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Invecchiamento cutaneo: nuove tecniche in medicina estetica

Invecchiamento cutaneo: nuove tecniche in medicina estetica


Mar 24/05/2022 | Dott. Bruno Bovani

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Per un risultato più gradevole, l’approccio più innovativo della medicina estetica è suggerire al paziente un programma terapeutico globale che mostri i vari piani di intervento sul viso.


La medicina estetica sta cambiando, e con essa l’approccio al paziente. Di nuovo non c’è solo il complesso di tecniche e metodiche sempre più sofisticate: la vera novità riguarda la metodologia. Cosa vuol dire nella pratica? Che il paziente viene inquadrato in un’ottica più ampia, volta a trattare i vari inestetismi in modo più globale. Come dire, oltre la singola ruga c’è altro su cui intervenire. Cerchiamo di capirne di più insieme al Dr. Bruno Bovani, chirurgo plastico e medico estetico.


«Negli ultimi anni stiamo assistendo a un’evoluzione del paziente tipo della medicina estetica. Si tratta di un’evoluzione che io chiamo “qualitativa”, poiché riguarda il genere di richieste che egli pone al medico. Oltre a essere più informato rispetto al passato, il paziente non chiede più il trattamento standard, uguale per tutti, ma desidera un miglioramento completo della propria immagine. La vera domanda che ci viene rivolta è una consulenza personalizzata che tenga conto delle proprie caratteristiche individuali per poter usufruire di interventi correttivi su misura.


Certo, le richieste specifiche su come riempire le rughe naso-geniene (quelle ai lati del naso ndr) ci sono sempre, ma nella maggior parte dei casi la domanda effettiva riguarda un aiuto a vedersi meglio nei propri panni. Il che non significa necessariamente tornare ringiovaniti!



L’approccio integrato al paziente


Questo cambiamento di visione della medicina estetica è molto importante perché presuppone che noi medici impariamo ad ascoltare il paziente, al fine di comprendere bene le sue aspettative. Per essere più chiari: è generico dire “vorrei vedermi meglio”, la realtà è che bisogna capire che cosa il paziente con questa frase. Più giovane? Più rilassato? Più bello? La questione si complica, inoltre, col desiderio – più che legittimo! – di non veder stravolti i propri connotati. Il discorso è valido ovviamente per ambo i sessi.


Il compito del medico estetico è, quindi, quello di guidare il paziente nel progetto di miglioramento della propria immagine. Alla base c’è lo studio del volto, che ha lo scopo di individuare un vero e proprio piano strategico di intervento correttivo. Lo si costruisce insieme, medico e paziente. Quest’ultimo è sempre reso partecipe di tutte le proposte.



Lo studio del volto da parte del medico e invecchiamento cutaneo


L’alleanza medico-paziente aiuta a far comprendere che il problema dell’invecchiamento cutaneo è più complesso di una semplice ruga.


Oggi poi ci sono dei programmi tecnologici che mostrano in 3D che cosa è accaduto sul viso negli anni, come ad esempio: riassorbimento osseo, perdita dei volumi, assottigliamento del derma, lassità della cute. Sentendosi partecipe, il paziente acquisisce maggiore consapevolezza di dove occorre intervenire. Spesso la percezione che si ha del proprio volto non coincide con quella del medico, che invece è in grado di suggerire con obiettività.


La stessa tecnologia ci viene incontro per ripristinare ciò che è andato perduto, se non in toto, almeno in buona parte. In medicina estetica esistono, infatti, delle procedure che migliorano l’aspetto del viso, come se in un certo senso lo aiutassero a tornare indietro nel tempo. Il tutto senza stravolgere i lineamenti. Mi riferisco al ripristino dei volumi che sono scivolati verso il basso: è questo il responsabile dell’aspetto invecchiato. Molto dipende anche dalla compattezza della pelle che con il tempo diventa meno elastica, determinando lassità e cedimenti cutanei.



Le tecnologie che migliorano l’aspetto del viso


Per ripristinare volumi e compattezza del viso, un trattamento di grande aiuto è una tecnologia a base di ultrasuoni micro focalizzati che generano un effetto termico all’interno della pelle. Ciò stimola nel tempo una nuova sintesi di collagene, che si concretizzerà in un aspetto gradualmente più giovane, con tessuti più densi e compatti. Si tratta di un’apparecchiatura utile contro i cedimenti cutanei sia per prevenirli che per contrastarli. Il suo effetto mira a ridisegnare i contorni del viso senza alterare i lineamenti, ma mantenendo la sua unicità. L’ecografia integrata permette, inoltre, di osservare le caratteristiche specifiche dei tessuti del paziente, in modo da intervenire dov’è più necessario. Con gli ultrasuoni siamo già nel campo della medicina rigenerativa, poiché il trattamento innesca un meccanismo dei tessuti invecchiati che porta a rinnovarsi in modo autologo. Si effettua su viso, collo, e décolleté, ponendosi come una sorta di “base” da cui procedere con altri trattamenti.


Dopo essere intervenuti sulla qualità dei tessuti, ci si può concentrare su singole aree in base alle necessità. Ad esempio, il paziente può aver bisogno di aumentare il volume di alcune zone del viso, e quindi si utilizza l’acido ialuronico; oppure può essere necessario ridefinire la linea mandibolare per cui il filler a base di idrossiapatite di calcio diventa la scelta d’elezione.



Il piano terapeutico di miglioramento globale


Naturalmente siamo ben consci che un piano terapeutico globale possa, in qualche modo, scoraggiare a causa dell’eventuale impegno richiesto. Ma il compito del medico è quello di informare il paziente su cosa è meglio per lui per contrastare l' invecchiamento cutaneo  e nello stesso tempo specificare che eventuali trattamenti più soft sortirebbero effetti meno d’impatto. In ogni caso, il piano terapeutico di miglioramento globale riguarda un trattamento a lungo termine: non è certo richiesta la ripetizione ogni 3 mesi! Quando si interviene su più piani del volto, si torna davvero in forma, e si è “a posto” per oltre un anno e mezzo. Dopo sarà necessario effettuare qualche ritocchino di mantenimento, ma il grosso sarà stato fatto in precedenza. E intanto la pelle continuerà a rigenerarsi» - conclude il Dr. Bovani.

 
In collaborazione con ALESSANDRA MONTELLI.

 

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Bovani Bruno

Autore

Chirurgia plastica, Medicina estetica

Perugia (PG)

Firenze (FI)


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