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Pelifero, bulbo

Pelifero, bulbo


Mar 09/05/2023 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

Il  pelifero bulbo rappresenta la porzione inferiore e più profonda del follicolo pilifero, al cui interno nasce il pelo, circondato da una serie di elementi di natura epiteliale e connettivale.

Assicura la funzione essenziale di custodire e nutrire la base del follicolo e in profondità contribuisce a formare la cosiddetta matrice del follicolo pelifero.

Il follicolo pilifero può andare incontro a miniaturizzazione, nell’alopecia, ad infiammazione, come nella follicolite, e ad altre condizioni che ne possono compromettere il corretto funzionamento. I trattamenti specifici per i follicoli piliferi sono legati alla specifica patologia in essere.

COS’È

Il follicolo pilifero è una formazione di origine epidermica, dislocata nel derma.
Lo sviluppo dei follicoli piliferi è molto rapido e infatti cominciano a comparire già intorno al secondo mese di gravidanza. I follicoli insistono poi a formarsi per tutta l’età gestazionale.

La porzione più inaccessibile e profonda alloggiata nella porzione inferiore della parte profonda del follicolo pilifero, dove si inserisce la papilla dermica che abbonda in vasi sanguigni e terminali nervosi è nota come bulbo pelifero.

Il bulbo pelifero contiene, nella parte inferiore detta pavimento varie cellule disposte a palizzata che formano la matrice.

All’interno del bulbo è presente il pelo, circondato dalla guaina epiteliale interna, a sua volta attorniata dalla guaina epiteliale esterna. Tutta la struttura risulta avviluppata da una sorta di membrana di natura connettivale, ovvero costituita da fibre.

ANATOMIA E FUNZIONI

Il bulbo pelifero, nella sua parte inferiore, è formato in maniera da accogliere la papilla dermica, una struttura molto vascolarizzata che esercita attività trofica.

Il bulbo assicura la germinazione e la proliferazione del capello e sostanzialmente la sua attività trofica, prima nominata, si identifica in questo.

Un bulbo pelifero sano ha una forma tonda e il suo diametro è più largo di quello del fusto del capello.

La corteccia è la parte principale del bulbo pelifero ed è formata da molteplici filiere di cellule in necrosi ed appiattite, molto simili a quelle presenti nello strato cheratinizzato dell’epidermide. Queste cellule sono pigmentate, per mezzo della presenza di melanociti localizzati nel bulbo.

La porzione più superficiale, detta cuticola, è formata da uno strato unico di cellule, tutte molto sottili e trasparenti.

Le cellule della parte più profonda del bulbo, che attorniano la papilla dermica, sono note come cellule della matrice del pelo. Tali cellule sono insiemi non ordinati di cellule indifferenziate, in grado di replicarsi attivamente per mitosi.

La guaina epiteliale interna assicura invece la funzione di strutturare l’asse del pelo, cioè di fornire una sorta di impalcatura rigida in cui il pelo cresce e si allunga. Tale rigidità è spiegabile dalla presenza della cheratina.

La guaina epiteliale esterna è formata dall’epidermide, che ha le sue radici nel derma ed è formata da più strati di cellule con funzione di supporto.

Ancora più superficialmente, la membrana connettivale è conformata da fibre di collagene, che conferiscono solidità all’intero follicolo. Essa ha una funzione di supporto e include sia i vasi che i nervi.

TRATTAMENTI IN MEDICINA ESTETICA

I trattamenti più noti, in riferimento ai follicoli piliferi, sono quelli legati alle diverse tipologie di calvizie e alopecia. I trattamenti possono essere sia chirurgici che strettamente farmacologici a seconda dello specifico disturbo in essere.

In relazione al trapianto di capelli (tecniche note come FUE e FUT), le variazioni del ciclo del bulbo pilifero non giocano un ruolo chiave nel trapianto stesso. Dall’area di cute della zona donatrice si prelevano i bulbi in tutte le fasi cicliche: in media si riscontrano maggiormente capelli in anagen e meno capelli in telogen.

Nelle diverse fasi del ciclo vitale possono essere impiantati:


  • Bulbi in fase anagen iniziale che mantengono l’attività metabolica, proseguono in questa fase e inducono la crescita del fusto del capello.

  • Bulbi in fase anagen tardivo o maturo possono transitare alla fase catagen e successivamente alla fase telogen. Il capello cade e si svilupperà il nuovo fusto all’esordio dell’anagen successivo, entro 9 mesi.

  • Bulbi in fase catagen, circa il 2 % sul totale, e quelli in telogen (15 per cento del totale) proseguono la fase di quiescenza metabolica e danno avvio al nuovo anagen dopo circa 3 mesi.


Una condizione infiammatoria che può affliggere il follicolo è la follicolite che è causata da infezioni batteriche, virali o di altri agenti microscopici. Il trattamento della condizione è principalmente di tipo farmacologico con gel al cloruro d’alluminio ad uso topico e, eventualmente, antibiotico per via orale. Le follicoliti recidivanti sono

RISCHI E COMPLICAZIONI

Le complicazioni che più di frequente possono manifestarsi in seguito ad autotrapianto di capelli FUE sono:

  • Piccoli sanguinamenti ed emorragie del cuoio capelluto;

  • Formazione di cicatrici vistose;

  • Reazione allergica alla sostanza anestetizzante utilizzata.

  • Miniaturizzazione anche dei follicoli impiantati


FONTI:

  • Nicolò Scuderi. Manuale di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica. Padova: Piccin; 2014

  • Fabio Rinaldi. Trapianto di capelli. Gaggiano (Milano): Poletto; 2004.

  • Klaus Wolff et al. Fitzpatrick, Manuale ed atlante di dermatologia clinica. Padova: Piccin; 2020.


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