mondo è bello perché è vario. Inoltre è un tecnica che prevede
materiali molto costosi (ottica endoscopica computerizzata, aspiratore- portaottica, strumenti endoscopici, ecc..)
ed una lunghissima curva d'apprendimento. Con la tecnica classica la visione è diretta, in quanto si guarda direttamente con i propri occhi attraverso la ferita. Con la videoendoscopia, invece, si entra dentro la ferita e si guarda attraverso un monitor utilizzando dei ferri speciali molto lunghi al posto delle proprie mani. E' molto difficile abituarsi alla differenza tra guardarsi le mani in diretta o attraverso un video, e la manualità stessa cambia molto".
AF "è vero che viaggiando
in aereo le protesi possono scoppiare?".
DR "Questa è un'autentica leggenda americana. I voli di linea sono tutti pressurizzati, cioè, anche a 12.000 piedi, viene ricreata a bordo la medesima pressione che si avrebbe a terra".
AF "L'intervento
prevede una lunga degenza?".
- DR "Di norma la paziente viene dimessa il giorno successivo l'intervento.
Il recupero è molto rapido; la paziente è molto motivata psicologicamente poiché è felice di aver finalmente realizzato il suo sogno".
AF "Sottoponendosi all'intervento
è possibile l'allattamento di un futuro bambino?".
- DR "Questa è un'ottima domanda, che avvalora la mia scelta chirurgica. L'accesso periareolare recide parte dell'innervazione del complesso areola-capezzolo, tant'è che vero che per alcuni mesi le pazienti perdono la sensibilità di quest'ultimo. Oltre a questo può esserci una sezione dei dotti galattofori, poiché per preparare la tasca d'alloggiamento della protesi si seziona, dall'alto,la mammella stessa. Con la tecnica ascellare, invece, la ghiandola non viene neppure toccata; si allestisce la tasca protesica sotto la mammella scivolando sul piano muscolare".
AF "Sembra molto interessante e moderno, preferisco tale tecnica. Iniziamo quindi con gli esami?".
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