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Norwood, scala di


Mer 05/10/2022 | Dott. Tania Basile

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DEFINIZIONE

La scala di Norwood, anche nota come scala di Hamilton-Norwood, è un metodo rappresentativo progressivo della calvizie maschile, la quale viene rappresentata a fasi, comprese tra 1 e 7. Questa scala è utilizzata in maniera regolare nella pratica medica e clinica per stimare il grado di perdita dei capelli di un individuo, valutandola nel tempo. Il sistema di classificazione è piuttosto complesso e si basa sulla stima della perdita dei capelli da determinate aree del cuoio capelluto maschile, prevedendo nel lungo termine se vi sarà un peggioramento o meno.

COS’È

La scala di Norwood è anche conosciuta in esteso con il nome di scala di Hamilton-Norwood e consiste nella rappresentazione su scala della progressiva perdita di capelli nella calvizie maschile. La scala di Norwood è stata ideata e viene adoperata negli studi tricologici e di medicina estetica con il fine specifico di stimare e quantificare il grado di calvizie in un soggetto maschio.

I termini rappresentativi della scala si basano sull’attribuire un determinato grado e valore al diradamento dei capelli da una specifica area del capo, previa suddivisione dell’intera estensione del cuoio capelluto in più settori.

Tale scala parte da un valore base di 1 in cui non vi è nessuna traccia di calvizie fino a giungere al livello massimo di 7, dove non è più possibile attuare una terapia farmacologica o un innesto autologo di capelli a causa dell’eccessiva estensione della zona glabra.

STORIA

Il primo abbozzo di tale scala risale agli inizi degli anni ’50 grazie all’ingegno del dottor Hamilton, il quale fu il primo ad occuparsi della stima di perdita dei capelli nell’uomo, definendo una primitiva scala distinta in 5 stadi, con abbozzi schematici piuttosto approssimativi.

Successivamente, a metà degli anni ’70, il dottor Norwood riuscì sapientemente a integrare i lavori cominciati dal dottor Hamilton creando una sorta di tabella comparativa sicuramente più dettagliata e ricca in descrizioni.

Da quel momento in poi, la scala di Norwood utilizzata in tutto il mondo ha sempre previsto 7 stadi diversi e descrizioni dettagliate per ciascuno stadio.

CLASSIFICAZIONE E STADI

La classificazione in stadi della scala di Norwood prevede le seguenti fasi, di intensità del difetto crescente:


  • Stadio 1. Nessuna calvizie riscontrata. L’attaccatura dei capelli è conservata e al massimo vi è un lievissimo segno di arretramento.

  • Stadio 2. Sull’attaccatura dei capelli si notano piccoli segni di arretramento, specie di forma triangolare.

  • Stadio 3. Cominciano a delinearsi piccole perdite di capelli in maniera simmetrica, in cui è evidente il diradamento dei bulbi piliferi. Lo stadio 3 vertice prevede invece che l’area in recessione sia associata al vertex del capo.

  • Stadio 4. In questo stadio, il vertex del capo è completamente glabro e l’arretratezza dei capelli a livello frontotemporale è nettamente più marcata. Talvolta le due aree in cui i capelli sono molto radi o assenti sono congiunte da un piccolo lembo di capelli indigeni.

  • Stadio 5. La perdita dei capelli è netta e palese sia in corrispondenza del vertex del capo che dalla linea frontotemporale. La frangia di capelli che unisce le due zone è ancora presente ma visibilmente più rada.

  • Stadio 6. La corona non presenta più capelli emergenti se non molto sparuti. L’estensione delle aree glabre è molto significativa.

  • Stadio 7. Questo stadio rappresenta il fronte di non ritorno di un’eventuale cura per l’alopecia e lo stadio più grave della calvizie maschile. Rimane infatti presente una piccola area di capelli in corrispondenza della nuca e in parte sui lati, che si dispongono a forma di cavallo. Lo stadio presenta più varianti a seconda di come la linea di attaccatura permane ancora visibile.


APPLICAZIONI IN MEDICINA ESTETICA

Nell’ambito della medicina estetica e della tricologia, è possibile, sulla base della stima della calvizie maschile operata tramite la scala di Norwood, intervenire attraverso delle procedure di impianto autologo di capelli, note come FUE e FUT.

FONTI:

  • Carlo D’Aniello, Manuale di Medicina Estetica, Masterbooks, 2019.

  • Alberto Massirone, Trattato di Medicina Estetica, Piccin Nuova-Libraria, 2010.

  • Fabio Rinaldi. Trapianto di capelli. Gaggiano (Milano): Poletto; 2004.


 

 


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