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Perché misurare i segni dell’invecchiamento?

Perché misurare i segni dell’invecchiamento?


Gio 01/01/2015 | Dott. Fulvio Conte

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Come concetto generale la misurazione, la creazione di modelli matematici, la randomizzazione delle immagini, ci aiuta a comprendere, analizzare e studiare i fenomeni nelle diverse proporzioni e differenze.


E’quindi un fondamentale supporto per analizzare il complesso fenomeno dell’invecchiamento considerato sia dal punto di vista del medico sia dal punto di vista del paziente.


Si introduce in questo modo il concetto di “scala di valutazione dell’invecchiamento”che permette in maniera semplice ed intuitiva di attribuire un punteggio ad un difetto più o meno evidente e programmare in funzione di questo un appropriato schema di trattamento.


Misurare i cambiamenti legati all’età permette al paziente di comprendere in maniera più dinamica il concetto di invecchiamento non soltanto concepito come presenza di rughe o segni di atrofia ma come complesso cambiamento globale e di conseguenza di relazionarsi catarticamente  ad un modello fotografico fornito chiaro ed intuitivo.


Allo stesso tempo il modello a scala permette al medico una ottima comprensione del punto di partenza e dei miglioramenti raggiungibili con le diverse terapie mediche e chirurgiche applicabili nonchéoffre un valido strumento per saggiare e determinare le aspettative del paziente e per spiegare al paziente la strategia di trattamento.


 


Negli anni passati oltre venti scale di valutazione sono state proposte.


Le più note ed utilizzate anche nei lavori scientifici al fine di validare l’efficacia dei diversi dispositivi medici e trattamenti medico chirurgici sono la GAIS (Global Aesthetic Improvement Scale) che assegna un punteggio numerico ai diversi livelli di miglioramento, la FWS (Facial Wrinkle Scale) che invece attribuisce un punteggio alla severitàdelle rughe facciali, la De Maio Grading Muscle Activity che si propone di assegnare un punteggio alle rughe dinamiche, quindi specifico per la tossina botulinica, la Dedo Classification per le deformità del collo. Molte altre sono state proposte ma tutte hanno il limite di prendere in considerazione un solo aspetto o una sola area anatomica: in questo modo infatti alcune aree, come ad esempio il dorso delle mani o le atrofie zigomatiche e malari non vengono prese in considerazione.


Tra il 2008 e il 2012 vengono pubblicate e validate le Scale Merz che con un lavoro imponente, che ha visto coinvolti molti tra i professionisti ed in centri più importanti al mondo, hanno rappresentato graficamente ogni aspetto dell’invecchiamento del volto e del dorso delle mani, prendendo anche in considerazione il dinamismo delle rughe e rendendo questo supporto valido per tutti i pazienti, tutti i difetti legati all’etàe tutti i possibili tipi di trattamento.


È possibile quindi davanti ad uno specchio valutare: il posizionamento del sopracciglio, le rughe frontali statiche e dinamiche, la pienezza delle labbra, le rughe della marionetta, le zampe di gallina statiche e dinamiche, il dorso della mano, le rughe glabellari statiche e dinamiche, il solco lacrimale e le occhiaie, la pienezza dello zigomo, le rughe nasolabiali, le rughe periorali statiche e dinamiche, il profilo mandibolare e discuterne col medico al fine di stabile la migliore e più strategica terapia.




Merz Aesthetics Scales


è il primo sistema completo di classificazione che misura il processo di invecchiamento cutaneo. Sviluppate da un team di esperti di medicina estetica, le scale di valutazione Merz offrono ai medici una semplice classificazione, da poter utilizzare per:



  • Classificare in modo oggettivo i cambiamenti cutanei legati all’età.

  • Condividere con i pazienti i potenziali risultati dei trattamenti.


 




A cura del dott. Fulvio Conte  ⇓ CONTATTA ⇓

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Conte Fulvio

Autore

Chirurgia plastica,Medicina estetica

Roma (RM)

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