Una soluzione al viso che appare svuotato e con la pelle cadente consiste in trattamenti innovativi in cui la medicina estetica incontra la chirurgia plastica, ma sempre in modo poco invasivo. E con effetti molto naturali.
Guardando le foto di qualche anno fa si ha la sensazione di essere invecchiati di colpo. A colpirci non è la singola ruga ma il viso svuotato, quell’aspetto un po’ “prosciugato” che, unito alla pelle cadente, ci fa sembrare i lineamenti alterati rispetto al passato. Sarà l’età, lo stress, il peso che sale e scende, non è possibile incriminare un solo imputato della perdita di volume del viso bensì sono l’insieme di tutti questi fattori.
Il dimagrimento repentino è uno dei principali problemi che determina lo svuotamento del viso, altre è l’eccessiva disidratazione dovuta alle esposizioni solari prolungate senza una adeguata protezione, altre ancora lo stile di vita, abitudini poco sane, come fumo, alcool, sonno insufficiente e alimentazione povera di nutrienti ma più, in generale, lo svuotamento del viso è uno degli effetti del tempo che passa.
Dietro c’è un meccanismo complesso che riguarda l’invecchiamento cutaneo. Da un lato il grasso sottocutaneo migra verso il basso, svuotando soprattutto le aree delle guance e degli zigomi. Dall’altro lato, i tessuti cutanei tendono a scivolare sui piani sottostanti, cambiando letteralmente di posizione.
Se poi si aggiunge la forza di gravità, si comprende come la situazione diventi più complicata. Si tratta di fenomeni normali che subentrano con l’età, ma che in alcune persone sono più evidenti piuttosto che in altre.
A causa della perdita di grasso sottocutaneo e dello scivolamento dei tessuti verso il basso, il viso appare più “magro”, anche se il termine più azzeccato è “impoverito” del suo turgore e della compattezza di una volta. In effetti, con l’età si ha un vero e proprio impoverimento delle strutture che rendono il viso pieno e tonico. Le fibre di collagene con gli anni subiscono appunto un impoverimento quantitativo e qualitativo, cioè diminuiscono di numero e perdono la loro funzionalità di sostenere la cute.
Il viso turgido e dall’ovale ben disegnato è una questione di fattore C, dove C sta per collagene. Se gli si regala una cura ricostituente dal medico estetico, la preziosa fibra tornerà a sostenere la cute (quasi) come una volta. Ci sono delle metodiche di medicina estetica talmente innovative che in un certo senso “ricostituiscono” le fibre di collagene depauperate a causa dell’invecchiamento. Mi riferisco in particolare all’idrossiapatite di calcio (CaHA), una sostanza naturale che, una volta iniettata, stimola in maniera rilevante i fibroblasti a produrre nuovo collagene. Si infiltra nel tessuto sottocutaneo e, in alcuni casi, più in profondità, dipende dalle condizioni del paziente. L’effetto è di ricompattare i tessuti, aiutandoli a tornare tonici e nelle posizioni originarie.
L’idrossiapatite di calcio si inietta su tutto il viso, in particolare sulla zona degli zigomi, delle guance e del contorno mandibolare. Utilizzato insieme al grasso autologo, l’idrossiapatite di calcio ha una funzione altamente biostimolante, poiché stimola la cute a tornare più giovane.
Sicuramente i filler a base di idrossiapatite di calcio forniscono un grande impulso ai fibroblasti affinché producano nuove fibre di collagene, quindi giovani, che in concreto vuol dire: elastiche e resistenti. Ma una novità, più di appannaggio chirurgico, è l’associazione dell’idrossiapatite di calcio al grasso autologo. Di cosa si tratta? Nel complesso è un trattamento mini-invasivo, ma può essere eseguito solo dai chirurghi plastici poiché il prelievo di tessuto adiposo del paziente avviene da zone come glutei, cosce, addome e ginocchio. Una volta prelevato, il grasso viene processato per liberarlo dalle scorie e poter essere così iniettato sul viso.
È stato osservato che il lipofilling (questo il nome della metodica di chirurgia plastica), è più efficace se associato ai filler a base di idrossiapatite di calcio, poiché le sostanze autologhe ed eterologhe lavorano in sinergia per stimolare la produzione di collagene. Ciò non vuol dire che vengano iniettate insieme, ma una a distanza di poco tempo dall’altra nel contesto della stessa seduta.
I risultati del lipofilling associato all’idrossiapatite di calcio sono ascrivibili a un lifting naturale. Il viso riacquista turgore e tonicità, ma senza apparire gonfio, perché nessuna delle due sostanze richiama acqua, come invece accade per l’acido ialuronico. Se si confronta un prima e un dopo, si può notare un aspetto ringiovanito “con garbo”, senza traccia di effetti artificiosi.
Chirurgia plastica, Medicina estetica
Salerno (SA)
Roma (RM)