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Xerostomia


Lun 23/01/2023 | Dott. Tania Basile

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La xerostomia è una condizione caratterizzata da secchezza delle fauci conseguente ad una ridotta o assente produzione di saliva. Questo disturbo può essere causato da alcuni farmaci, dalla radioterapia, da malattie autoimmuni, dalla disidratazione e da altre condizioni patologiche. I sintomi più comuni comprendono la secchezza del cavo orale, disturbi nella comunicazione verbale, difficoltà a mangiare, alitosi. La diagnosi di xerostomia è eseguita, dopo l’esame obiettivo, attraverso sialometria e biopsia delle ghiandole salivari. Possono essere prescritti esami supplementari a conferma di altre patologie causali. Il trattamento della xerostomia è strettamente legato alle cause del disturbo.

Che cos’è la xerostomia


La xerostomia è il termine medico per definire la secchezza delle fauci; la parola è composta da due termini greci che possono essere tradotti letteralmente con bocca secca. La condizione si presenta con una scarsa o del tutto assente salivazione, per un periodo limitato o in modo permanente. Nella quasi totalità dei casi è una condizione temporanea; il prolungarsi del disturbo può essere il campanello di allarme di patologie e disturbi più importanti.

Sintomi della xerostomia


Il sintomo principale della xerostomia è rappresentato dalla secchezza delle fauci al quale si accompagna la secchezza della gola. Altri sintomi comuni possono essere ricondotti a difficoltà nella deglutizione, difficoltà nella masticazione e disturbi nella comunicazione verbale. Un ulteriore sintomo è identificabile con l’alitosi benché la condizione sia comune a numerose condizioni patologiche e non.

Riassumendo i sintomi della xerostomia sono:

  • Secchezza del cavo orale

  • Secchezza della gola

  • Difficoltà a deglutire

  • Lingua ruvida e/o plicata

  • Difficoltà nella masticazione

  • Difficoltà nell’espressione verbale

  • Alitosi

  • Irritazione e gonfiore delle gengive

  • Infezioni delle gengive, della gola e del cavo orale


Le cause della xerostomia


La xerostomia può essere causata da una varietà di fattori molto eterogeni tra di loro e non sempre correlati. La disidratazione è certamente una delle cause più comuni e note così come è usuale che la xerostomia possa essere indotta temporaneamente dall’abuso di alcool, da alcuni farmaci ad uso comune o stati d’ansia. La condizione deve mettere in allarme se non limitata nel tempo poiché potrebbe essere legata a patologie ben definite, come sindrome di Sjögren e sindrome di Lambert-Eaton, oppure a disfunzioni delle ghiandole salivari. È altresì noto che la diminuzione della salivazione sia dipendente anche dall’invecchiamento sebbene con una evoluzione graduale e, spesso, non avvertibile.

Le cause della xerostomia, dunque, possono essere:

  • Disidratazione

  • Radio e chemioterapia

  • Stati d’ansia

  • Abuso di droghe

  • Abuso di alcool

  • Diabete

  • Sindrome di Sjögren

  • Sindrome di Lambert-Eaton

  • Disturbi e disfunzioni delle ghiandole salivari

  • Patologie o disturbi neurologici

  • Diabete mellito

  • Terapia farmacologiche con

    • Ansiolitici

    • Antidepressivi

    • Miorilassanti

    • Antistaminici

    • Farmaci utilizzati per la cura dell’ipertrofia prostatica benigna

    • Farmaci per il trattamento del morbo di Parkinson

    • Alcuni agenti chemioterapici

    • Antifungini

    • Alcuni farmaci gastroprotettori

    • Decongestionanti

    • Antipertensivi




Diagnosi della xerostomia


La xerostomia è diagnosticata dal medico dopo attenta analisi dei sintomi e dei risultati degli esami, eventualmente, prescritti. È bene precisare che il percorso diagnostico è intrapreso in presenza di condizioni che persistono nel tempo, che destano preoccupazione per la loro manifestazione o su consiglio del proprio medico o dentista. Negli studi dentistici, difatti, sono individuate, in termini percentuali, un gran numero di condizioni afferenti alla xerostomia con diversa intensità, severità e causata dai fattori più svariati.

Gli esami diagnostici più comuni per l’individuazione della xerostomia sono la sialometria, ovvero la misurazione del tasso di secrezione salivare, e la biopsia delle ghiandole salivari. Il primo test serve a misurare la saliva prodotta attraverso la stimolazione della produzione della saliva con prodotti contenenti acido citrico o paraffina. La biopsia, invece, prevede la raccolta di materiale tissutale dalle ghiandole per un attendo esame di laboratorio sul tessuto stesso.

Un aspetto centrale nell’individuazione della xerostomia è l’individuazione delle cause alla base della condizione. Eliminando gli eventi causali a monte, solitamente, il problema si risolve in modo spontaneo. In presenza di difficoltà nella corretta diagnosi o in caso di mancata risposta dei trattamenti prescritti, la biopsia delle ghiandole salivari può contribuire all’individuazione delle patologie alla base della condizione di secchezza del cavo orale.

Trattamento della xerostomia


La xerostomia, nella maggior parte dei casi, si risolve spontaneamente in breve tempo senza la necessità di ricorrere al parere medico. Nei casi che necessitano un approccio terapeutico è fondamentale individuare le reali cause della condizione al fine di poter determinare il piano terapeutico più appropriato o indirizzare il trattamento verso le patologie e i disturbi responsabili della xerostomia.

Per il trattamento dell’iposalivazione sono altresì utilizzati sostituti salivari di diversa concezione che agiscono sia sull’acidità che si genera nel cavo orale, sia come veri e propri sostituti della saliva in grado di imitare le proprietà lubrificanti e umettanti. Non è inusuale che si consigli la masticazione di chewing gum allo xilitolo in grado di produrre una modesta stimolazione nella produzione di saliva.

Nelle xerostomie provocate da trattamenti e terapie farmacologiche è, in genere, sufficiente interrompere l’assunzione dei farmaci per ripristinare la corretta e sufficiente salivazione. In alternativa, sempre secondo il parere del medico, è possibile variare la somministrazione dei farmaci in modo da tenere sotto controllo la xerostomia o variare la terapia con farmaci con minore probabilità di provocare la condizione.

Rischi e complicazioni della xerostomia


I rischi e le complicazioni legate alla xerostomia possono essere molto variabili da conseguenze lievi a gravi. Tuttavia, le conseguenze più severe di questo disturbo si verificano solo dopo un periodo molto prolungato di esposizione del cavo orale a xerostomia.

I disturbi più comuni sono legati alle possibili infezioni orali, come ad esempio le carie, l’alitosi costante e la gengivite. Il persistere della secchezza delle fauci può favorire la proliferazione di batteri in grado si produrre danni alle gengive, causandone la recessione, e ai denti, danneggiandone lo smalto. Un ulteriore disturbo comune è rappresentato dalla disfagia ovvero la difficoltà nella deglutizione che può condurre a dolore e irritazione della gola oltre che generare problemi digestivi.

Sul piano sociale, la difficoltà nel deglutire e nella fluidità del parlare può essere alla base di problematiche nel relazionarsi in pubblico conducendo a stati d’ansia e depressione. In questi casi, oltre all’approccio diretto al problema, è necessario il consulto psicologico.

Fonti:

  • Alessandro Villa, Christopher L. Connell, Silvio Abati, Diagnosis and management of xerostomia and hyposalivation, Therapeutics and Clinical Risk Management, Vol. 11, pp. 45-51, Dove Medical Press, 2015.

  • Fabrizio Maniero et al. Patologia generale e fisiopatologia generale. Padova: Piccin; 2019.

  • Francesco Lombardo, Andrea Lenzi. Manuale di endocrinologia. EdiSES, 2017.


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