Ultima modifica 11.09.2024
La disidrosi è una condizione dermatologica che colpisce comunemente mani e piedi e si presenta con piccole vescicole pruriginose, spesso raggruppate. Nota anche come eczema disidrotico e pompholix, rappresenta fino al 20% dei casi di eczema che colpiscono le mani. Ha una incidenza maggiore tra le persone tra i 20 ed i 40 anni ma non sono del tutto note le cause. Ad oggi, si tende a dar credito all’azione combinata di diversi fattori quali la disfunzione della barriera cutanea, le reazioni allergiche e condizioni di stress persistente. Il trattamento è principalmente farmacologico.
Introduzione
La disidrosi è una condizione molto comune e diffusa che colpisce sia uomini che donne con maggiore frequenza tra i 20 ed i 40 anni. Sebbene nella maggior parte dei casi il disturbo si esaurisca senza particolari sintomi o invadenza, non è escluso che le formazioni su mani e piedi diventino oltre che antiestetiche, terribilmente pruriginose e fastidiose. Può accadere, inoltre, che le stesse si rompino, se troppo grandi, esponendo la cute ad infezioni ed evidenziando la capacità di provocare dolore e bruciore.
Nonostante non sia da considerarsi una malattia grave, la non curanza dei primi sintomi e l’evoluzione della condizione possono provocare conseguenze importanti incidenti sulla qualità della vita dell’individuo. Nelle forme più acute, difatti, le infezioni conseguenti alla rottura delle vescicole possono compromettere l’uso di mani e piedi, anche per lungo tempo, limitando l’attività lavorativa e persino la deambulazione.
Cos’è la disidrosi
L’
eczema disidrotico, o
phompolix, meglio nota come disidrosi, è un disturbo della pelle caratterizzato dalla formazione di vescicole di piccole dimensioni su mani e piedi. Le vescicole si manifestano, spesso, raggruppate tra loro e concentrate; focolai possono interessare più aree, come ad esempio entrambi i lati delle dita, mentre le singole manifestazioni tendono ad interessare il palmo delle mani e la pianta dei piedi. Non è inusuale che nelle aree interessate da disidrosi di verifichi una
desquamazione della cute.
L’evoluzione del disturbo è di circa 3/4 settimane; tuttavia, il decorso può variare da soggetto a soggetto. La maggior parte delle manifestazioni di
disidrosi si esaurisce in modo del tutto spontaneo senza causare alcun problema. Nei casi in cui il disturbo evolva nelle forme più acute si registra la maturazione delle vescicole, con sensazione di prurito e fastidio che inducono il soggetto a grattarsi favorendo così la rottura delle vescicole e la fuoriuscita di liquido. Questo stato espone la cute ad infezioni e dilata i tempi di recupero.
Una delle caratteristiche della disidrosi è la recidiva: le vescicole, difatti, tendono a riformarsi nelle aree precedentemente colpite anche a lunga distanza di tempo dalla completa guarigione. I soggetti colpiti da disidrosi possono periodicamente essere interessati nuovamente dalla condizione, soprattutto nei casi di
disidrosi da stress, condizione che tende a contribuire sia allo scoppio che all’aggravarsi del disturbo.
Cause della disidrosi
Le reali cause della manifestazione della disidrosi non sono del tutto note, ma è possibile isolare alcuni fattori di rischio osservati. Uno dei principali fattori sembra essere lo stress tanto che è stata registrata una maggiore incidenza della malattia nei periodi di particolari condizioni stressanti. Altri fattori possono includere l’
alterazione della barriera cutanea, condizioni ambientali particolarmente estreme, il contatto con allergeni specifici e, raramente, la predisposizione familiare.
In sintesi, i principali fattori di rischio per la disidrosi sono:
- Stress
- Alterazione del film idrolipidico e/o sensibilità cutanea
- Allergie
- Esposizione a determinate sostanze
- Presenza di altre patologie della cute
- Iperidrosi
- Assunzione di alcuni farmaci (neomicina)
- Altre cause non note
Nel 30% dei casi di disidrosi le cause ed i fattori di rischio rimangono sconosciuti ai ricercatori. Inoltre, è importante sottolineare che le condizioni provocate dall’esposizione a sostanze irritanti o le allergie da contatto sono considerate come dermatiti da contatto o
dermatiti allergiche, intervenendo solo indirettamente nella formazione della disidrosi. La familiarità è un altro fattore annoverato tra le cause, tuttavia, non vi è opinione condivisa, nel mondo medico, sulla correlazione tra geni e disidrosi.
Sintomi della disidrosi
Nelle prime fasi, la disidrosi non presenta sintomi importanti ed ha una evoluzione, solitamente, silente ed una regressione spontanea. La comparsa delle bolle diventa riconoscibile quando quest’ultime crescono fino ad 1/2 millimetri soprattutto se raggruppate. Una delle tipicità della condizione, difatti, è la
formazione di gruppi di vescicole ai lati delle dita e, con meno frequenza, sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi. Nel momento in cui le vescicole si seccano sono possibili fenomeni di desquamazione cutanea.
Il principale sintomo che si accompagna con le vescicole è il prurito che può evolvere in dolore nelle fasi acute. A causa dei tentativi di porre rimedio al prurito è possibile che venga lesa l’integrità delle vescicole esponendo la cute ad infiammazione, aggravata dalla secchezza e dalla desquamazione cutanea nell’area interessata.
Riassumendo, i sintomi più comuni della disidrosi, o eczema disidrotico, sono:
- Comparsa di vescicole raggruppate e non sui lati delle dita di mani e piedi o sul palmo e sulla pianta.
- Prurito
- Bruciore e dolore
- Secchezza cutanea
- Desquamazione cutanea
- Sensazione di tensione cutanea
- Infiammazione
Poiché i sintomi dell’eczema disidrotico sono comuni ad altre condizioni patologiche
è sempre opportuno consultare un medico al fine di ottenere una diagnosi specifica e qualificata.
Diagnosi
La
diagnosi di disidrosi si basa principalmente sulla valutazione dei sintomi e sull'esame visivo della pelle da parte del medico di base o di un dermatologo. Il medico inizierà l'esame raccogliendo una dettagliata storia clinica (
anamnesi), ponendo domande riguardanti i sintomi presentati, l'eventuale insorgenza di prurito, bruciore o dolore, nonché la frequenza e la durata degli episodi.
Il medico, inoltre, attraverso l’esame visivo valuta attentamente le aree interessate della pelle, concentrandosi sulle mani, le dita e le piante dei piedi. La presenza di vesciche chiare o rossastre, la distribuzione delle lesioni e la pelle secca e screpolata sono segni tipici della disidrosi.
Al fine di escludere altre condizioni dermatologiche ed eliminare dubbi emersi nell’esame visivo, il medico potrebbe eseguire una biopsia cutanea, prelevando un piccolo campione di tessuto dalla zona interessata per analizzarlo al microscopio. Questo aiuterà a confermare la diagnosi e a escludere altre patologie cutanee.
Cura e trattamento
Il trattamento della disidrosi mira a ridurre i sintomi, alleviare il prurito, prevenire le infezioni e ridurre la frequenza delle recidive. Poiché la disidrosi è una condizione individuale, il trattamento può variare da persona a persona.
Le principali azioni terapeutiche sono:
- Applicazione di creme o unguenti emollienti:
L'idratazione della pelle è fondamentale per migliorare la sua barriera protettiva e ridurre il prurito. Utilizzare creme o unguenti emollienti regolarmente può aiutare a mantenere la pelle idratata.
- Utilizzo di corticosteroidi topici:
Il medico potrebbe prescrivere creme o unguenti contenenti corticosteroidi per ridurre l'infiammazione e il prurito. È importante seguire attentamente le istruzioni del medico riguardo all'applicazione e alla durata del trattamento con corticosteroidi, poiché un uso prolungato può avere effetti collaterali.
In alcuni casi, il medico potrebbe raccomandare antistaminici orali per ridurre il prurito e l'infiammazione associati alla disidrosi.
- Eliminazione dei fattori scatenanti:
Se possibile, evitare il contatto con sostanze irritanti o allergeni che possono peggiorare i sintomi della disidrosi. Questi possono includere detergenti aggressivi, solventi, nichel, lattice, altre sostanze chimiche nonché sostanze note ai singoli soggetti come allergeni.
L'applicazione di impacchi freddi può aiutare ad alleviare il prurito e l'infiammazione.
- Evitare l'auto-trattamento:
Evitare di rompere le vesciche o sfregare la pelle, poiché ciò potrebbe aumentare il rischio di infezione e/o incidere sui tempi di guarigione.
In alcuni casi di disidrosi grave o resistente al trattamento, la
fototerapia (terapia con luce ultravioletta) può essere considerata come opzione di trattamento.
Se si verifica un'infezione della pelle, il medico può prescrivere antibiotici per prevenire o trattare l'infezione.
Fonti:
- Sabra M. Lofgren, Erin M. Warshaw, Dyshidrosis: Epidemiology, Clinical Characteristics, and Therapy, Dermatitis Vol.17 n°4, 2006.
- Giuseppe Fabrizi, Calogero Pagliarello. Diagnosi della dermatite atopica. In: La pratica dell’atopia. Springer, Milano, 2008.
- Pietro Donati. Dermatopatologia clinica. Torino: Minerva medica; 2018.
- Tullio Cainelli, Alberto Giannetti, Alfredo Rebora, Manuale di dermatologia medica e chirurgica, McGraw Hill 2017.
In collaborazione con Pasquale Ambrosio
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