Intorno ai 35 anni iniziano a farsi più evidenti i segni dell’invecchiamento cutaneo. Rughe in primis, per poi proseguire con lassità cutanea e perdita dei volumi. Se guardiamo nello specifico il volto, si passa da una forma di triangolo rovesciato al cosiddetto “triangolo della vecchiaia”. Un triangolo dritto, in questo caso: la base è allargata proprio perché il tessuto cutaneo tende a “cadere” verso il basso. I primi a scivolare sono gli zigomi, per poi portarsi dietro anche il tessuto circostante. L’aspetto più evidente è la perdita di quella che è la linea mandibolare, che assume un aspetto più smussato e meno deciso.
In realtà il processo di invecchiamento cutaneo ha origine molto prima. La molecola chiave è il collagene, una proteina fibrosa presente in abbondanza del derma, il tessuto connettivo dell’epidermide.
La pelle è formata da 3 strati:
- Epidermide
- Derma
- Ipoderma o tessuto sottocutaneo
L’epidermide è lo strato più esterno. È qui che si manifestano i segni dell’invecchiamento. Il suo ruolo è soprattutto protettivo: funge da barriera contro gli agenti esterni, per evitare che essi danneggino il tessuto circostante. È coperto da uno strato idrolipidico, che permette di trattenere l’acqua negli strati più superficiali e quindi a mantenere la pelle morbida ed idratata. Le basse temperature spesso tendono ad intaccare l’integrità di questo strato: non a caso, in inverno abbiamo le mani più secche e rugose.
Il derma è il tessuto connettivo. Il suo ruolo è quello di sostegno ed apporto di nutrienti ed ossigeno alla pelle. La funzione di sostegno è garantita da una rete solida e stabile, formata da due proteine fibrose: l’elastina, insieme per l’appunto al collagene.
Il collagene è prodotto dai fibroblasti, cellule specializzate del derma. Con il passare del tempo però, queste cellule si impigriscono e lavorano in maniera sempre più lenta. Nel tempo si viene così a determinare un deficit nelle riserve di collagene, e l’epidermide perde compattezza ed elasticità. La perdita di queste due caratteristiche porta inevitabilmente alla formazione delle rughe, così come ad un incremento della lassità cutanea.
L’ipoderma è invece lo strato più interno, costituito dal muscolo e dal pannicolo adiposo sottocutaneo. Il suo ruolo è quello di mantenere la pelle tonica, nonché ammortizzare gli stresso meccanici di natura esterna.
Il rallentamento della produzione di collagene inizia intorno ai 25-28 anni, quindi tutto sommato a un’età nella quale non si pensa minimamente all’ invecchiamento cutaneo. Ovviamente i segni non si vedono subito, ma compaiono per l’appunto dopo i 30, più frequentemente intorno ai 35 anni. Questo perché all’inizio il rallentamento della produzione non produce un deficit di risorse, ma poi con il tempo non si hanno abbastanza molecole di nuovo collagene per rimpiazzare le vecchie che invece vengono degradate.
La prevenzione dell’invecchiamento cutanei va iniziata quindi già prima dei 30 anni, principalmente attraverso una corretta alimentazione ed una accurata skincare quotidiana.
Prevenzione dell’invecchiamento cutaneo: vitamina C e skin care
Una delle sostanze che possiamo assumere attraverso l’alimentazione per aiutarci a prevenire gli effetti dello skin ageing, è senza dubbio la vitamina C. Contenuta principalmente in frutta e verdura di stagione, questa preziosa vitamina stimola la produzione di collagene, supportando quindi quel rallentamento fisiologico che si verifica con l’età.
Per mantenere una buona skin quality invece è molto importante uno skin care quotidiano preciso e accurato, che deve prevedere un primo step di detersione, per eliminare sporcizia ed impurità, seguito poi dall’applicazione di un tonico astringente per migliorare la texture, in quanto contrasta la dilatazione dei pori, e infine l’applicazione di una crema adatta alla propria pelle ed alla propria età.
Il momento migliore da dedicare allo skin care è la sera, sia perché ci si riesce in genere a ritagliare un tempo maggiore e sia perché i prodotti hanno tempo tutta la notte per agire sulla pelle distesa, perché siamo in fase di riposo.
Trattamenti di medicina estetica per contrastare lo skin ageing
Gli
ultrasuoni microfocalizzati sono considerati tra le tecniche più all’avanguardia nel campo della medicina estetica non invasiva. Vengono utilizzati nei più moderni trattamenti di
lifting senza bisturi.
Gli ultrasuoni microfocalizzati contrastano l'invecchiamento cutaneo sfruttando il
principio del calore selettivo. Provocano nel tessuto cutaneo un duplice effetto:
- in profondità nel derma, stimolano i fibroblasti a sintetizzare nuove molecole di collagene, ripristinando le riserve che vengono biologicamente a mancare con l’età;
- più in superficie svolgono un'azione di skin tightening. Provocano la trasformazione e la conseguente maggiore capacità di contrazione delle fibre collagene esistenti, migliorando la tonicità e la compattezza della pelle.
Gli ultrasuoni microfocalizzati vengono direzionati tramite
sonda ecografica, strumento che permette al medico di sapere in maniera precisa in quali aree ed a quale profondità agisce, in modo tale da ottimizzare il risultato senza coinvolgere i tessuti circostanti.
I
risultati che si ottengono con il lifting non chirurgico a ultrasuoni microfocalizzati sono
progressivi,
naturali e armoniosi: la
biostimolazione che avviene grazie all'azione degli ultrasuoni eco-guidati, fa si che il tessuto cutaneo ritrovi la sua compattezza, elasticità e luminosità
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