Gio 02/02/2017 | Dott. Paolo Santanchè | Medico Certificato Ethigate
La chirurgia estetica è una disciplina medico-chirurgica terapeutica finalizzata alla cura dei disagi provocati dalla mancata accettazione di una parte della propria immagine mediante la modificazione chirurgica dei particolari che il paziente ritiene difetti inaccettabili.La finalità è quindi squisitamente terapeutica.
La chirurgia estetica va quindi applicata con le stesse metodologie di ogni altra chirurgia: una diagnosi corretta del problema, individuazione della giusta indicazione all’intervento, la scelta tecnica ed estetica della modifica da effettuare, la corretta esecuzione dell’intervento programmato secondo lo stato dell’arte.
La chirurgia estetica non deve essere considerata come un bene di consumo: è un mezzo terapeutico e deve essere utilizzato solo quando c’è la ragionevole certezza che risolverà il problema.
Non si può fare commercio degli interventi di chirurgia estetica semplicemente “vendendo” al paziente l’intervento che ha chiesto.
Detto così sembra facile, ma spesso la situazione si svolge così: il paziente si presenta, non esponendo un problema, ma richiedendo direttamente un intervento (il che presuppone che abbia quindi già fatto una diagnosi corretta e individuatol’intervento adeguato); peccato che non necessariamente abbia indovinato la terapia giusta, e magari neanche la diagnosi è corretta! Questo accade facilmente, in quanto l’estetica è un’arte difficile e non così intuitiva come può sembrare ai profani; nell'estetica contano più le proporzioni che le dimensioni e talvolta è meglio aumentare un elemento, piuttosto che ridurne un altro (per esempio aumentare mento o zigomi invece di accorciare il naso, o accorciare il prolabio, cioè la parte bianca del labbro, invece di aumentare il vermiglio, cioè la parte rossa). I gusti cambiano a seconda dell’epoca storica: spesso oggi non piace una linea che in altri tempi era in auge: se con una modifica spezziamo la vecchia armonia, dobbiamo crearne una nuova, non possiamo fare metà e metà. Per esempio, se modifichiamo la linea dell’esterno delle cosce (le famigerate coulottes de cheval), dovremo necessariamente adeguare i fianchi e la faccia interna delle cosce, spesso anche la linea delle ginocchia. In caso contrario avremo fatto “una scarpa e uno zoccolo”. Spesso il paziente focalizza la sua attenzione su di un particolare, ma perde di vista l’insieme, ma è proprio l’insieme, e soprattutto l’armonia dell’insieme, che dà il risultato. È inutile migliorare un particolare se questo non giova al miglioramento dell’insieme: migliorare il naso se non migliora il viso, migliorare la coscia se non migliora la linea.
Il chirurgo dovrà quindi sempre discutere il problema partendo dall’ origine, che non è il semplice difetto, ma il disagio che il paziente prova; dovrà indagare l’impressione che questi riceve dalla sua immagine e riuscire a raffigurarsi quella che vorrebbe invece avere. Solo a questo punto si potrà stabilire se l’intervento richiesto sarà idoneo o sufficiente a soddisfare le aspettative, o se si dovrà seguire una via diversa.
Purtroppo oggi molti chirurghi preferiscono, per incapacità diagnostica, cecità artistica o per semplice convenienza, “vendere“al paziente l’intervento che ha richiesto prima che cambi idea, senza creare la complicazione di proporre soluzioni diverse, magari più complesse o più costose, che potrebbero far perdere loro il cliente.
Un altro problema della chirurgia estetica è legato al fatto che, non essendo richiesta in Italia il diploma di specializzazione per nessuna branca medico-chirurgica (ad eccezione dell’anestesiologia e della radioterapia), questa disciplina è praticata dai più svariati individui, in possesso della semplice laurea oppure delle specializzazioni meno attinenti. Ovviamente queste persone non sono in grado di utilizzare le tecniche attuali e corrette, ma forniscono versioni semplificate, desuete e rudimentali degli interventi, con i risultati che poi si vedono in giro.
È quindi importante che i pazienti imparino il corretto approccio alla chirurgia estetica e il corretto rapporto col chirurgo plastico (che è l’unico depositario ufficiale di quest’Arte), come esporre al medico il loro problema, come riconoscere i professionisti seri e preparati e come difendersi dai cialtroni.
In questo internet aiuta, se utilizzato con un minimo di scaltrezza. Su www.fnomceo.it, à ricerca anagrafica, troverete tutti i titoli del medico (anno di laurea, esame di stato e specializzazioni). Su www.sicpre.it potete controllare se è iscritto alla società di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica (quindi che è uno specialista in chirurgia plastica, ma magari che si occupa di ustioni o ricostruzioni). Sul sito www.aicpe.org verificherete se è uno specialista in chirurgia plastica che si occupa realmente di chirurgia estetica.Sui siti web dei chirurghi controllate prima di tutto se c’è scritto chiaramente “specialista in chirurgia plastica”. Guardate le foto dei casi per capire se avete gli stessi gusti estetici. Leggete tra le righe per capire se vi è congeniale la sua visione della chirurgia estetica. Diffidate dai siti troppo commerciali e dai prezzi troppo convenienti: se costa troppo poco, sicuramente vi daranno ancora meno di quello che vi fanno pagare, spesso a scapito della sicurezza e sicuramente della competenza. La qualità ha il suo prezzo e non dimenticate che si tratta della vostra salute e della vostra immagine. Se non potete permettervi la cosa giusta, rinunciate. In chirurgia estetica non esistono le scorciatoie. Una scelta sbagliata, se siete fortunati, vi deluderà; se siete sfortunati vi darà un danno, a volte difficile o impossibile da correggere.