DEFINIZIONE
La cicatrice cutanea rappresenta il risultato, evidente sulla cute, del processo di cicatrizzazione, un fenomeno fisiologico in virtù del quale lesioni localizzate a livello cutaneo vengono gradualmente riparate e sostituite con tessuto transizionale, derivato dalla proliferazione attiva di cellule e vari costituenti del sottocute. La cicatrice, inizialmente rilevata sulla cute e di colorito roseo, tende con il tempo ad appiattirsi e ad assottigliarsi, prendendo la forma di una stria biancastra. In alcuni casi la cicatrice può crescere in maniera eccessiva o dimostrarsi resistente al riassorbimento, determinando degli sgradevoli risultati estetici e un senso di disagio nella persona: la medicina estetica offre, per questo scopo, diversi trattamenti che mirano all’attenuazione delle cicatrici cutanee.
COS’È
La cicatrice cutanea rappresenta l’evento conclusivo del processo di cicatrizzazione, che si attiva in maniera spontanea quando un insulto esterno come un trauma meccanico, un’ustione o altra causa determina una soluzione di continuo della barriera cutanea, con compromissione della sua integrità; il tessuto che va gradualmente a rimpiazzare l’area cutanea lesa dall’evento traumatico prende il nome di tessuto di granulazione e va a sostituire quella determinata porzione della cute, definendo la cicatrice cutanea.
In base alla propria predisposizione genetica, ad anomalie del sistema di riparazione oppure al tipo di evento traumatico, si possono riscontrare talvolta delle cicatrici ipertrofiche o resistenti alla lisi e al riassorbimento, le quali possono essere opportunamente trattate con procedure di medicina estetica o di chirurgia plastica come il laser frazionato o l’asportazione chirurgica.
SINTOMI E CLASSIFICAZIONE
La maggior parte delle volte la cicatrice cutanea, sia nella sua fase di sviluppo che durante la fase di permanenza, non induce una particolare sintomatologia se non una lieve sensazione di tensione o fastidio, qualora tendesse ad espandersi eccessivamente. Se accidentalmente si rimuove l’escara, ossia la porzione visibile della cicatrice non ancora matura, allora si possono registrare dei piccoli sanguinamenti e predisposizione a infezioni di vario tipo.
Le cicatrici cutanee possono essere classificate nel seguente modo:
- Cicatrici pigmentate, di colore marrone lucente, poco rilevate e con grado di fibrosi variabile;
- Cicatrici eritematose, di colore rosso o porpora, poco rilevate e abbastanza lucenti, con grado di fibrosi modesto e interessate da un importante processo di nuova formazione di vasi sanguigni;
- Cicatrici ipertrofiche, di colore rosa o rosso, rilevate al tatto, con aspetto nodulare e proliferativo;
- Cicatrici cheloidee (o cheloidi), di colore rosso scuro o vino porto, ben rilevate e debordanti oltre il limite originario della ferita, di aspetto nodulare;
- Cicatrici atrofiche, palesi nelle fasi finali di cicatrizzazione, di colore biancastro, avvallate nella cute e sottili.
Nel settore della medicina estetica si ricorre spesso all’impiego di trattamenti non chirurgici nelle cicatrici eritematose e all’asportazione chirurgica quando si ha a che fare con grandi cicatrici ipertrofiche o cheloidee.
CAUSE E DIAGNOSI
Le cause che conducono alla formazione di cicatrici sono tutte da ricercare nella risposta operata da parte del tessuto sottocutaneo contro traumi di qualsiasi tipo, che vadano a ledere l’integrità della cute come il taglio, un’eccessiva pressione meccanica, bruciatura o ustione, lesione da agenti chimici etc.
La diagnosi di una cicatrice cutanea viene effettuata sovente dal medico dermatologo o dal medico di medicina estetica, il quale ispeziona con scrupolo l’area interessata dal processo di cicatrizzazione, palpandone il grado di rilievo e prendendo traccia dello stadio maturativo, indicando se la cicatrice è in fase di sviluppo o se si è ben assestata.
TRATTAMENTI PER L’ATTENUAZIONE DELLE CICATRICI IN MEDICINA ESTETICA
La medicina estetica e la dermatologia offrono varie soluzioni, di natura chirurgica o di natura medica, per trattare con successo una cicatrice cutanea, attenuandone la presenza o eliminandola del tutto, minimizzandone l’impatto estetico e apportando un notevole beneficio alla persona.
I trattamenti utilizzati con maggiore frequenza per il trattamento delle cicatrici sono:
- Infiltrazione di sostanze cortisoniche, che determina nel breve termine un assottigliamento graduale delle cicatrici ipertrofiche e cheloidee, ma con frequenti tassi di recidiva;
- Laserterapia con laser frazionati, in grado di stimolare le capacità rinvigorenti dei fibroblasti del tessuto sottocutaneo, portando alla rigenerazione della cute superficiale;
- Dermoabrasione, in cui si va a levigare con un’intensità controllata lo strato più superficiale della cute, facilitando e inducendo l’assottigliamento della cicatrice;
- Exeresi chirurgica, la quale può essere intralesionale con la rimozione di una porzione del tessuto cicatriziale, oppure in modalità totale dove si va ad escindere in toto la cicatrice cutanea.
RISCHI E COMPLICAZIONI
Le complicazioni maggiori che si possono riscontrare in seguito all’impiego di trattamenti chirurgici e non chirurgici per le cicatrici cutanee sono:
- Piccoli sanguinamenti e raccolte petecchiali;
- Ematoma ed edema;
- Eritema pronunciato;
- Suscettibilità alle infezioni;
- Reazione allergica alla sostanza anestetizzante.
FONTI:
- Paolo Castano, Alessandro Miani, Alessandra Busia. La pelle. Tecniche Nuove; 2007.
- Pietro Donati. Dermatopatologia clinica. Torino: Minerva medica; 2018.
- Carlo D’Aniello, Manuale di Medicina Estetica, Masterbooks, 2019.