di Johann Rossi Mason e Francesca Frediani
L’hanno definita una
svolta che aprirà la strada a nuovi
trattamenti anti-age. La scoperta viene dai laboratori dell’Università inglese di Newcastle che hanno identificato una
sostanza della pelle che
diminuisce con l’età e che avrebbe un
ruolo nodale nell’
invecchiamento cutaneo.
Si tratta del ‘
complesso mitocondriale II’, una proteina/enzima che si trova sulla membrana cellulare a livello delle sue centrali elettriche, i mitocondri. Funziona come se ogni cellula fosse alimentata da una batteria che si scarica con gli anni: quando funziona meno efficacemente nel combattere le aggressioni esterne come i radicali liberi, questi aggrediscono anche le cellule cutanee danneggiandole.
L’individuazione di uno
specifico enzima potrebbe portare alla
formulazione di
trattamenti cosmetici che agiscano come ‘
ricarica’ di queste
batterie biologiche.
La scoperta è scaturita dall’osservazione di 27 volontari tra i 6 e i 72 anni, che hanno autorizzato il prelievo di un campione di pelle di una zona non esposta al sole, per valutare le condizioni non alterate dal foto-invecchiamento. E’ stata poi verificata l’attività dell’enzima che, all’interno dei mitocondri, è coinvolto nella produzione di energia delle cellule cutanee sia dell’epidermide (la parte esterna) che del derma (la parte più profonda).
La
scoperta che nei
mitocondri si giochi
parte del
processo di
invecchiamento cutaneo (anche se non si sa ancora come esternamente) aggiunge però un tassello importante alle conoscenze e potrebbe diventare in futuro un
target per
nuovi trattamenti anche
rigenerativi.
L’invecchiamento cutaneo in realtà è un processo biologico ineluttabile di graduale declino e deterioramento della pelle: con il passare degli anni, la nostra pelle invecchia con noi. Questo processo inizia intorno ai 25 anni per le donne e intorno ai 30 anni per gli uomini.
Invecchiamento? Esterno o interno
Le cause dell'invecchiamento cutaneo sono divise in due categorie a seconda dell'origine esterna o interna all'organismo. L'
invecchiamento cutaneo intrinseco è strettamente legato all'invecchiamento in generale e al passare del tempo. Viene definito anche
cronoaging. I fattori intrinseci di invecchiamento sono principalmente la produzione ormonale, il patrimonio genetico e il rallentamento di tutti i processi biologici e metabolici dell'organismo umano.
L'invecchiamento cutaneo
estrinseco invece è indipendente dall'età, ma è legato a tutti quei
fattori esterni all'organismo che aggrediscono la pelle. I
raggi ultravioletti sono sicuramente quelli che influiscono maggiormente, causando l'invecchiamento definito
photoaging. L'esposizione ai raggi UV a lungo andare causa una serie di eventi biologici, come stress ossidativo e aumento di attività delle metalloproteasi, che si traducono in danni della cute. Questi danni possono essere rapidi e acuti, come eritemi solari o iperpigmentazione, oppure cronici, come le rughe e (nei casi peggiori) i melanomi.
Ma come avviene il processo di invecchiamento?
A livello dell'
epidermide si
riduce la
capacità proliferativa delle
cellule basali che genera il
progressivo assottigliamento di questo strato rivolto all’esterno. Sempre a livello epidermico, si dimezza il numero delle cellule di Langerhans, che afferiscono al sistema immunitario e che difendono dalle aggressioni esterne.
Male anche per la
sintesi cutanea di
vitamina D che
diminuisce fino al 75% proprio a causa della minore efficacia dell’organismo a sintetizzarla. E anche i
melanociti diminuiscono in numero e qualità il che si traduce in una
maggiore sensibilità alle
radiazioni solari, mentre i rimanenti possono aggregarsi tra loro e diventare attivi favorendo la
macchie cutanee chiamate lentigo solari e senili.
Appena al di sotto dell’epidermide troviamo la
membrana basale che fa da frontiera con il derma papillare: questa normalmente ha un andamento ondulato per la presenza, appunto, di papille dermiche ma con gli anni tende ad
appiattirsi fornendo minore supporto alla pelle che tradotto significa
maggiore cedimento della
pelle e
rughe.
Fabbriche di collagene, elastina e acido ialuronico meno efficienti
Appiattimento delle papille dermiche e la diminuzione del supporto del derma nei confronti dell'epidermide sono dovuti alla
riduzione progressiva del
numero e dell'
attività dei
fibroblasti, le ‘
fabbriche’ di
collagene,
fibre elastiche e
glicosamminoglicani, parola che indica più semplicemente l’acido ialuronico che già possediamo e la cui quantità diminuisce in maniera proporzionale all’invecchiamento e più velocemente.
Ghiandole sebacee bye bye
E per chi pensa che almeno le ghiandole cutanee presenti sulla pelle si salvino dagli inesorabili fenomeni d'invecchiamento dobbiamo dare un piccolo dispiacere: anche le
ghiandole sebacee sono
meno attive e, a causa della conseguente ridotta produzione di sebo, la
pelle risulta più
secca, meno protetta e
si desquama con maggiore facilità.
Anche l’
ipoderma, ossia il tessuto sottocutaneo è soggetto a inevitabili alterazioni causate dallo scorrere del tempo. Esso, infatti,
si assottiglia, diminuendo così il suo spessore,
marcando le
rughe e
aumentando la
sensibilità della pelle
ai traumi meccanici.
Box:
I
segni cutanei dovuti all’
invecchiamento sono molteplici, ecco quali:
- perdita di compattezza
- dilatazione dei pori causata dall’aumento delle dimensioni delle ghiandole sebacee
- macchie solari nelle zone più esposte
- secchezza (xerosi)
- assottigliamento cutaneo
- perdita di elasticità
- linee e rughe di espressione
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