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Discromie cutanee

Discromie cutanee


Lun 30/10/2023 | Dott. Tania Basile

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Le discromie cutanee sono una serie di condizioni dermatologiche caratterizzate da alterazioni del colore della pelle. Queste modifiche possono variare in termini di intensità e possono manifestarsi attraverso un’iperpigmentazione (aumento del colore della pelle) o un’ipopigmentazione (diminuzione del colore della pelle) rispetto alle aree cutanee circostanti. Le discromie cutanee sono causate da una disfunzione nei processi di produzione, distribuzione o concentrazione della melanina, il pigmento cutaneo responsabile della sua colorazione. Il trattamento delle discromie offre diverse soluzioni a seconda delle cause e della natura della discromia, condizioni fondamentali per stabilire la tipologia di trattamento.

Introduzione

Le macchie della pelle rappresentano una problematica molto comune che colpisce indistintamente uomini e donne, soprattutto con l’avanzare degli anni. Nella maggior parte dei casi, dunque, le discromie si presentano e si evolvono insieme ad altri inestetismi tipici dell’invecchiamento cutaneo; tuttavia, le macchie cutanee possono verificarsi per molte altre ragioni, compresa la presenza di patologie sottostanti. Bisogna, inoltre, distinguere tra diverse condizioni specifiche (melasma, cloasma, macchie solari, efelidi, ecc.) che presentano tratti ed origini differenti e che vengono classificate con termini diversi.

Queste discromie, generalmente, non portano con sé sintomi e complicazioni di alcun genere, se non estetiche. È per tali ragioni che si richiede il trattamento delle macchie della pelle, soprattutto quando si manifestano in aree del corpo molto visibili come il viso, il collo, il decolté, le mani e le braccia. Oggigiorno, l’evoluzione di nuove tecniche mediche permette la possibilità di rimuovere definitivamente le macchie della pelle o attenuarne il forte contrasto cromatico. Il consulto medico, inoltre, aiuta a fare luce sull’origine delle macchie, portando alla luce eventuali cause patologiche, anche gravi, sottostanti.

Cos’è una discromia cutanea

Le discromie cutanee sono condizioni in cui la pelle manifesta alterazioni visibili del suo normale colore. Queste alterazioni possono apparire come macchie, chiazze, o cambiamenti generalizzati nel tono cutaneo. Sono il risultato di una variazione nella quantità o distribuzione del pigmento melanico, noto come melanina, che conferisce il colore tipico alla pelle. La melanina è prodotta da cellule specializzate chiamate melanociti.

Le discromie cutanee possono essere classificate in due principali sottogruppi:


  • Iperpigmentazione: si caratterizza per un eccesso di produzione di melanina o un accumulo anomalo di melanina nella pelle, questo porta ad aree cutanee più scure rispetto alle zone circostanti. Esempi comuni di iperpigmentazione includono il melasma, le lentiggini, le macchie solari e le cicatrici post-infiammatorie.

  • Ipopigmentazione: in questa condizione si registra una ridotta produzione di melanina o una mancanza di melanina nella pelle. Questo comporta un'area cutanea più chiara rispetto alla normale pigmentazione della pelle circostante. L'ipopigmentazione può essere osservata, ad esempio, nella pitiriasi alba, nella vitiligine e in altre condizioni.


Le cause

Le discromie cutanee possono derivare da una serie di cause sia endogene che esogene; possono essere uno dei sintomi di una patologia in essere, rappresentare la risposta autoimmunitaria dell’organismo o, anche, essere provocate dall’esposizione eccessiva a radiazioni solari o altri agenti (agenti chimici, fumo, ecc.). Comprendere le ragioni alla base di queste alterazioni nella pigmentazione cutanea è fondamentale per un trattamento e una gestione efficace. Difatti, il trattamento delle macchie è legato alla causa sottostante poiché in molte manifestazioni eliminando quest’ultima è possibile trovare la soluzione definitiva al problema.

Le cause più comuni di discromie cutanee sono ascrivibili a:

  • Patologie e reazioni autoimmuni: le macchie cutanee possono essere generate da reazioni autoimmuni non sempre definibili. Nonostante patologie autoimmuni come la vitiligine e il lupus eritematoso sistemico comportino difetti nella pigmentazione evidenti la maggior parte delle reazioni autoimmuni sono difficilmente identificabili e classificabili in riferimento alle anomalie nella pigmentazione cutanea.

  • Pigmentazione anomala congenita: le malattie e le condizioni congenite più comuni che coinvolgono la pigmentazione cutanea sono l’albinismo, il nevo di Becker, l’iperpigmentazione familiare progressiva ed altre condizioni simili. Tra queste patologie può essere ricompresa anche la leuconichia totale sebbene coinvolga la pigmentazione delle unghie.

  • Sovraesposizione ai raggi UV: l'esposizione prolungata ai raggi ultravioletti (UV) del sole è una delle principali cause di iperpigmentazione cutanea.

  • Invecchiamento cutaneo: il processo di invecchiamento può portare a cambiamenti nella pigmentazione cutanea. La pelle può diventare più chiara o presentare macchie scure, spesso a causa di danni cronici da esposizione solare, o altri agenti, o per il progressivo degradamento dei principali componenti del tessuto epidermico (collagene, elastina, ecc.) nel corso degli anni.

  • Reazioni infiammatorie: l'infiammazione cronica o acuta della pelle dovuta a condizioni come l'acne, l'eczema o la psoriasi può portare a discromie cutanee. Queste alterazioni possono apparire come iperpigmentazione post-infiammatoria o cicatrici.

  • Melasma, cloasma e maschera gravidica: il melasma è una condizione caratterizzata da macchie scure sul viso. Spesso è associato a cambiamenti ormonali, come la gravidanza o l'uso di contraccettivi orali.

  • Cicatrici: il tessuto delle cicatrici presenta un’alta probabilità di iperpigmentazione o ipopigmentazione.

  • Vitiligine: la vitiligine è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca e distrugge i melanociti, causando la perdita di pigmentazione cutanea e la comparsa di macchie bianche. È un tipico caso di ipopigmentazione cutanea.

  • Genetica: la predisposizione genetica può rendere alcuni individui più suscettibili alle discromie cutanee o alle condizioni patologiche in grado di provocarle.

  • Lesioni cutanee: le lesioni cutanee come ustioni, tagli, incisioni chirurgiche, cicatrici o abrasioni possono portare a cambiamenti nella pigmentazione della pelle durante il processo di guarigione.

  • Farmaci: alcuni farmaci possono causare reazioni cutanee o fotosensibilità, portando a macchie o eruzioni cutanee.

  • Malattie cutanee specifiche: alcune condizioni dermatologiche, come la dermatite da contatto, possono portare a discromie cutanee localizzate.

  • Deficit nutrizionali: la carenza di vitamine e minerali, o altri deficit nutrizionali, può portare a sviluppare discromie cutanee.

  • Emocromatosi: una patologia determinata da disfunzioni nel meccanismo che regola il metabolismo del ferro inducendo un accumulo anomalo del minerale.

  • Altre cause: altre cause meno comuni di discromie cutanee includono problemi epatici, patologie renali e malattie sistemiche.


Diagnosi

La diagnosi accurata delle discromie cutanee richiede l'analisi dei sintomi, attraverso una valutazione medica dettagliata e, se necessario, con l’ausilio di esami e test di laboratorio. Di norma, difatti, il medico si focalizza nella individuazione di eventuali cause sottostanti al fine di poter personalizzare il trattamento. Non è inusuale che i sintomi delle discromie scompaiano in seguito al trattamento della patologia principale.

Lo specialista dermatologo o medico estetico procede per gradi attraverso:

  • Esame visivo: l’esame visivo permette di effettuare una prima valutazione sulla natura delle discromie.

  • Anamnesi: la raccolta anamnestica consente di ottenere informazioni su eventuali patologie presenti e su eventuali discromie cutanee in altri membri della famiglia.

  • Lampada di Wood: la lampada di Wood è uno strumento ampiamente utilizzato per verificare la presenza di funghi, come ad esempio per la diagnostica della pitiriasi versicolor, o nella diagnosi di patologie come la vitiligine.

  • Biopsia cutanea: la biopsia della cute è richiesta in quelle particolari condizioni dove non è facile individuare le eventuali cause scatenanti o se il medico sospetta la presenza di melanoma o altri tumori della pelle.

  • Test allergologici: se le discromie sono sospettate di essere causate da reazioni allergiche o dermatiti da contatto, possono essere effettuati test di allergia cutanea per identificare i potenziali allergeni.

  • Esami ematochimici: sono necessari per determinare eventuali problematiche epatiche, per verificare carenze nutrizionali o altre condizioni che possono influire nella produzione e distribuzione della melanina.


Trattamento delle discromie cutanee

Il trattamento delle discromie cutanee, come analizzato, dipende dalla causa sottostante e dalla natura delle macchie. Per le discromie cutanee legate all'iperproduzione di melanina, come il melasma o le macchie solari, possono essere utilizzati agenti schiarenti. Oltre a questi prodotti che possono essere applicati direttamente dal paziente, con prescrizione medica per alcuni prodotti o senza per i prodotti da banco, è molto diffuso il peeling chimico che basa la propria azione sull’utilizzo di particolari acidi in grado di esfoliare la pelle, più o meno marcatamente, e favorire il turnover cellulare e la riparazione dei tessuti.

La terapia con laser può essere un ulteriore strumento per trattare discromie come le lentigo solari. Questi trattamenti mirano selettivamente ai pigmenti scuri per favorire un progressivo ripristino della pigmentazione tipica del soggetto. Anche la terapia fotodinamica si avvale di una fonte di luce per il trattamento coadiuvata dall’azione di un agente fotosensibilizzante sotto forma di crema contenente particolari acidi.

La chirurgia non è una soluzione molto diffusa per il trattamento delle discromie, tuttavia, può essere utilizzata in alcuni casi in cui l’iperpigmentazione sia accompagnata da altre condizioni (come, ad esempio, in presenza di iperproliferazione tissutale).

 

Un aspetto centrale nel trattamento delle discromie è rappresentato dalla gestione delle cause sottostanti ovvero nell’eliminazione delle patologie e delle condizioni responsabili delle macchie sulla pelle. La scomparsa delle macchie non è immediatamente successiva al trattamento della patologia correlata ma si consolida nel corso delle settimane e dei mesi successivi.

Rischi e complicazioni

Le discromie cutanee possono causare preoccupazione estetica e, in alcuni casi, rappresentare un segnale di allarme per condizioni mediche sottostanti, anche gravi. È importante comprendere i rischi e le complicazioni associate a queste alterazioni della pelle al fine di evitare conseguenze per la salute. A fronte di queste considerazioni, bisogna sottolineare che nella maggior parte dei casi le discromie cutanee, sia patologiche che non patologiche, non rappresentano alcun pericolo e sono sostanzialmente manifestazioni benigne.

Le possibilità che le discromie nascondano una condizione maligna sono molto rare; esami di laboratorio specifici sono indispensabili per stabilire la natura del tessuto cutaneo preso in esame ed intervenire tempestivamente. La percentuale di incidenza rispetto al totale delle manifestazioni discromiche della pelle è del tutto trascurabile sebbene in aumento nel corso degli ultimi 10 anni.

Alcuni trattamenti per le discromie, come l'uso di agenti schiarenti o peeling chimici, possono comportare effetti collaterali come arrossamento, desquamazione, irritazione cutanea o reazioni allergiche. Nelle discromie legate all'esposizione al sole, invece, c'è il rischio di recidiva dopo il trattamento. Per prevenire ciò, è essenziale adottare misure di protezione solare a lungo termine.

Le procedure che implicano lesioni cutanee, come la crioterapia o la chirurgia, possono esporre la pelle al rischio di infezioni. In questi casi, è fondamentale seguire le linee guida post-trattamento prescritte dal medico per prevenire infezioni o iperpigmentazione post-infiammatoria.

 

In collaborazione con Pasquale Ambrosio

Fonti:

  • Jagadish Kumar K. et al. L’iperpigmentazione da deficit di vitamina B12 è completamente reversibile. European Journal of Pediatric Dermatology, Vol.27 n°2 (2017), p.125.

  • Ernesto Bonifazi. Iperpigmentazione cutanea da antiepilettici. European Journal of Pediatric Dermatology, Vol.28 n°1 (2018), p.64.

  • Severino Persechino et al. Discromie cutanee e irsutismo.5, 2009.

  • Pietro Donati. Dermatopatologia clinica. Torino: Minerva medica; 2018.

  • Carlo D’Aniello, Manuale di Medicina Estetica, Masterbooks, 2019.

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