Il lifting medico è una tecnica di medicina estetica che si occupa di ringiovanire il viso in modo non chirurgico, cioè senza bisturi. Per questo motivo si distingue dal più noto lifting chirurgico che, in estrema sintesi, taglia la pelle in eccesso dal volto. Cerchiamo di comprendere le differenze insieme al Prof. Vincenzo Argenzio, specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva.
Per lifting medico si intende un complesso di tecniche medico-estetiche con cui ripristinare i volumi del viso che risultano alterati a causa dell’età. La premessa è che con il passare del tempo si modifica la struttura delle sostanze fibrose che compongono il derma (collagene ed elastina), le quali diventano più piccole e meno elastiche. Ciò determina un assottigliamento dello strato profondo della pelle che, tra le conseguenze, vedrà quelle di cedere verso il basso e di segnarsi in rughe più o meno evidenti. Rispetto alla giovinezza, il viso apparirà svuotato e con un ovale meno definito, spesso più largo. Ebbene, il lifting medico mira a restituire definizione e volume per mezzo delle varie sostanze liquide iniettabili che la medicina estetica ha oggi a disposizione (acido ialuronico di vari pesi molecolari e cross-linking, idrossiapatite di calcio, acido polilattico ecc.). Per questo motivo, viene definito anche lifting liquido. In tutti i casi, si tratta sempre di una metodica non chirurgica.
Come si può intuire dalle parole stesse, il lifting chirurgico è un intervento di chirurgia plastica che si effettua in anestesia totale, e prevede l’utilizzo del bisturi per recidere la pelle in eccesso. I lembi cutanei vanno poi riposizionati sul viso, sempre con metodiche chirurgiche. È importante sapere che questo tipo di intervento è eseguito solo ed esclusivamente dal chirurgo plastico, cioè il medico (anche estetico) che ha una specializzazione in chirurgia plastica e ricostruttiva.
Il lifting medico o liquido, invece, è un trattamento di medicina estetica, eseguibile in ambulatorio, che non prevede la sedazione profonda del paziente, in quanto non è un intervento cruento e nemmeno doloroso. Nelle zone da trattare si inietta un anestetico locale al fine di annullare qualsiasi forma di disagio. Ma la differenza principale tra i due tipi di lifting è la metodica: il lifting liquido non taglia, ma fa uso di filler specifici allo scopo di riposizionare nei punti originari del viso quei tessuti che hanno ceduto o stanno per cedere. Inoltre, ricompatta la pelle poiché la ristruttura nel profondo.
In genere, si suggerisce il lifting medico quando il paziente non presenta un’eccedenza di pelle, altrimenti è meglio ricorrere direttamente all’intervento chirurgico che avrà un risultato migliore. A tal proposito la selezione del paziente è molto importante, anche per motivi di correttezza nei confronti dello stesso (naturalmente il discorso riguarda ambo i sessi). È normale che in prima istanza egli tenda a richiedere una soluzione di tipo riempitivo, senza cioè passare dalla chirurgia, ma è necessario che ci siano i requisiti adatti per un lifting medico.
Mi spiego meglio: in teoria, tutti i pazienti sono indicati per i trattamenti iniettivi, ma nella pratica il problema è che in presenza di cedimenti importanti, i filler possono alterare i lineamenti in modo significativo. Solo l’osservazione clinica permette di comprendere qual è il tipo di lifting più indicato per il paziente che si ha di fronte.
Tra i punti cruciali di analisi del volto ci sono la piega mandibolare (jaw line) e le rughe della marionetta, cioè quelle che si formano tra gli angoli della bocca e il mento. Le condizioni del paziente suggeriscono un lifting chirurgico? Bene, a questo punto è fondamentale non forzare la mano verso un filler riempitivo, anche se il paziente cerca di persuadere il medico, perché ciò significherebbe condizionare le aspettative finali che saranno inevitabilmente deluse. Il paziente si ritroverà con un viso gonfio e per giunta senza ombra di definizione!
Se, invece, pur in presenza di lassità, la pelle non è poi così eccessiva, si può senz’altro operare con un lifting medico, una soluzione decisamente più soft, ma ciò non vuol dire che non sia efficace. Oggi le raffinate tecniche di medicina estetica permettono di ottenere risultati soddisfacenti.
Le nuove metodiche del lifting non chirurgico prevedono l’uso di filler che riposizionano la pelle verso l’alto, e nello stesso tempo aggiungono un “sostegno” nei tessuti profondi che si sono consumati nel tempo, cioè il derma e l’adipe sottocutaneo. L’innovazione della tecnica consiste nel fatto che il filler viene iniettato con una microcannula che letteralmente scolla il tessuto adiposo (fisiologicamente attaccato alla cute) da quello muscolare: è sufficiente già solo questo distacco tra i due differenti tessuti per far sì che la pelle slitti verso l’alto, migliorando l’aspetto di rughe e cedimenti. Ma in realtà questa è solo una parte del lifting medico: nella “distanza” che si viene a creare tra muscolo e tessuto adiposo cutaneo (che comprende la pelle stessa) si inietta un filler strutturato come un acido ialuronico molto cross-linkato o l’idrossiapatite di calcio, a seconda dei casi.
Se, invece, si inietta il filler direttamente nel solco della ruga, senza intervenire nei tessuti sottostanti, si rischia di gonfiare il viso, ma il vero problema non viene risolto. Ciò è particolarmente evidente quando si insiste con i filler riempitivi nelle rughe naso-geniene o nelle rughe della marionetta.
La microcannula permette inoltre di distribuire il prodotto in modo uniforme o di bilanciarne la quantità nei punti che necessitano di più correzione, come ad esempio la zona sottomentoniera e la linea mandibolare.
La “plasticità” del trattamento è un aspetto molto importante perché permette di correggere le asimmetrie del volto, dato che riguardano il 90% dei casi: a causa dei movimenti mimici, compresa la masticazione e la posizione in cui si dorme, un lato del viso presenterà più segni di invecchiamento.
Come abbiamo visto, il lifting non chirurgico mira a restituire un ovale definito al viso, restituendo quel volume della giovinezza che ha perso, un volume che per questo motivo resterà sempre moderato. Non è infatti un trattamento volumizzante ma solo di “ripristino” delle forme della giovinezza.
Dopo aver ristrutturato i tessuti profondi con microcannule e sostanze ad hoc (idrossiapatite di calcio e acido ialuronico cross-linkato), si può perfezionare il risultato con microiniezioni di tossina botulinica che riducano la forza dei muscoli. Non dimentichiamo, infatti, che una responsabilità degli inestetismi del volto ce l’ha la mimica facciale che, muovendosi di continuo, segna il volto. La fortuna è che in questo campo a tutto c’è rimedio: basta saper scegliere il trattamento giusto.
Chirurgia plastica
Napoli (NA)