A Cura di Elisa Stefanati
La
cellulite è l’inestetismo della pelle
più detestato, ma allo stesso tempo il
più comune, perché si stima colpisca oltre l’
80% delle donne italiane.
La manifestazione caratteristica di tale inestetismo è la cosiddetta “
buccia d’arancia”: la pelle, in alcuni punti, appare non più liscia ma con buchini ed avvallamenti che la rendono simile per l’appunto, alla buccia di un agrume.
La cellulite non fa sconti a nessuno: può comparire nelle
donne di tutte le età, sia le donne in carne che le filiformi, colpisce più le sedentarie ma non sono esenti nemmeno le sportive. Tutte devono confrontarsi con l’odiata cellulite.
Le
cause alla base della comparsa di questo inestetismo sono diverse, e coinvolgono anche genetica ed ormoni.
Quello che accade è che
alterazioni nella
microcircolazione portino ad un
ristagno di liquidi e tossine nei tessuti, causando la formazione di edemi a livello del tessuto connettivo e del pannicolo adiposo sottocutaneo.
Gli adipociti degenerano fino ad esplodere e riversare il grasso in esse contenuto nel tessuto circostante.
Il
tessuto connettivo si
ispessisce, e forma dei tralci perpendicolari alla cute noti come
setti fibrosi retraenti. Il termine retraente sta ad indicare che i setti fibrosi “tirano” la cute verso l’interno, comprimendo il grasso rilasciato dagli adipociti tra due setti successivi: è così che si formano i buchini e gli avvallamenti che caratterizzano la pelle a “buccia d’arancia”.
La conformazione dei setti fibrosi retraenti spiega anche perché la cellulite sia una condizione prevalentemente femminile: nell’uomo essi non sono perpendicolari alla cute, ma formano un angolo di circa 45 gradi, rendendo invisibile l’effetto “buccia d’arancia”.
I
distretti corporei più colpiti nelle
donne sono
fianchi,
glutei e
cosce; nell’
uomo invece, quando è presente, colpisce in genere la
zona addominale.
Cellulite: i vari stadi
Si riconoscono quattro diversi
stadi della cellulite, la cui intensità va progressivamente aumentando, rendendone sempre più difficile il trattamento:
1-
Cellulite endematosa: è il primo stadio, caratterizzato più da
ritenzione idrica che da una cellulite vera e propria. La “buccia d’arancia” si rivela solo stringendo il tessuto tra le dita. L’inestetismo a questo stadio è trattabile e completamente reversibile;
2-
Cellulite fibrosa: la “buccia d’arancia” è perfettamente visibile, e al tatto cominciano a sentirsi dei
piccoli noduli, anche se generalmente non dolenti. Se ben trattata, la condizione è ancora reversibile;
3-
Cellulite sclerotica molle: in questo caso la
buccia d’arancia è
molto evidente, non solo come buchini ma anche come
avvallamenti. Il tessuto inizia ad essere più sofferente, perché presenta
noduli più grandi e dolenti al tatto, e può esservi una lieve insufficienza nella microcircolazione venosa e linfatica con conseguente cattiva ossigenazione dei tessuti, ma la situazione è comunque reversibile;
4-
Cellulite sclerotica: rappresenta l’evoluzione in senso peggiorativo di tutte le condizioni precedenti. Il tessuto ha assunto un aspetto definito “
a materasso” e a questo punto non è più possibile tornare indietro efficacemente.
Trattare efficacemente la cellulite, in ogni caso, è stato sempre
tendenzialmente difficile. Oggi
fortunatamente qualcosa è cambiato, e per la famosissima “buccia d’arancia”
una soluzione c’è.
Trattamenti cellulite: il parere dello specialista
A parlarci di
cellulite e di
soluzioni a questa condizione è il
Dott. Antonio Mancino,
dermatologo e medico estetico:
“In ambito medico la cellulite viene clinicamente chiamata
pannicolopatia fibroedematosa. Spesso si parla di cellulite solo perché comporta un problema dal punto di vista estetico, e invece si ignora che questo disturbo è una vera e propria
patologia degenerativa infiammatoria a carico del
tessuto adiposo”.
In Europa la
cellulite colpisce una donna su due, determinando di frequente un grande
disagio nei confronti dell’
immagine corporea, soprattutto quando la stagione estiva porta a scoprire il corpo e le eventuali imperfezioni. Quando la cosiddetta “prova costume” si avvicina, molte donne entrano in “crisi” dovendo affrontare l'imminente problema della cellulite, e molte si sottopongono a diete restrittive, allenamenti, pratiche e trattamenti, non sempre premianti sul piano dei risultati.
Dal punto di vista
clinico e non estetico, questa patologia indica la
sofferenza del tessuto sottocutaneo che, infiammandosi, dà il via ad una serie di alterazioni a catena che compromettono la circolazione linfatica e quella del sangue. La
cellulite è quindi
collegata ad una
stasi micro-circolatoria dell’ipoderma, soprattutto a livello degli arti inferiori.
Le zone di predisposizione nel sesso femminile sono individuabili a livello dei glutei, dell’addome, dei fianchi, della faccia superiore esterna della coscia e del ginocchio. Si formano inoltre edemi a causa del rallentamento del flusso sanguigno, con conseguente ritenzione di liquidi da parte dei tessuti.
Le
cause possono essere di tipo
ormonale,
alimentare o
genetico; una produzione eccessiva di cortisolo, l’ormone dello stress, o l’assunzione di troppe sostanze infiammatorie per i tessuti possono essere altri elementi che favoriscono l’insorgere della cellulite. Tra gli altri
fattori determinanti da non sottovalutare vi sono anche uno
stile di vita sregolato ed un
basso livello di
attività fisica.
Se il
danno ormai è
fatto e
correggere abitudini alimentari e
stile di vita non basta, viene in nostro soccorso la
medicina estetica, come spiega il
Dottor Mancino:
“Tra le
richieste che mi vengono rivolte con maggior
frequenza dalle mie pazienti, vi è proprio quella di
trattare la buccia d’arancia correlata alla cellulite. E’ un problema di natura estetica molto sentito e la miriade di creme e trattamenti casalinghi per attenuare la cellulite, che si trovano in commercio, ne è una lampante dimostrazione.
La
tecnica di cui vorrei parlare ora è
standardizzata,
sicura e
approvata dalla
FDA, il severissimo ente americano che regola l’impiego di dispositivi medici e farmaci negli Stati Uniti. Quanto approvato dalla FDA rappresenta anche per noi professionisti italiani una guida di sicurezza fondamentale da tenere sempre presente.
La tecnica è quella della
subcision, e consiste nell’utilizzare una micro-lama per
recidere i setti fibrosi responsabili delle depressioni che determinano la disomogeneità della superficie cutanea.
Questa operazione permette di
livellare la
cute e
uniformarne l’aspetto generale. La procedura si svolge in anestesia locale e in un unica volta; in seguito alla singola seduta, della durata di un’ora e mezza, i
risultati sono eccellenti, visibili a primo impatto, e restano invariati
almeno 3 anni.
Subito dopo il trattamento la paziente può tornare alle normali attività quotidiane avendo come solo ‘effetto indesiderato’ la formazione di piccoli ematomi, destinati a svanire nel giro di qualche giorno”.
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