Mer 01/07/2015 | Dott. Carlo Giovanni Barberis
Negli ultimi anni i trend della medicina estetica nel campo dei lifting si sono orientati verso il raggiungimento di risultati più naturali ed armoniosi, che preservino i tratti fisionomici di ogni volto.
Accanto a ciò, ricorda il Dott. Barberis, i pazienti manifestano sempre più spesso l’esigenza di ricorrere ad interventi o trattamenti meno invasivi rispetto al lifting tradizionale, caratterizzato da un post operatorio e da tempi di convalescenza ordinari, più o meno lunghi. Inoltre, ogni paziente presenta una situazione clinica peculiare: in alcuni casi i trattamenti riempitivi come i filler a base di acido ialuronico o idrossiapatite di calcio non sono sufficienti a ristabilire l’armonia di un volto, specie quando accanto alla perdita dei volumi è presente un rilassamento cutaneo che richiede un diverso tipo di trattamento o il ricorso all’intervento di lifting chirurgico.
Per questi motivi, la ricerca scientifica degli ultimi decenni si è orientata verso soluzioni mirate, in grado di apportare risultati apprezzabili senza determinare tempi di convalescenza delle tecniche chirurgiche. Una risposta efficace e innovativa è arrivata dalla tecnologia degli ultrasuoni, in particolare quelli microfocalizzati, impiegati in medicina da oltre cinquant’anni e declinati più recentemente alla medicina estetica.
Ma come si ottiene un effetto di lifting non chirurgico attraverso gli ultrasuoni microfocalizzati? Come spiega il Dott. Barberis gli ultrasuoni vengono erogati mediante una speciale sonda ecografica e raggiungono diverse aree cutanee in profondità; lì si trasformano in calore stimolando la naturale produzione di fibre di collagene e, di conseguenza, innescando il processo di ringiovanimento della pelle, con un effetto da destinare non solo al viso ma anche al collo e al decolleté.
Inoltre, grazie all’ impiego di uno speciale ecografo, gli ultrasuoni microfocalizzati sono in grado di raggiungere con precisione i tessuti da rimodellare e di esaminare in tempo reale le variabilità dello spessore dei tessuti per ogni singolo paziente.
Solitamente, continua il Dott. Barberis, per trattare i segni del tempo è sufficiente una sola seduta, dalla durata media di 1-2 ore a seconda della vastità delle aree da trattare.
Il trattamento si svolge interamente in ambulatorio e provoca di norma un fastidio sopportabile.
Sebbene i primi cambiamenti siano apprezzabili subito dopo la seduta, per i risultati veri e propri occorre attendere alcune settimane: agendo direttamente su una capacità endogena e riattivandola, gli effetti degli ultrasuoni microfocalizzati compaiono in un periodo corrispondente al tempo necessario al nostro organismo per riattivare il processo di neocollagenesi. I miglioramenti proseguiranno poi in modo progressivo per i successivi sei mesi e potranno protrarsi fino ad un anno. È bene ricordare – continua il Dott. Barberis – però che i risultati variano anche da paziente a paziente poiché influenzati da fattori come il grado di invecchiamento, la qualità della pelle e la risposta dell’organismo.
I vantaggi della metodica del lifting con ultrasuoni microfocalizzati sono numerosi.
Innanzitutto, il trattamento non è invasivo e non richiede tempi di recupero o particolare impegno da parte del paziente nel pre e nel post-trattamento. In seconda battuta, sottolinea il Dott. Barberis, questa tecnica consente un alto grado di personalizzazione del trattamento, poiché permette di agire su zone della cute a diversa profondità e con temperature diverse a seconda del grado di rilassamento cutaneo.
Proprio per l’alto livello di accuratezza che richiede, è necessario affidarsi solo a centri medici specializzati che impieghino tecnologie certificate da enti internazionali come la FDA statunitense e che abbiano effettuato training specifici sulla metodica del lifting viso non chirurgico con ultrasuoni.
Chiedi una consulenza gratuita al dott. Barberis Carlo Giovanni ⇓ CONTATTA ⇓
Chirurgia plastica, Medicina estetica
Milano (MI)
Torino (TO)