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Cicatrizzazione per prima intenzione


Lun 09/05/2022 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

La cicatrizzazione per prima intenzione è un processo fisiologico in virtù del quale si assiste alla produzione di tessuto di granulazione con formazione di una cicatrice, quando un’area cutanea viene intaccata da una soluzione di continuo, che ne lede l’integrità. La cicatrice non rappresenta altro che un modo per scongiurare perdite di sangue dalla ferita attraverso un tessuto sostitutivo; quando la cicatrice si forma in seguito a ferite cutanee non molto estese e con i lembi ravvicinati, si ha in genere la cicatrizzazione per prima intenzione, ossia la formazione di una cicatrice con una quantità normale o scarsa di tessuto di granulazione e abbastanza stabile. Spesso si ricorre alla chirurgia plastica a valenza estetica per attenuare o rimuovere residui cicatriziali derivanti da processi di guarigione per prima intenzione delle ferite.

COS’È

La cicatrizzazione per prima intenzione, o guarigione per prima intenzione, rappresenta una delle tipologie possibili di cicatrizzazione, ovvero quel particolare processo fisiologico che mira a ricostituire l’integrità di una lesione cutanea, rimpiazzandola con del tessuto cicatriziale. A differenza della cicatrizzazione per seconda intenzione che avviene con modalità particolari in seguito a ingente perdita di materiale biologico, la cicatrizzazione per prima intenzione è il processo di guarigione che origina da ferite che hanno comportato poca perdita di materiale, in cui i lembi della lesione sono tra loro molto ravvicinati o suturati.

Sebbene la cicatrizzazione per prima intenzione delle ferite porti alla formazione di cicatrici meno vistose e appariscenti rispetto ai processi di guarigione per seconda o terza intenzione, esse possono comunque recare un certo senso di disagio estetico, tanto da richiedere l’intervento di apposite procedure di chirurgia plastica.

CARATTERISTICHE DELLA GUARIGIONE PER PRIMA INTENZIONE

La cicatrizzazione per prima intenzione avviene in seguito a ferite chirurgiche prodotte in maniera differente rispetto ai processi di guarigione per seconda e per terza intenzione; in particolar modo, le caratteristiche che più contraddistinguono il processo di guarigione delle ferite cutanee sono le seguenti:


  • La ferità non è infetta, suppurata o complicata;

  • I margini della ferita sono molto ravvicinati oppure tenuti vicini o congiunti dall’apposizione di punti di sutura, clip metalliche o collante chirurgico;

  • Il processo di cicatrizzazione si sviluppa e si ultima in pochi giorni, poiché la perdita di sostanza riscontrata è poca o modesta.


TIPOLOGIE DI FERITE CHE PORTANO ALLA CICATRIZZAZIONE PER PRIMA INTENZIONE

Le ferite cutanee che più di sovente portano a un processo di guarigione per prima intenzione condividono delle caratteristiche simili, prima fra tutte la perdita di sostanza in maniera lieve o scarsa. Più è abbondante, infatti, la perdita di sostanza estrusa dalla ferita, più ingente e duraturo è il processo di guarigione e cicatrizzazione (maggiore nei processi per terza e seconda intenzione rispetto ai processi per prima intenzione).

Le caratteristiche morfologiche e funzionali delle ferite che conducono a processi di cicatrizzazione per prima intenzione sono:

  • Ferita da taglio accidentale con margini netti e definiti, di piccola o modesta entità e grandezza;

  • Ferita lineare chirurgica da bisturi;

  • Ferita curvilinea chirurgica da bisturi;

  • Ferita suturata e con margini ben adesi e ravvicinati, interessata da un principio di deiscenza.


TRATTAMENTI DI ATTENUAZIONE DELLA CICATRICE PER PRIMA INTENZIONE

I residui cicatriziali che esitano dai processi di guarigione per prima intenzione sono in genere permanenti e, col tempo, tendono a essere riassorbite, pur  inducendo un certo grado di discromia cutanea, comunque riconoscibile dall’esterno. Per questa ragione, diverse persone ricorrono ai trattamenti di tipo conservativo offerti dalla medicina estetica e alle soluzioni più invasive offerte dalla chirurgia plastica, per tentare di attenuare la presenza di tali cicatrici.

Ecco i trattamenti comunemente utilizzati per il trattamento delle cicatrici:

  • Peeling chimico, in cui si procede a levigare, tramite delle apposite sostanze chimiche, lo strato più superficiale della cute, lasciando intatti gli strati profondi;

  • Laser CO2, in cui si bersagliano sia gli strati superficiali che gli strati profondi della cute interessati dalla cicatrice, inducendo un miglioramento estetico rapido e un ringiovanimento cellulare;

  • Microperforazione cutanea, o needling, con il quale si procede a pungere la cicatrice con aghi dal calibro molto sottile: lo scopo è quello di indurre la secrezione di determinati fattori di crescita da parte delle piastrine che intervengono nell’infiammazione indotta;

  • Escissione intralesionale, in cui si asporta la porzione più discromica della cicatrice, adatta per cicatrici di modesta entità come quelle insorte a seguito di processi di guarigione per prima intenzione.


RISCHI E COMPLICAZIONI

Le complicazioni più frequenti che possono palesarsi in seguito a interventi di correzione delle cicatrici derivate da processi di guarigione per prima intenzione sono:

  • Fastidio, sensazione di bruciore e dolore;

  • Edema;

  • Eritema;

  • Deiscenza della cicatrice;

  • Aumentata suscettibilità alle infezioni.


FONTI:

  • Paolo Castano, Alessandro Miani, Alessandra Busia. La pelle. Tecniche Nuove; 2007.

  • Pietro Donati. Dermatopatologia clinica. Torino: Minerva medica; 2018.



  • Carlo D’Aniello, Manuale di Medicina Estetica, Masterbooks, 2019.


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