Il giusto approccio alla chirurgia plastica
La chirurgia plastica è stata negli ultimi anni vittima di un approccio superficiale.
I grandi profitti del mercato dell’estetica e il conseguente proliferare di operatori più interessati al business che alla deontologia, hanno rivestito la chirurgia plastica di un alone negativo che non rispecchia affatto la missione più profonda e importante di questa branca medica che è l’attività ospedaliera su pazienti deturpati da ustioni, incidenti e patologie.
Nella mia pratica clinica conosco e vivo in prima persona entrambi i mondi della chirurgia plastica: sia quello della ricostruzione che dell’estetica, sfera quest’ultima che rappresenta per me il completamento dell'attività primaria che svolgo in ospedale.
Questo non perché il lavoro nel mio studio sia meno importante, ma perché i pazienti che si rivolgono alla chirurgia plastica estetica sono, in maggioranza, persone sane che vogliono migliorare il loro aspetto, non pazienti gravi che necessitano di interventi di chirurgia ricostruttiva per salvaguardare le funzionalità basilari del proprio corpo.
Chirurgia plastica: passione e professione
La fatica, l’impegno e la perseveranza - grazie ai quali ho avuto accesso alla specializzazione e l’ho portata a termine - hanno forgiato il mio approccio al lavoro e continuano a influire sulla mia deontologia.
La conquista di traguardi personali grazie alla mia tenacia hanno focalizzato il mio impegno e la mia concentrazione sulla mia professione di medico più che sullo sforzo di inseguire una fetta di notorietà attraverso offerte commerciali o apparizioni mediatiche.
Aprire uno studio di chirurgia plastica ha sempre rappresentato per me un sogno, un desiderio, la volontà di seguire una passione prima che di fare business.
È chiaro che fare il chirurgo è un lavoro ma l'aspetto economico non può prevalere su quello umano sacrificando in qualche modo la finalità della propria missione.
Conservare il giusto equilibrio tra i due aspetti mi aiuta a farmi guidare dal rigore nel mettere il paziente sempre al centro parlandogli con tutta l'onestà e la trasparenza di cui sono capace.
Il rapporto tra medico e paziente
Creare un rapporto di fiducia ed empatia con il paziente, spiegandogli in studio con calma tutto ciò che ha bisogno di sapere per acquisire la migliore informazione possibile sul trattamento a cui eventualmente decidere di sottoporsi, è primario e non sostituibile all'informazione data sul web.
Molte questioni strettamente tecniche infatti, più che diffuse sui video che circolano in internet, vanno discusse e spiegate di persona con il paziente nello studio specialistico.
Paziente che dovrebbe avere il diritto di usufruire gratuitamente di questa opportunità prima di decidere quale specialista scegliere.
Non nego l'importanza della divulgazione sul web ma spesso non viene fornito un reale servizio a dei potenziali pazienti: per valutare la qualità e l'accuratezza di certe informazioni bisognerebbe avere gli strumenti per comprendere pienamente ciò di cui si parla.
Il paziente chiede in genere un consiglio, magari vede il solco naso-genieno marcato, ma il medico sa che per risolvere l’inestetismo non si può intervenire solo su quello.
Non mi preme tanto mostrare al paziente tutte le mie competenze perché è scontato che da chirurgo plastico io abbia una preparazione tale da saper trattare tutto ciò che riguarda la chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica.
Mi preme molto di più creare un rapporto di fiducia e trasparenza con chi si rivolge a me e discutere insieme le aspettative.
Ad esempio, di solito tratto prima un emivolto, faccio vedere allo specchio il paziente e lui valuta.
Così lo rendo partecipe del trattamento e lo accompagno nella realizzazione del risultato che desidera.
A cura del dott. Ganem Jamal ⇓ CONTATTA ⇓
Chirurgia plastica,Medicina estetica
Torino (TO)