La chirurgia plastica non è un capriccio del XXI secolo, né l'invenzione di una società più orientata all'apparire che all'essere. Il bisogno di stare bene con se stessi e la voglia di vedersi belli hanno sempre accompagnato l'uomo, sin dai tempi antichi.
L'imperatore Giustiniano si sottopose ad una ricostruzione del naso nel 700 d.C., ma si parla di tecniche di ricostruzione già nel papiro di Edwin Smith del 2000 a.C.
Anche se per molti secoli la Chiesa cattolica ha vietato con il più assoluto rigore la correzione di deformità e inestetismi ritenendoli un'offesa all'operato di Dio, la chirurgia plastica è sempre stata praticata e così è arrivata alle tecniche impiegate ai giorni nostri.
Chirurgia estetica e plastica
Spesso si parla erroneamente di chirurgia plastica riferendosi alla chirurgia estetica, ma tra le due esiste una differenza teorica legata alla natura del difetto da correggere.
Mentre la chirurgia plastica si occupa della correzione di malformazioni e anomalie patolgiche che possono causare disturbi psico-fisici rilevanti, la chirurgia estetica va a perfezionare degli inestetismi compatibili con l'integrità fisica della persona, ma che non influenzano in maniera grave la sfera psichica.
Un seno molto abbondante può essere corretto perchè causa seri problemi di mal di schiena ostacolando le normali attività quotidiane oppure semplicemente perchè quei volumi eccessivi non fanno sentire la paziente a proprio agio nella vita di ogni giorno. Nel primo caso si tratterebbe di un intervento di chirurgia plastica, nel secondo di chirurgia estetica.
Il confine tra le due è però molto sottile e in entrambe le situazioni la spinta a ricorrere alla chirurgia viene da motivazioni e situazioni del tutto personali che non possono essere giudicate dall'esterno nè etichettate dall'esterno.
La ricerca della bellezza esteriore
Anche il tatuaggio, il trucco, la decorazione del corpo con abiti e gioielli particolari sono pratiche legate all'innato desiderio di accettazione, affermazione e autosoddisfazione dell'individuo.
Mentre tutte queste pratiche sono comunemente accettate, residua ancora una certa diffidenza nei confronti della chirurgia estetica e si tende a giudicare con superficialità chi decide di ricorrevi. Nessuno sta a sindacare sul miliardo di euro che ogni anno spendiamo per moda e cosmetici, eppure gli interventi a scopi estetici si fondano sulle medesime ragioni di tutte le altre azioni volte a migliorare l'aspetto esteriore. L'unica differenza è nella portata del cambiamento e nella sua durata.
L'armonia tra essere e apparire
Si assiste negli ultimi anni ad un allungamento della vita che rende quasi inevitabile ad
un certo punto il presentarsi di uno squilibrio tra come ci vediamo e come ci sentiamo o agiamo. La medicina sociale opera per prevenire patologie e permettere alla popolazione di arrivare alla terza età in salute e buona forma psico-fisica. Finisce così che ci si continua a sentire attivi e vitali, mentre il corpo manifesta inesorabilmente i segni dell'invecchiamento.
Aumenta così la richiesta di interventi che riducano le tracce del trascorrere del tempo e riportino una certa armonia tra il modo di essere e la propria apparenza.
I pazienti richiedono un miglioramento del loro aspetto, peggiorato dallo stress, dalla mancanza di esercizio fisico, dalle cattive abitudini come il fumo, l'alimentazione scorretta e la scarsa cura della propria pelle.
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